Euro crisis
2a Puntata sulla Task force di Tsipras. Istruzioni per l’uso a quelli che ci fanno e a “quelli di sinistra” (di Antonio M. Rinaldi)
Gianni Agnelli amava spesso ripetere che la categoria degli uomini si divideva essenzialmente in quelli che parlano “di donne” con quelli che parlano “con le donne”.
Ebbene, trasposto il chiaro concetto espresso dall’Avvocato all’attuale situazione che vede contrapporre idee, pensieri e soluzioni diverse sull’euro, viene spontaneo constatare che ora ci si divide fra chi parla “di economisti” e chi invece parla “con gli economisti”, il che equivale praticamente a dire che ci sono quelli che si parlano solamente addosso e quelli che invece interagiscono con gli altri.
Detto questo sento l’esigenza di rispondere in un unico post cercando di raccogliere tutti i commenti scaturiti dal mio precedente sulla Task force di Tsipras che in poche ore, fra sabato e domenica scorse, ha raccolto sul web migliaia e migliaia di visualizzazioni e “condivisioni” sui social.
Premesso che le informazioni rivelate sono assolutamente veritiere e frutto dei miei consolidati contatti con il mondo variegato degli economisti (sempre in omaggio al detto dell’Avvocato per il quale anch’io preferisco non tanto parlare “di economisti”, ma “con gli economisti”) e che per ovvi motivi non ho volutamente rivelato i nomi di coloro i quali sono stati invitati a predisporre il “Piano B” di eurexit della Grecia a meno di non essere autorizzato espressamente dai diretti interessati, desidero fare delle opportune precisazioni per chi non ha compreso, o meglio per chi non ha voluto capire, ciò che ho chiaramente espresso del precedente post.
Questo per rispondere soprattutto a quelli “di sinistra” che mi sono sembrati i più scettici e sorpresi di non saperne nulla, cadendo come al solito nell’errore di credersi invece titolati nell’essere sempre informati e al centro delle vicende che coinvolgono altri della loro stessa fazione politica.
Non hanno ancora capito che proprio quelli che si definiscono “di sinistra” sono poi per primi quelli pronti a tirar fuori i coltelli contro i cosiddetti “compagni” (piuttosto si chiamano ancora così?), non fidandosi mai (giustamente) di condividere fra di loro i progetti più importanti e delicati.
Quelli “di sinistra” un po’ più svegli invece, come hanno dimostrato di esserlo nei fatti i vari Tsipras e Varoufakis, infatti non hanno fiducia verso quelli che sono sempre bravi a parlarsi solamente addosso e pronti a criticare tutto e tutti come è consuetudine nella “gauche” casareccia, ma che poi nella pratica non sono capaci neanche a sbucciare una patata o a cuocersi un uovo al tegamino per non parlare poi di quanto ne possano sapere come si progetti una obbligazione o come si ristruttura, magari accorpandola, con altre di caratteristiche diverse e che ignorano completamente le complesse problematiche e implicazioni giuridiche connesse ad una operazione del genere.
Tutte le volte che certe persone agiscono mi ricordano quelli che sono bravissimi ad esempio nel scrivere trattati come si scia, ma poi nella pratica non hanno mai calzato in vita loro un paio di scarponi! Per una volta tanto sono stati i greci ad esprimersi come il Marchese del Grillo: io so io e non siete un c…
Ebbene in Italia di questi soggetti, che non perdono mai l’occasione di pontificare e nel fare la parte del famoso Marchese, siamo strapieni e forse proprio per questo ci ritroviamo in queste condizioni!!!
Il criterio adottato per fortuna da quelli di “sinistra versione sveglia” di Atene è stato giustamente di coinvolgere varie personalità con forte propensione alla collaborazione e abituati al lavoro di equipe, indipendentemente dal proprio credo politico e a scartare a priori gli individualisti (soprattutto di sinistra) che considerano invece il proprio pensiero come dei dogmi monolitici e depositari di verità assolute e che il loro sport preferito sia quello di ribadire di averlo sempre più lungo degli altri (giusto il CV naturalmente!).
Ritornando alla Task force è ovvio che il neo governo greco abbia sentito l’esigenza di dotarsi di un serio e fattibile Piano B che pianifichi una eventuale uscita ordinata dall’euro nel caso la situazione economica e sociale precipiti nel prossimo futuro, ma questo non vuol dire che l’averlo solo previsto significhi automaticamente per il paese ellenico già aver preso la decisione per l’uscita.
Significa solamente avere a disposizione un’opzione non più ipotetica ma reale e realizzabile da utilizzare in qualsiasi momento.
D’altronde è facilmente intuibile, sempre per chi riesce almeno ad andare oltre al solito uovo al tegamino, che predisporre un vero e fattibile Piano B non è gioco da ragazzi, ed è necessario affidarsi a professionalità che sappiano affrontare il problema non solo dal punto di vista prettamente economico-finanziario ma anche giuridico, geopolitico, diplomatico, strategico, sociale e militare.
Insomma il ruolo dell’economia è certamente importante ma non esclusivo, perché un eventuale ripudio dall’euro da parte di un paese membro dell’unione monetaria provocherebbe problematiche a 360 gradi di complessa gestione.
Ne sa qualcosa Giulio Tremonti quando nel 2011 come Ministro dell’Economia aveva realmente predisposto una versione aggiornata del Piano B per un’uscita dell’Italia dall’euro e per chi volesse approfondire la vicenda può leggersi con calma il mio “Europa Kaputt (s)venduti all’euro” da pag. 97 nel capitolo per l’appunto “Piano B”.
D’altronde a supporto della notizia che il governo Tsipras ha nella manica un Piano B non campato in aria, arriva addirittura da Jean-Claude Juncker che, in un raro momento di lucidità, si è lasciato scappare un’intervista al Welt am Sonntag riportata in anteprima da un’agenzia del Corriere del Ticino alle ore 16,44 di sabato 7 marzo
http://www.cdt.ch/mondo/politica/126537/non-ci-sara-mai-un-grexit.html
nel quale specifica, nella miglior tradizione “excusatio non petita, accusatio manifesta”, che “non c’è nessuno che lavora per l’uscita dall’euro della Grecia”. Sembra quasi che rispondesse al post di Scenari economici!
Di rimando sul Corriere della Sera di domenica 8 marzo,
Danilo Taino ha intervistato Yanis Varoufakis a margine del convegno Aspen a Venezia svoltosi nel fine settimana, strappando al ministro ellenico la dichiarazione che se le Istituzioni europee (alias Troika) non cambieranno subito atteggiamento nei confronti delle politiche dell’austerity, sono pronti a promuovere senza esitazione un referendum popolare per l’uscita dall’euro.
E siccome a casa mia due più due ha sempre fatto quattro…
Sparate o meno che siano, anche un lattante comprende che se si fanno queste affermazioni pubbliche per poi poter essere credibili è necessario avere già predisposto un Piano B in piena regola ed essere disponibili a tirarlo fuori in qualsiasi momento!
Eppure quelli “di sinistra” non lo capiscono anche se in fatto di saper ciucciare il latte hanno dimostrato di essere maestri da tempi memorabili!
Sia chiaro che tutto questo posso permettermelo di affermarlo solo perché sono sempre stato lontano da ideologie e protezioni politiche grazie ai preziosi consigli di grandissimi professori di riferimento con la P maiuscola che a loro volta hanno sempre anteposto il bene del Paese alle convenienze di bottega.
Perciò cari amici che vi professate ancora “di sinistra” (sono convinto che quando avete scelto di esserlo l’avete fatto solo perché pensavate che faceva più fico rispetto che essere “di destra” e badate bene che non devo difendere nessuno perché anche la destra ha le sue brave colpe), mettetevi definitivamente l’anima in pace perché se la Grecia uscirà prima o dopo dall’euro voi sarete certamente gli ultimi ad apprenderlo magari dai giornali del giorno dopo e per voi rimarrà sempre una chimera aspirare ad avere le palle di qualcuno in quanto vi sfuggirà sempre invece di essere solo dei grandissimi e miseri coglioni!
Antonio Maria Rinaldi
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