Cultura
25 luglio 1943: ottant’anni dalla notte che vide la caduta del fascismo
Nessuno curiosamente se lo è ricordato, ma oggi cadrebbero ottanta anni dalla data del Gran Consiglio del Fascismo che segnò la caduta del Fascismo, il 25 luglio 1943. Un paese dove si vive di anniversari, praticamente senza mai distinguere fra storia e politica ci si è dimenticati di questa data, presi fra i pettegolezzi su Elkann e le piccole vicende attuali. Eppure ottant’anni fa si consumava una dramma che avrebbe originato una tragedia.
Mussolini inaugurò la riunione del massimo organo del regime fascista con un discorso secco che riassumeva la difficile, se non tragica, situazione militare, con la Sicilia ormai perduta e Roma pesantemente bombardata e che terminava con:
“«Ora il problema si pone. Guerra o pace? Resa a discrezione o resistenza a oltranza?… Dichiaro nettamente che l’Inghilterra non fa la guerra al fascismo, ma all’Italia. L’Inghilterra vuole un secolo innanzi a sé, per assicurarsi i suoi cinque pasti. Vuole occupare l’Italia, tenerla occupata. E poi noi siamo legati ai patti. Pacta sunt servanda.»
Mussolini non era uno stupido: capiva che la guerra era probabilmente persa, ma nello stesso tempo si rendeva conto che non era possibile staccarsi senza incorrere nelle ire di Hitler. Mussolini, secondo l’ambasciatore giapponese in Italia, cercava di raggiungere una pace separata con l’URSS, ancora possibile nel 1943, per poter poi concentrare l’azione militare contro gli alleati occcidentali e giungere a uno stallo.
La riunione del Gran Consiglio del 25 luglio invece votò il famoso “Ordine del Giorno Grandi”, che imponeva il ripristino “di tutte le funzioni statali” e invitava il Duce a restituire il comando delle forze armate al Re. Un modo dolce per dismettere il regime che, nelle parole di Grandi, avrebbe doovuto invece coinvolgere di più gli italiani, ma che, nella realtà dei fatti, diede l’alibi al Re per far dimettere Mussolini.
Questo OdG mise fine al regime e fece iniziare l’interregno di Badoglio, il mese e mezzo di confusa Cobelligeranza, in cui si combattevano, a malavoglia, gli alleati mentre si trattava la resa. Poi venne l’otto settembre…
Questo sceneggiato RAI presenta con una certa correttezza le fasi di quella drammatica notte.
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