Crisi
La Crisi e chi c’ha guadagnato
La stagnazione della euro-zone (che da tempo, per i GIIPS e gli altri €uro-periferici, indico come vera e propria stag-deflazione) durerà ancora per un tempo indefinito. L’impossibilità di aumentare ancora l’indebitamento delle famiglie (che poi diventa di Stato) nei Paesi avanzati sta portando in deflazione l’intero pianeta. La percentuale di benestanti che possono continuare a spendere è ai minimi degli ultimi 50 anni. La possibilità di spesa della middle-class mondiale che con i consumi di centinai di milioni di individui teneva a galla il sistema produttivo planetario è CROLLATA verticalmente, mandando in molti casi la stessa a rasentare il limite piuttosto alto della definizione di “povertà” in occidente, ovvero, le famiglie spendono solo per l’indispensabile e poco più.
I contraccolpi cominciano a farsi sentire, inesorabilmente, anche negli altri Paesi avanzati, dove in molti casi vediamo già un consistente aumento della disoccupazione, anche se ancora in maniera marginale: essi cominciano a non vedere più di buon occhio l’immigrazione che porterebbe via ulteriori posti di lavoro.
Quanto occorso in Svizzera nei giorni scorsi, che tramite referendum popolare ha deciso di limitare fortemente la “libera circolazione” dei nuovi “poveri” euro-pei alla ricerca di un lavoro fuori nazione, verrà portato avanti anche dagli altri Paesi europei “ricchi” fuori da euro-zone (ma anche no).
Entro l’anno prevedo che la UK abbandonerà definitivamente la UE e che altri Paesi dell’unione stessa limitino pesantemente a loro volta l’ingresso di stranieri, anche COMUNITARI, alla ricerca di lavoro. Voci in questo senso le abbiamo sentite provenire dall’Olanda, dalla Danimarca e anche dalla Svezia.
Tutto ciò porterà ad un empasse politico esacerbato dalla forte posizione NO-UE che prenderà la Francia alle imminenti euro-pee, tramite il Front National, che sembra già essere il partito di maggioranza relativa transalpino.
Sino a quando le cose andavano bene si era tutti fratelli ed innamorati del “fogno”, adesso che le salite si fanno più aspre cominciano i “distinguo”.
L’onda di ridondanza è già partita.
La “tregua” armata inerente la “guerra delle valute” finirà presto e vedremo l’escalation dei tumulti, a partire dai Paesi maggiormente esposti, quali i “materiaprimisti” e i “trasformisti”. Turchia, India e Sudafrica potrebbero essere le prime big a collassare, seguite a ruota da Indonesia, Russia e Brasile. Sembra che in Cina i prestiti OFF-shore (fatti fuori dal “ferreo” controllo bancario cinese) denominati in DOLLARI USA corrispondano alla modica cifra di 7.700 miliardi, i 2/3 del PIL dell’ex celeste impero. Il debito privato complessivo sembra essere del 230% del PIL, ovvero 24.000 miliardi di dollari USA. Circa 80.000 rivolte represse nel sangue scoppiano ogni anno nella sola Cina. Se laggiù si stesse così bene come vogliono farci intendere, perché mai l’esodo di cinesi verso i Paesi avanzati continua ad incrementare? Solo questi dati basterebbero a Non far dormire la notte TUTTI i politici e i responsabili delle B.C. mondiali.
L’intera Africa è in rivolta: in quasi tutto questo martoriato continente sussistono guerre civili e tumulti che spingono all’esilio coatto o volontario milioni di esseri umani oramai allo stremo.
Buona parte del Medio-Oriente è off-limits per gli stessi motivi.
Assisteremo sempre di più a trasmigrazioni bibliche verso zone più sviluppate e meno cruente (almeno per il momento). Tirare su BARRIERE anti-immigrazione sarà il leit-motiv che accompagnerà la seconda decade del nuovo millennio. Questa globalizzazione selvaggia che ha portato benefici solo ad una MINORANZA davvero, davvero ESIGUA, sta ammazzando l’intero pianeta. La globalizzazione coatta sarà la miccia che potrebbe far esplodere il globo.
Chi afferma che questo è il progresso è in mala fede e fa parte di quell’esigua minoranza.
Che genere di benefici ha portato all’umanità produrre ad un prezzo prossimo allo ZERO da “altraparte”per rivendere al massimo prezzo possibile da “questaparte”, senza che ciò abbia portato benefici tangibili ad una considerevole parte della popolazione globale stessa?
Cosa dovrà accadere ancora perché ci si metta ad un tavolo comune allo scopo di cercare una via nuova per uno sviluppo più equo e sostenibile?
Si dovrà per forza passare attraverso un conflitto come è sempre accaduto?
Possiamo fidarci di coloro i quali, da sempre, credono alla “mano invisibile” di un mercato perfetto che si auto-regola, senza che i Governi si intromettano nel tentativo di salvaguardare i più deboli? A tal proposito leggete cosa pensava Keynes circa la “teoria delle giraffe” e del “darwinismo economico”: erano gli anni 20 del XX° secolo.
L’€uro è destinato a morire e, purtroppo, i danni collaterali, in termini di ricchezza reale distrutta che avranno i 500 milioni di europei prima che ciò avvenga saranno ingentissimi, paragonabili sicuramente a quelli di una grande guerra e con l’aggravante che non ci sarà neppure una ricostruzione che farebbe ripartire la domanda aggregata quando tutto questo sarà finito.
Da studi effettuati ci risulta che le altre unioni monetarie coatte abbiano avuto una durata media di 15 anni circa. Questo è il 12esimo anno dell’era-€uro … quanto mancherà?
Le domande che mi si pongono più frequentemente sono queste:
<Il sogno euro-peo è stato un abbaglio politico di massa o è stata malafede?>
Propenderei per un mix esplosivo delle due cose: ignoranza ed ignavia nel 90% dei casi e malafede allo stato puro per il restante 10%.
<Chi ci ha guadagnato e cosa?>
Senza dubbi quel 10%: per aver svenduto le Nazioni sono stati ricompensati con sfavillanti carriere, molto denaro e potere. Uno smisurato potere.
Roberto Nardella, Economia5Stell ARS (Associazione Riprendersi la Sovranità)
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