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10 strategie di manipolazione da parte dei media: vi pare che le stiano usando anche in Italia?

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Titoli di giornali esagerati, informazioni fake, numeri sbagliati, immagini prese da videogiochi o da altri contesti. E’ sempre successo, ma in questi ultimi due anni le classiche manipolazioni mediatiche sono diventate molto più evidenti, pressanti, e anche più individuabili. Non a caso gli utenti che seguivano TV e giornali sono drasticamente diminuiti. Quello che i manipolatori del pensiero collettivo non avevano forse calcolato, è che la gente si può prendere in giro per tanto, tantissimo tempo. Ma non per sempre. Al risveglio di tante persone a cui stiamo assistendo, alla loro ritrovata capacità di ragionare con la loro testa e guardare con i loro occhi, dedichiamo questo articolo, che ci piacerebbe chiamare “Vecchie tecniche di Manipolazione”.

Storicamente i media si sono dimostrati altamente efficienti nel plasmare l’opinione pubblica. Grazie alla manipolazione e alla propaganda dei media sono stati creati o distrutti movimenti sociali, giustificate guerre, crisi finanziarie sono state minimizzate, spronate le correnti ideologiche preferenziali. I media hanno plasmato la realtà a piacimento all’interno della psiche collettiva.

Ma come individuare le strategie più comuni per comprendere questi strumenti psicosociali a cui, sicuramente, partecipiamo?  Incoraggiare la stupidità, promuovere a senso di colpa, promuovere la distrazione o costruire problemi artificiali e poi magicamente risolverli, sono solo alcune di queste tattiche, che vi andiamo ad illustrare. Provate a riconoscerle applicate anche in Italia.


1. La strategia della distrazione L’elemento primario del controllo sociale è la strategia di distrazione che è quella di deviare l’attenzione del pubblico da questioni importanti e cambiamenti determinati dalle élite politiche ed economiche, con la tecnica del bombardamento con continue distrazioni e informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche essenziale per prevenire l’interesse del pubblico circa la conoscenza essenziale nell’area delle scienze, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Mantenere l’attenzione pubblica distolta dai veri problemi sociali, affascinandolo con questioni di nessuna importanza reale. Mantieni il pubblico occupato, impegnato, coinvolto, senza tempo per pensare. (citazione dal testo Silent Weapons for Quiet War).”

2. Crea problemi, quindi offri soluzioni Questo metodo è anche chiamato problema-reazione-soluzione. Creare un problema, una “situazione” per causare una reazione nel pubblico, rendilo il principale dei passaggi che tu vuoi far accettare. Ad esempio: lascia che si dispieghi e intensifichi la violenza urbana,  affinché il pubblico si orienti a favore delle leggi e delle politiche di sicurezza che andranno a limitare in futuro anche la sua libertà. Oppure: crea una crisi economica tale far accettare come inevitabile la soppressione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3. La strategia graduale: consente l’accettazione di provvedimenti inaccettabili, basta applicarla gradualmente, con il contagocce, per anni consecutivi. Fu così che furono imposte condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (il neoliberismo) negli anni ’80 e ’90: lo stato minimo, le privatizzazioni, la precarietà, la flessibilità, disoccupazione massiccia, salari che non garantiscono un reddito dignitoso, tanti cambiamenti che avrebbero prodotto una rivoluzione se fossero state applicate una volta. La ben nota storia della rana bollita.

4. La strategia del differimento. Un altro modo per accettare una decisione impopolare è presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica “momentanea”, per creare la strada per una futura applicazione. È più facile accettare un futuro sacrificio che una strage (da virus pandemico, per esempio) immediata. Primo, perché lo sforzo non viene utilizzato immediatamente. Quindi, perché il pubblico, le masse, hanno sempre la tendenza ad aspettarsi ingenuamente che “tutto sarà migliore domani” (andrà tutto bene, ne usciremo migliori) e che il sacrificio oggi richiesto possa essere in futuro evitato. Questo dà al pubblico di più tempo per abituarsi all’idea del cambiamento e accettarlo con rassegnazione quando sarà il momento.

5. Rivolgiti al pubblico come ti rivolgeresti ad un bambino. La maggior parte della pubblicità in generale utilizza discorsi, argomenti, persone e in particolare l’intonazione dei bambini, con toni protettivi, come se lo spettatore fosse un bambino o un bambino mentalmente carente. Più si cerca di ingannare lo sguardo dello spettatore, più tende ad adottare un tono infantilizzante. Come mai? “Se si va da una persona come se avesse un’età di 12 anni o meno, poi, a causa della suggestione, tende con una certa probabilità a una risposta o reazione anche priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno. (Per esempio: “sono fiero di voi, gli italiani si sono vaccinati in massa, sono stati bravi e ragionevoli e meritevoli di lode. Come premio gli verrà tolta la mascherina all’aperto. Se continueranno a fare i bravi, un giorno la potranno togliere anche al chiuso“).

6. Usa il lato emotivo più che il ragionamento. Fare uso dell’aspetto emotivo è una tecnica classica per provocare un cortocircuito dell’analisi razionale, ed infine del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo serve ad aprire la porta all’inconscio per l’impianto o l’innesto di idee, desideri, paure e ansie, compulsioni, o indurre comportamenti che si vuole manipolare. (Odiate i non vaccinati, sono loro il pericolo, la causa di tutto, non lo Stato che vi cura e protegge).

7. Mantieni il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.  Rendere il pubblico incapace di comprendere le tecnologie e i metodi utilizzati per il controllo e l’asservimento. “La qualità dell’istruzione data alle classi sociali inferiori deve essere quella dei poveri e più mediocre possibile in modo che il divario di ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori è e rimane impossibile da raggiungere per le classi inferiori (vedi “Armi silenziose per una Guerra tranquilla).”

8. Incoraggiare il pubblico a compiacersi della mediocrità. Incoraggiare il pubblico a credere che il fatto è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti. (Della qualità dei nostri programmi televisivi, realityshow in primis, credo sia inutile discutere).

9. Rafforzamento dell’auto-colpevolizzazione. Lasciare che gli individui si auto incolpino per la loro disgrazia, credano che la causa del fallimento sia la loro scarsa intelligenza, la loro mancata abilità o i loro sforzi insufficienti. Quindi, invece di ribellarsi al sistema economico, l’individuo si auto-svaluta e si induce un senso di colpa, che produce depressione, uno dei cui effetti è di inibire qualunque azione. E, senza azione, non c’è rivoluzione.(Non vi vaccinate abbastanza, non lavorate abbastanza, evadete le tasse, non sapete riconvertire le vostre attività stando al passo con i tempi che cambiano…)

10. Conoscere le persone meglio di quanto loro conoscano se stesse. Negli ultimi 50 anni, i progressi della scienza accelerata hanno generato un divario crescente tra le conoscenze pubbliche e quelle possedute e gestite dalle élite dominanti. Grazie a biologia, neurobiologia e psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una sofisticata comprensione degli esseri umani, sia fisicamente che psicologicamente. Il sistema è arrivato conoscere meglio l’uomo comune più di quanto egli non conosca se stesso. Ciò significa che, nel nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un maggiore controllo e un grande potere sugli individui, maggiore di quella degli individui su se stessi.

Come difendersi? Vi rimandiamo al nostro articolo di ieri con qualche utile consiglio:

Piccolo prontuario di autodifesa mediatica

https://www.demenzemedicinagenerale.net/pdf/14-10-strategies-of-manipulation.pdf


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