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La cinese Sinopec vuole aprire una raffinerie alle porte dell’India

La Cina vuole costruire una grande raffineria nello Sri Lanka per assicurarsi il mercato dell’isola, scontrandosi però così sia con l’India sia con le preferenze dello stesso governo di Colombo

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Il gigante statale cinese dell’energia Sinopec sta spingendo per un maggiore accesso al mercato dello Sri Lanka, dove anche la rivale India sta cercando di espandere la sua presenza, mentre cerca di costruire la sua prima raffineria all’estero completamente controllata, riflettendo un cambiamento nella strategia globale dell’azienda per compensare il rallentamento della crescita della domanda in patria. La notizia è stata riportata da Reuters.

Sinopec, il più grande raffinatore di petrolio al mondo, dovrebbe completare uno studio di fattibilità entro giugno per un impianto presso il porto , di proprietà cinese e parte del Belt and Road,  di Hambantota, dopo aver ottenuto l’approvazione di Colombo lo scorso novembre, hanno dichiarato a Reuters due fonti industriali senior con conoscenza diretta della questione.

Mentre le fonti cinesi affermano che l’investimento, che Colombo ha valutato a 4,5 miliardi di dollari come il più grande investimento straniero di sempre del Paese, sia guidato da ragioni commerciali, la vicina India sta spingendo un piano rivale per costruire un oleodotto di prodotti combustibili verso la nazione insulare a sud-est del subcontinente, cercando quindi di prendere il controllo del mercaato di carburanti dell’isola.

Lo sforzo di Sinopec di costruire una raffineria con un orientamento più domestico, piuttosto che il progetto focalizzato sull’esportazione cercato dallo Sri Lanka, che non è stato riportato in precedenza, la mette in diretta competizione con gli interessi dell’India di espandere il suo ruolo di fornitore di energia al Paese. La Indian Oil Corp, gestita da New Delhi, è il secondo fornitore di carburante del Paese, dopo la Ceylon Petroleum Corp, di proprietà del Governo dello Sri Lanka. A questo punto ci sarebbe un grosso, terzo, incomodo.

Sinopec, che non ha reso pubblica la sua strategia, sta dando priorità all’investimento nello Sri Lanka e ad un altro in Arabia Saudita sotto un braccio di investimento appena lanciato, nel tentativo di sfruttare la sua esperienza nel settore e le proprie disponibilità finanziarie per espandersi a livello globale, mentre la domanda di petrolio si avvicina al suo picco in Cina, con il rallentamento della crescita economica e l’adozione di veicoli elettrici, hanno detto le fonti.

Gli sforzi di Sinopec segnano una nuova tendenza negli investimenti cinesi nel settore del petrolio e del gas all’estero, dopo che le fusioni e le acquisizioni si sono ridotte a soli 344 milioni di dollari nel 2023, una frazione del record di 31 miliardi di dollari nel 2012, secondo i dati LSEG, a seguito del crollo dei prezzi del petrolio del 2014/15 e mentre Pechino ha rafforzato il controllo sulle finanze dei suoi giganti petroliferi nazionali.

Interessi divergenti e una lotta di potere

Il progetto però vede una divergenza di interessi fra Colombo e Pechino: se la Cina vuole acquistare il controllo del crescente mercato interno dell’Isola, il governo locale, affamato di valuta estera, vorrebbe un impianto che dedicasse buona parte della propria produzione verso l’esportazione e non verso il mercato interno. Il governo locale vorrebbe che la produzione andasse all’80% all’estero, fornendo così la valuta forte al paese.

Però questo investimento cinesi si scontra direttamente con im progetti indiani, che, in accordo con lo Sri Lanka, prevedono la costruzione di grandi collegamente energetici fra il subcontinente e l’isola. L’India ha grandi interessi nello Sri Lanka e ha investito quattro miliardi di dollari di assitenza finanziaria d’emergenza durante la recente crisi finanziaria. Difficilmente Nuova Delhi lascerà che questo mercato venga conquistato da Pechino, in un momento in cui gli accordi cinesi con il Pakistan sono estremamente attivi e l’influenza cinese si allarga anche alle Mauritius.


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