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Hugo Boss vende i negozi al gruppo russo Stockmann, che venderà Hugo Boss. Come ti aggiro le sanzioni

Il grupp Hugo Boss vende i propri 19 negozi in Russia, comunque chiusi, ma continuerà a vendere i propri abiti all’ingrosso. Nel frattempo ha aumentato le vendite

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Come aggirare  le sanzioni, vivere felice e  continuare a fare tanti utili in Russia: il gruppo russo  Stockmann è diventato l’acquirente delle attività russe del produttore di abbigliamento tedesco Hugo Boss, che alla fine del 2022 comprendeva 19 negozi. L’accordo, secondo gli esperti, potrebbe costare 800 milioni di rubli, 8 milioni di euro, briciole, contro un valore di mercato calcolato in 18 milioni di  euro circa. Però, prima di pensare a una perdita, leggete sino in fondo.

La sottocommissione governativa per gli investimenti esteri ha approvato la vendita delle attività russe di Hugo Boss alla Stockmann JSC, ha riferito Interfax citando il vice capo del Ministero dell’Industria e del Commercio della Federazione Russa Viktor Evtukhov. La conclusione dell’accordo, secondo lui, è prevista nel terzo trimestre del 2024, contemporaneamente è prevista l’apertura dei negozi russi del marchio, che sono chiusi dalla primavera del 2022. Il signor Evtukhov ha aggiunto che una delle condizioni dell’accordo era il mantenimento dei posti di lavoro presso Hugo Boss.

Nel marzo 2022, dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino, Hugo Boss, insieme ad altri grandi rivenditori internazionali, ha sospeso le attività in Russia e le catene di negozi sono state chiuse. Alla fine del 2022, la divisione russa dell’azienda, Hugo Boss Rus, gestiva 19 negozi a Mosca, nella regione di Mosca, a San Pietroburgo e a Rostov sul Don.

Questo però assolutamente non significava che le spedizioni della società tedesca si fossero Allo stesso tempo, l’azienda ha continuato le spedizioni all’ingrosso. Secondo SPARK, le entrate di Hugo Boss Rus nel 2023 sono aumentate del 6,7%, a 6,7 ​​miliardi di rubli. Però, con i negozi chiusi il gruppo è andato in perdita.

Nel suo rapporto per la prima metà del 2023, Hugo Boss ha dichiarato di aver deciso di riorientare le sue attività russe sulle forniture all’ingrosso e di negoziare la vendita delle sue attività e passività nel Paese (la stessa dichiarazione è contenuta nell’ultimo rapporto del gruppo per 2023).

Negozio Hugo Boss

Stockmann è di proprietà di Yakov Panchenko. I ricavi del rivenditore nel 2023 sono aumentati del 54,5%, a 14,8 miliardi di rubli, 182 milioni di euro. Quin di ecco l’affare perfetto: comprare i negozi di Hugo Boss al prezzo a cui è obbligato a vendere, cioè la metà del vaalore di mercato, e continuare a vendere il marchio tedesco, acquistato all’ingrosso. Un accordo perfetto per tutti.

Lamoda lancia i propri marchi di abbigliamento

Nell’autunno del 2022, Yakov Panchenko ha acquistato l’attività del rivenditore online Lamoda dalla holding internazionale Global Fashion Group (GFG), che ha sospeso gli investimenti in Russia dopo l’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina. Successivamente Lamoda ha affittato i locali precedentemente occupati da Adidas e al loro posto ha aperto i negozi Lamoda Sport.

Questa esperienza aiuterà Stockmann nel rilancio dei negozi Hugo Boss, osserva Olga Sumishevskaya, partner di One Story. L’abbigliamento con i marchi Hugo e Boss è ora presentato nei grandi magazzini Stockmann, come risulta dalle informazioni sul sito web della catena.

Ma resta la questione sull’utilizzo di un marchio tedesco da parte di un acquirente russo. Gli acquirenti del settore della moda di marchi internazionali che hanno lasciato la Russia di solito hanno rinominato i negozi (ad esempio, gli outlet Maag hanno aperto al posto dei negozi Zara e i negozi Re hanno aperto al posto di Reserved). Ma per l’abbigliamento e gli accessori premium, un marchio internazionale è particolarmente importante.

Cos’è il genio, se non improvvisazione? Il gruppo Stockmann ha registrato i marchi “Hugo” e “Boss”, ma scritti nell’alfabeto cirillico. Quindi i negozi, per il consumetore russo, si chiameranno “Hugo” o “Boss”,, esattamente come quelli occidentali, ma con caratteri cirillici comprensibili in Russia.

Intanto il gruppo tedesco continuerà a vendere i propri abiti in Russia, all’ingrosso, e questi saranno commercializzati ai ricchi russi.

Quindi tutto è bene quel che finisce bene per gli affari. Un po’ meno per i politici tedeschi o occidentali, che a parole promettono sfracelli, poi, per fortuna  permettono tranquillamente che le merci passino. Anche perché non c’è uno stato di guerra con la Russia e, comunque, dove non passano le merci, passano gli eserciti.


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