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🚗 La Svolta fiscale del Regno Unito: l’auto elettrica non è più esente, Arriva la tassa sul chilometraggio

Il Regno Unito volta pagina: addio all’esenzione fiscale per auto elettriche. Arriva la controversa “pay-per-mile”, una tassa sul chilometraggio che rischia di frenare la transizione verde e crea un precedente globale. L’esperto: il “buco nero” fiscale è un problema di tutti.

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La presentazione del bilancio autunnale del Regno Unito, oscurata dalle immancabili turbolenze politiche e dai timori per il mercato obbligazionario, ha celato una mossa fiscale audace che proietta l’economia britannica in un territorio inesplorato. Il Cancelliere Rachel Reeves ha infatti presentato un piano che include una nuova imposta sui veicoli elettrici e ibridi basata sul chilometraggio percorso.

Sebbene si tratti di un’idea già discussa e adottata da alcune economie minori, il piano del Regno Unito costituisce un precedente di enorme rilevanza: è la prima volta che una grande economia introduce una tassa di questo tipo sulle auto a batteria.

L’iniziativa, denominata “pay-per-mile”, è un tentativo pragmatico, per quanto controverso, di affrontare il “buco nero” delle entrate fiscali sui carburanti tradizionali, in inevitabile diminuzione con la crescente elettrificazione della mobilità.

💰 I dettagli tecnici: quanto ci costa la ricarica

Il meccanismo è chiaro, anche se la sua attuazione non è priva di incognite burocratiche. L’imposta entrerà in vigore da aprile 2028 e si basa su un sistema di dichiarazione del chilometraggio annuale, verificato in sede di revisione del veicolo (o agli anniversari di immatricolazione per le auto più recenti).

Tipo di VeicoloTassa per MiglioEquivalente per ChilometroPrevisione di Spesa (8.500 miglia/anno)
Elettrico Puro3 penceapprox 2,1 centesimi di euroapprox £255
Ibrido Plug-in1,5 penceapprox 1,05 centesimi di euroapprox £ 127,5

Nota: Queste tariffe sono destinate ad aumentare annualmente in linea con l’inflazione, e il pagamento sarà integrato nell’attuale sistema di tassazione dei veicoli a motore (DVLA). L’Office for Budget Responsibility (OBR) prevede che questa nuova tassa genererà  1,1 miliardi di sterline nell’anno fiscale 2028-29, salendo a  1,9$ miliardi di sterline  nel 2030-31, coprendo circa la metà della tassa sul carburante pagata da un’auto a benzina.

🤯 La contraddizione elettrica: incentivi e disincentivi

La misura ha subito scatenato polemiche, soprattutto a causa di una palese (e, potremmo dire, keynesianamente ironica) contraddizione politica:

  1. Estensione dei Sussidi: Contestualmente alla nuova tassa, il governo Labour ha esteso un taglio di 5 pence sulla tassa sui carburanti fino a settembre del prossimo anno per sostenere i cittadini contro l’impennata dei costi energetici.

  2. Tassazione Verde: Si tassano i veicoli elettrici, che il governo stesso intende promuovere come parte della transizione ecologica (ricordiamo che dal 2030 tutte le nuove auto dovranno essere elettriche o ibride, un termine più restrittivo dell’UE).

Come ha osservato il Centre for Economics and Business Research (CEBR), questo “pedaggio chilometrico per i veicoli elettrici è particolarmente incoerente con la precedente politica che ne incoraggiava la vendita”.

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L’Impatto sul Mercato

La mossa sembra un tentativo di “avere la botte piena e la moglie ubriaca”: si incentiva l’acquisto (estendendo gli attuali sussidi fino al 2029-30 con aiuti fino a  3.750 sterline , ma al contempo si pone un freno significativo sulla domanda.

  • L’autorità fiscale prevede una riduzione netta di 120.000 unità nelle vendite totali di veicoli elettrici entro il 2030-2031, nonostante l’estensione dei sussidi.

  • L’OBR è lapidario: questo sovrapprezzo “probabilmente ridurrà la domanda di auto elettriche“.

I precedenti non sono incoraggianti: Nuova Zelanda e Islanda, gli unici Paesi ad aver introdotto tasse di percorrenza simili nel 2024, hanno registrato cali significativi e immediati nelle vendite di veicoli elettrici.

🛑 Il “Buco Nero” fiscale e i rischi pratici

Londra, come ogni capitale occidentale, deve affrontare il problema di sostituire i  24,4 miliardi di sterline  generati nell’anno fiscale corrente dalle tasse sui carburanti – una cifra che si prevede si dimezzerà entro il 2030. Questa tassa chilometrica è la risposta.

Javier Blas, rinomato esperto di energia di Bloomberg, ha definito il cambio di mentalità “assolutamente necessario”, ma sottolinea che il grosso problema è il “come”.

I Fallimenti Potenziali del “Come” Britannico

Il governo ha scelto un sistema a bassa tecnologia (dichiarazione del chilometraggio) per evitare la percezione del “Grande Fratello” (tracciamento GPS), ma questo solleva enormi problemi di praticità:

  • Manomissione: Le autorità ammettono un potenziale aumento della manomissione del contachilometri per evadere il pagamento.

  • Distorsioni Ibride: Le auto ibride plug-in, pur godendo di un’aliquota inferiore, pagherebbero sia la tassa chilometrica che la tassa sul carburante quando usano il motore a benzina per i lunghi viaggi. Questo sistema crea inoltre un incentivo fiscale, non ecologico, per i percorsi brevi.

  • Viaggi Internazionali: Un conducente britannico di un’auto elettrica pagherebbe la tassa chilometrica al Tesoro britannico anche quando guida all’estero, un aspetto che, in un contesto post-Brexit, solleverebbe sicuramente controversie internazionali.

  • Proprietà vs. Utilizzo: La tassa grava sul proprietario del veicolo, generando confusione nel caso di auto aziendali o a noleggio, a differenza della tassa sul carburante, pagata semplicemente da chi fa rifornimento.

L’analista di Bloomberg conclude con un monito amaro: “Reeves potrebbe ottenere la sua tassa, ma perdere un settore”. La tassa sui veicoli elettrici è destinata a durare e ad aumentare, ma l’implementazione britannica dimostra quanto sia difficile abbandonare la semplicità delle vecchie accise: erano economiche da amministrare e quasi impossibili da evadere.

Morale della favola: il Regno Unito tassa auto ibride ed elettriche per compensare le minori entrate derivanti dalla vendita dei carburanti, come se l’elettricità non fosse già tassata. Chi aveva comprato l’auto elettrica per il risparmio fiscale rimane fortemente deluso. Alla fine, comunque, paga, in un modo o nell’altro.

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Domande e risposte

L’introduzione di questa tassa non contraddice gli obiettivi ecologici del Regno Unito?

Assolutamente sì. La misura è stata criticata da diversi centri di analisi, come il CEBR, per la sua incoerenza. Il governo intende promuovere l’elettrico, ma al contempo introduce un costo significativo che disincentiva l’acquisto, come dimostrato dalle previsioni OBR e dai precedenti in Nuova Zelanda e Islanda. L’obiettivo primario non è la sostenibilità, ma la sostenibilità fiscale: sostituire le crescenti perdite di gettito dalle accise sui carburanti. È una mossa pragmatica e cinica, che mette le esigenze di bilancio davanti agli obiettivi di transizione ecologica a breve termine, pur mantenendo un piano di incentivi per mitigare il colpo.

Perché il Regno Unito ha scelto un sistema di tassazione basato sul chilometraggio e quali sono i rischi pratici?

Il Regno Unito deve affrontare un “buco nero” fiscale stimato in miliardi di sterline a causa dell’abbandono dei carburanti tradizionali. La tassa sul chilometraggio (pay-per-mile) è stata scelta come sostituto diretto della tassa sui carburanti. I rischi pratici, evidenziati da esperti come Javier Blas, sono numerosi a causa del sistema a “bassa tecnologia” adottato. Questo sistema, basato sulla dichiarazione annuale del chilometraggio (per evitare il tracciamento GPS), è estremamente vulnerabile alla manomissione del contachilometri. Inoltre, crea complicazioni burocratiche per i viaggi all’estero e distorsioni nel trattamento fiscale tra auto elettriche pure e ibride plug-in, aumentando la confusione amministrativa e la potenziale evasione.

In che modo il costo per un’auto elettrica tassata sul chilometraggio si confronta con le tasse attuali su un’auto a benzina?

Secondo l’Office for Budget Responsibility (OBR), la nuova imposta è stata calibrata per essere circa la metà della tassa sul carburante pagata dagli automobilisti a benzina. Si stima che un automobilista di un’auto elettrica che percorre circa 8.500 miglia pagherà circa  255 sterline  all’anno in tasse sul chilometraggio. Questo è un costo aggiuntivo rispetto all’energia elettrica consumata, ma rimane inferiore all’onere fiscale totale (accise sul carburante più bollo) sostenuto dai veicoli a combustione interna. L’aliquota più bassa per le auto ibride (1,5 pence/miglio) riflette il loro minore impatto sull’ambiente rispetto alla benzina pura, sebbene i plug-in paghino comunque anche le accise quando usano il motore termico.

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