Secondo Zero Hedge la Grecia, col nuovo governo, sta finalmente dando segnali di agire nel proprio interesse, anche in un ambito che finora non si era tenuto in considerazione: la Grecia potrebbe esercitare il suo potere di veto sulle sanzioni alla Russia, o almeno usarlo come arma di contrattazione. In realtà, però, l’ipotesi è ben presto tramontata: a puntualizzare per primo che la Grecia non è contraria alle sanzioni ci ha pensato il ministro dell’economia Varoufakis sul suo blog, e poi KeepTalkingGreece ci racconta come è andata.
Ecco l’articolo di Tyler Durden (Zero Hedge), 29 gennaio 2015:
Due giorni fa, Zero Hedge per primo e poco dopo tutti gli altri, hanno notato qualcosa di incredibile: la più grande sorpresa emersa finora dal nuovo governo greco anti-Troika/austerity non era poi tanto la sua intenzione di andare avanti con il primo test sul “Debito Odioso” – questo si sapeva ampiamente in anticipo – quanto la sua drammatica svolta di allontanamento da Germania ed Europa, e di avvicinamento alla Russia.
Come abbiamo già notato, non solo la Grecia ha già bloccato tutti i processi di privatizzazione in corso, un chiaro affronto alla Merkel e alla Troika che vogliono la svendita pezzo per pezzo della Grecia agli acquirenti occidentali come parte del “salvataggio”, ma sta anche esaminando dei piani per reintegrare i lavoratori del settore pubblico e ha annunciato degli aumenti delle pensioni per le persone a basso reddito: altre chiare violazioni delle condizioni di austerità della Troika.
Ma il messaggio più importante che Tsipras sta mandando all’Europa è che (dopo aver incontrato l’ambasciatore russo subito dopo la sua elezione) la Grecia sta ora realmente esercitando il suo potere di veto in materia di future sanzioni alla Russia!
Si era già accennato a questo per la prima volta quando il Ministro degli Esteri, Nikos Kotzias, che oggi giunge a Bruxelles per discutere le possibili ulteriori sanzioni alla Russia dovute al conflitto in Ucraina, alcuni giorni fa aveva detto che il governo greco era in disaccordo con una dichiarazione dell’UE nella quale il presidente Donald Tusk aveva prospettato “ulteriori misure restrittive” verso la Russia. Come già osservato da Bloomberg, nei mesi recenti Kotzias ha scritto su Twitter che le sanzioni contro la Russia non erano nell’interesse della Grecia. Ha detto in un blog che la nuova politica estera della Grecia dovrà concentrarsi sul fermare la trasformazione in corso dell’UE “in un impero idiosincratico sotto il dominio della Germania”.
E l’Europa, scioccata che uno dei suoi abbia osato mettere in questione la sua “unanime” politica verso la Russia, una politica guidata dal Dipartimento degli Esteri degli USA – la cui opinione sull’Europa è stata bene riassunta in uno sfogo, intercettato, di Victoria Nuland nel febbraio 2014: “Fuck the EU” (“Vaffanculo l’UE”, ndt) – è stata costretta a fare marcia indietro. Dal DPA:
L’Unione Europea mercoledì ha negato di avere ignorato le obiezioni della Grecia nell’emettere una dichiarazione che prospettava nuove sanzioni contro la Russia.
La zuffa è la prima di una serie di scontri attesi tra Bruxelles e il nuovo Primo Ministro greco, Alexis Tsipras, che è stato eletto domenica con la promessa di rinegoziare il bailout concesso alla Grecia dai suoi vicini europei e dal Fondo Monetario Internazionale.
Tsipras si è già espresso in passato contro le sanzioni alla Russia, rifiutando l’uso del “linguaggio da Guerra Fredda”.
L’UE ha imposto diverse tornate di sanzioni contro la Russia per il ruolo di quest’ ultima nella crisi ucraina, specialmente misure economiche che restringevano l’accesso della Russia al mercato del credito e all’export europeo. In una dichiarazione fatta martedì mattina, i leader UE hanno incaricato i loro ministri degli esteri di considerare “ulteriori misure restrittive” nel loro incontro di giovedì.
Ma Tsipras si è lamentato sui media greci che il suo paese non è stato consultato su questa dichiarazione. “La Grecia non lo permette”, ha affermato martedì sera una dichiarazione rilasciata dall’ufficio di Tsipras, aggiungendo che l’annuncio di Bruxelles viola la “procedura corretta”.
Un portavoce del presidente Donald Tusk, che ha emesso la dichiarazione a nome dei leader, nega che Atene sia stata messa da parte durante la preparazione del testo.
“Noi consultiamo tutti, come abbiamo sempre fatto, e non abbiamo ignorato o escluso la Grecia in alcun modo – al contrario”, ha detto Preben Aamann. “Abbiamo cercato di trovare una soluzione speciale che andasse bene anche a loro”.
In realtà ciò che l’UE “ha sempre fatto” è stato ignorare le voci e gli interessi di tutti, ad eccezione di quelli del più forte. E quanto a “non ignorare” la Grecia, a quanto pare l’UE ha mancato al suo dovere. Solo che stavolta la Grecia, il cui governo non è più un lacchè dell’eurozona, non ha lasciato passare: “L’emittente greca Skai ha detto che il nuovo Ministro degli Esteri, Nikos Kotzias, porterà la questione sul tavolo di Bruxelles durante la riunione di giovedì. Lo stesso Tsipras è atteso nella capitale belga il 12 febbraio, per un vertice UE sulla situazione in Ucraina”.
E così la Russia ha ottenuto una vittoria del tutto inattesa in Europa: “Le sanzioni UE richiedono l’unanimità per entrare in vigore, quindi un veto della Grecia potrebbe bloccare ogni misura ulteriore“. E tutto grazie all’epica gaffe di Bruxelles che ha permesso che un paese europeo esprimesse la sua opinione in modo democratico.
Non è stato solo Zero Hedge a indicare in anticipo la svolta greca sulla Russia. Anche Greg Gibbs della RBS ha detto che le “preoccupazioni che il governo greco possa minacciare il veto su ulteriori sanzioni alla Russia, in cambio della riduzione del debito, alimentano il timore di conflitti“.
Certo la Germania, la cui teatrale opposizione alla stampa di moneta si è piegata la scorsa settimana come la sedia da giardino di Boehner, dato che ora è fin troppo chiaro che il mantenimento della dominanza dell’esport tedesco (da cui l’avversione al marco tedesco) e la santità della Deutsche Bank è tutto ciò che conta, e poco importa delle preoccupazioni della gente sull’iperinflazione, è abbastanza furiosa che le grandi ambizioni della potenza economica europea – che come abbiamo appena riportato è ora ufficialmente entrata in deflazione – siano state infrante dalla minuscola Grecia, funestata dalla depressione.
Ecco qui il ministro dell’economia tedesco Gabriel che lancia fuoco e fiamme sulla Grecia. Da Reuters:
La Grecia non dovrebbe gravare sul resto d’Europa con i suoi dibattiti politici interni, ha detto giovedì il Ministro all’Economia Sigmar Gabriel, aggiungendo che le disuguaglianze all’interno della Grecia sono il vero colpevole dei problemi che il paese sta cercando di scaricare sui suoi creditori.
Gabriel ha detto al parlamento che la Grecia dovrebbe stare nell’euro, ma che il nuovo leader di sinistra, Alexis Tsipras, deve rispettare i termini del salvataggio. La Grecia non può incolpare la “troika” dei creditori multilaterali per la sua iniqua distribuzione interna della ricchezza, ha detto.
“Tutte le persone democratiche devono rispettare la decisione democratica degli elettori, e un governo neo-eletto ha il diritto di decidere che percorso intraprendere – ma il resto dei cittadini europei non dovrebbero aspettarsi che i cambiamenti politici in Grecia si scarichino su di loro”, ha detto.
Certo, finché i cambiamenti politici in Grecia hanno permesso al resto dei cittadini europei di continuare a trarre benefici a spese della Grecia, nessuno ha battuto ciglio. Ma cambiate cambiate l’equazione e si scatena l’inferno.
E la conferma finale che all’improvviso la piccola Grecia può riavere tutti i poteri in Europa è che poco fa il Ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeir, ha detto che le sanzioni europee alla Russia sono state complicate dal “nuovo governo greco”.
La buona notizia per la Grecia, naturalmente, è che ora ha tutte le opzioni: può usare il suo potere di veto come merce di scambio per sbloccare la politica estera degli USA in Ucraina (perché, alla fine della fiera, l’Europa ci sta solo perdendo dalle sanzioni alla Russia) e chiedere un taglio del debito in cambio dell’appoggio a John Kerry su ulteriori “punzioni” alla Russia. O può semplicemente tenere duro e valutare una migliore offerta della Russia e dei BRICs, il cui potere può essere puramente teorico ora che il petrolio è crollato, ma se e quando scoppierà l’ultima bolla dei titoli spazzatura dello shale e la ripresa USA sullo shale sarà sfumata, mandando di nuovo alle stelle il prezzo del petrolio ai 100 dollari al barile, allora vedrete come i paesi esportatori di petrolio ritorneranno col botto, e detteranno le condizioni geopolitiche.
E quasiasi cosa succeda, per favore non ricordate a Bruxelles che il punto numero 40 del Manifesto dei 40 Punti di Syriza, cioè l’opzione “nucleare”, è “La chiusura di tutte le basi straniere in Grecia e il ritiro dalla NATO“.
È stato spiacevole che il Business New Europe si sia spinto fino a chiedersi se il nuovo governo greco sia “Il nuovo cavallo di troia dentro l’UE?“.
In ogni caso, l’equilibrio del potere in Europa si è spostato in un modo che nessuno aveva anticipato:
I maggiori vincitori: anche se solo per ora: Grecia e Russia (e, anche se non lo ammetteranno mai, tutti gli europei che hanno un disperato bisogno delle importazioni russe.)
I maggiori perdenti: tutti gli eurocrati non eletti di Bruxelles che in questo momento si stanno grattando il capo su come portare a John Kerry la brutta notizia che non c’è più l’unanimità sulle sanzioni alla Russia, e tutto grazie ad un paese che nessuno avrebbe pensato potesse osare di dire la sua.
Qui la puntualizzazione di Yanis Varoufakis:
Una questione di rispetto (o di mancanza di): il veto alle sanzioni che non è mai esistito
29 gennaio 2015
Sin dal primo giorno del nostro incarico di governo, mi ha impressionato il potere di disinformazione dei media. La stampa del mondo di è riempita di articoli su come la prima ‘mossa’ in politica estera del governo SYRIZA sia stata di porre il veto sulle nuove sanzioni nei confronti della Russia. Ora, io non sono qualificato a parlare di affari esteri, ma, comunque, devo condividere questo con voi, a livello personale. Il nostro Ministro degli Esteri, Nikos Kotzias, ci ha illustrato che nel suo primo giorno di lavoro ha sentito nei notiziari che l’UE aveva approvato all’unanimità le nuove sanzioni sulla Russia. Il problema era che a lui, e al nuovo governo greco, non era stato chiesto niente! Quindi, chiaramente, la questione non è se il nostro nuovo governo sia d’accordo o meno con le nuove sanzioni alla Russia. La questione è se il nostro consenso possa essere dato per scontato senza nemmeno dirci di cosa si tratta! Dal mio punto di vista, anche se (lasciatemelo ripetere) io non sono di certo qualificato a parlare di affari esteri, questa è solo una questione di rispetto della nostra sovranità. Riescono i giornali di tutto il mondo a fare questa importante distinzione tra la protesta per essere stati trascurati, dalla protesta contro le sanzioni stesse? O è troppo complicato?
E qui il racconto degli eventi da parte di KeepTalkingGreece, che non nasconde una certa soddisfazione per aver avuto il privilegio di essere stati chiamati a firmare e aver potuto forse strappare qualche piccola concessione:
29 gennaio 2015
EuObserver e diversi articoli sui media greci riportano che i paesi dell’UE hanno deciso all’unanimità di prolungare le sanzioni alla Russia per sei mesi, confermare la lista nera, e preparare ulteriori sanzioni economiche in caso di necessità. Le sanzioni sarebbero terminate a marzo, con la dilazione saranno valide fino al prossimo settembre.
In precedenza la Grecia aveva espresso delle riserve, ma poi ha fatto marcia indietro.
I miglioramenti rispetto alla versione originale che era stata pubblicata lunedì, provocando la reazione del governo greco, sono che 1) la Russia ha evitato la condanna morale e politica da parte dell’UE e 2) le sanzioni economiche non sono state prorogate per un anno (come previsto nel testo originale), ma solo per sei mesi. Inoltre è stata aggiunta una frase sulla protezione dei cittadini di origine greca di Mariopol.
[…]
“Queste non sono nuove sanzioni, ma l’estensione di quelle vecchie”, ha detto il ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias dopo la riunione. Secondo MEGA TV, Kotzias ha detto che:
“Se la Russia non va al tavolo dei negoziati, l’intera questione sarà riesaminata in seguito”
e ha aggiunto:
“Chiunque crede che la Grecia difenda gli interessi della Russia non ha capito l’orientamento del governo greco.“
Il Governo greco ha rilasciato una dichiarazione che descrive la decisione dei ministri degli esteri dell’UE come “un grande successo per la diplomazia greca.”
“La diplomazia greca ha trovato in cooperazione con altri paesi una soluzione diplomatica per l’Ucraina, per rovesciare il clima da guerra fredda che stava favorendo le nuove sanzioni alla Russia, un clima che era cresciuto negli ultimi giorni.”
Il partito di governo della Grecia ha osservato che non ci sarà alcun aumento delle sanzioni economiche “nonostante i messaggi iniziali” e che “non vi è stato alcun riferimento esplicito ad aggiungere nomi di cittadini russi alle liste per le sanzioni individuali”
PS. Ho anche letto da qualche parte, che Kotzias ha detto che “non ha alcuna intenzione di limitarsi solo a firmare i documenti che gli vengono inviati (dall’UE).”
Quando è stata l’ultima volta che abbiamo sentito parlare di un intervento costruttivo da parte della diplomazia greca? Deve essere stato tanto tempo fa …
Ben fatto, Grecia!
Esteri
ZERO HEDGE: La Grecia Potrebbe Porre il Veto sulle Sanzioni alla Russia? VAROUFAKIS: No, solo un puntino sulla i
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