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“Xiaokang” e “Milizia Marittima”: gli strumenti di penetrazione ibridia cinese nelle aree contese

La Cina usa degli strumenti ibridi civili e militari per affermare il suo potere nelle aree contese: su tella il Xiaokang, per lmare la Miliza Marittima

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La Cina, la seconda nazione più popolosa del mondo, sta portando avanti le sue ambizioni globali attraverso strategie terrestri e marittime che mescolano abilmente elementi militari e civili controllati dallo stato. Questi sforzi mirano a espandere il territorio e ad aumentare il dominio commerciale senza ricorrere a conflitti diretti. Un aspetto chiave di questo approccio consiste nell’utilizzare le forze civili come supporto indiretto agli obiettivi militari.

Nota per le sue politiche espansionistiche, la Cina non mira solo a diventare una superpotenza mondiale, ma sta anche studiando come impadronirsi delle terre vicine senza impegnarsi in un conflitto diretto, ma con una progressiva lenta occupazione. Per raggiungere questo obiettivo, l’esercito cinese si avvale del sostegno indiretto delle forze civili, che spesso vengono utilizzate come scudo dall’Esercito Popolare di Liberazione (PLA).

“Xiaokang” e “Milizia Marittima”

Ne sono un esempio i villaggi di difesa dei confini “Xiaokang” e la Milizia Marittima, forze non tradizionali coinvolte in operazioni nella zona grigia.

Queste operazioni – l’impiego di metodi non tradizionali per raggiungere obiettivi di sicurezza senza provocare conflitti armati – sono spesso discusse nella letteratura militare. Analizziamo in dettaglio come le forze civili vengono utilizzate per sostenere gli sforzi militari della Cina sia a terra che in mare.

Viallaggio Xiaokang

Il termine “Xiaokang” si traduce in “moderatamente prospero”. L’iniziativa Xiaokang è destinata a popolare le 21 contee himalayane di confine, tra cui le prefetture di Nyingchi, Shannan, Shigatse e Ngari. Il piano prevede la costruzione di nuove case Xiaokang, infrastrutture e strutture di servizio pubblico in queste aree per rafforzare e arricchire le regioni di confine del Tibet.

L’iniziativa coinvolge i villaggi del Tibet, tra cui Zhuangnan, Yarao, Kuiqiongmen e Majiduncun, che presentano comunemente strutture militari o a doppio uso.

In particolare, il piano di confine Xiaokang mira a popolare queste aree con individui fedeli al Partito Comunista Cinese (PCC), creando una forza di confine civile attraverso la strategia di fusione militare-civile della Cina, che è stata sempre più enfatizzata sotto la leadership di Xi Jinping.

Negli ultimi cinque anni, la Cina ha costruito più di 600 villaggi lungo il confine con l’India nella Regione autonoma del Tibet. Dal 2019, la Cina sta costruendo villaggi lungo la LAC e, sebbene molti di questi fossero inizialmente non occupati, di recente hanno visto nuovi residenti.

Alcuni di questi villaggi si trovano lungo la LAC, di fronte alla Valle di Lohit e al settore di Tawang dell’Arunachal Pradesh, una regione amministrata dall’India ma in gran parte rivendicata dalla Cina come “Tibet meridionale”. Popolando e ripopolando queste aree di confine, la Cina sembra rafforzare le proprie rivendicazioni territoriali creando una “popolazione stanziale” nelle regioni contese.

La Cina sta rapidamente migliorando questi villaggi a doppio uso, civile e militare,  lungo i confini contesi. Tra questi villaggi remoti vengono costruite nuove strade e quelli che potrebbero diventare piccoli avamposti di sicurezza. Data l’attenzione della Cina alla fusione militare-civile, si prevede che questi villaggi di frontiera Xiaokang serviranno come postazioni avanzate per il dispiegamento di truppe.

L’estesa rete di strade e la forza civile attiva vicino al confine funzionerebbero come forza di difesa, fornendo risorse e supporto in caso di schermaglie di confine, trasformando di fatto questi villaggi in cantonment di truppe estesi vicino alla LAC.

Questi villaggi, spesso accompagnati da infrastrutture militari e a doppio uso, servono alla Cina come strumento di “zona grigia” per affermare e difendere le proprie rivendicazioni nelle aree contese. Le immagini satellitari commerciali rivelano i rapidi e significativi progressi che la Cina sta compiendo in questi villaggi di confine, nonostante l’ambiente ostile d’alta montagna.

Secondo i media, questi complessi includono caserme, muri perimetrali e torri di radionavigazione/comunicazione, il che suggerisce la probabile presenza dell’esercito cinese, l’Esercito Popolare di Liberazione (PLA). È anche possibile che queste strutture siano gestite dalla polizia paramilitare armata del popolo (PAP). Secondo la legge cinese sui confini terrestri, sia il PLA che il PAP condividono la responsabilità di difendere i confini della Cina da attacchi armati o altri sconfinamenti.

Milizia Marittima cinese da Global Times

Anche il mare vede una strategia simile: la Milizia Marittima In mare, la Cina impiega la Milizia Marittima per sostenere l’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) nell’affermazione delle rivendicazioni territoriali, in particolare nel Mar Cinese Meridionale. La Milizia Marittima è spesso descritta come un’armata oscura, una flotta di imbarcazioni che sembrano normali pescherecci ma che possono mobilitarsi per scopi militari.

La Milizia marittima esiste da decenni, ma sotto la guida del presidente Xi Jinping è diventata più professionale, meglio equipaggiata e sempre più militarizzata. Ufficialmente, la Repubblica Popolare Cinese (RPC) definisce la sua milizia come “un’organizzazione armata di massa composta da civili che mantengono il loro lavoro regolare”, che serve come componente delle forze armate cinesi e come “forza ausiliaria e di riserva” del PLA.

Pescherecci cinesi

La Milizia Marittima opera indipendentemente dalla Marina Militare e dalla Guardia Costiera Cinese (CCG). È composta da cittadini che lavorano nell’economia marittima e che ricevono un addestramento dalla PLA e dalla CCG per svolgere compiti come il pattugliamento dei confini, la sorveglianza, la ricognizione, il trasporto marittimo, la ricerca e il salvataggio e il supporto alle operazioni navali in tempo di guerra.

La Milizia Marittima è composta da due forze principali. La prima è una “Flotta professionale”, composta da almeno 100 imbarcazioni appositamente costruite che sembrano pescherecci, ma sono più robuste e dotate di tecnologia di livello militare.

La seconda flotta, nota come “Pescherecci della spina dorsale delle Spratly” (SBFV), è composta da veri e propri pescherecci arruolati nelle missioni della Cina. Queste imbarcazioni operano dai porti di Hainan e Guangdong. La flotta professionale è in grado di pescare quando è necessario, ma spesso rimane inattiva e poi si raggruppa in luoghi contesi. Gli equipaggi delle SBFV ricevono lucrosi sussidi governativi per il carburante per le missioni di milizia.

Gli Stati Uniti, alleati delle Filippine, hanno ripetutamente accusato le milizie marittime cinesi di violare il diritto internazionale per far valere le loro ampie e illegali rivendicazioni marittime. Schierando navi in gruppo, la Cina cerca di sfidare le regole della libertà di navigazione, di rafforzare le proprie rivendicazioni marittime, di assicurarsi risorse vitali e di estendere la propria influenza economica a livello globale.

Milizia Marittima nei pressi delle aree contese con le filippine

Le flotte cinesi di pesca d’altura (DWF), dichiaratamente civili e affiliate in varia misura ad agenzie governative, sono state oggetto di un crescente scrutinio internazionale. Queste flotte sono spesso visibili sulle piattaforme di tracciamento satellitare e brulicano intorno alle aree contese.

Si ritiene che gli equipaggi delle flotte professionali e delle SBFV comprendano pescatori civili, marinai ed ex militari reclutati attraverso programmi di formazione del governo cinese. Quando sono impegnate in attività di milizia piuttosto che nella pesca vera e propria, queste imbarcazioni operano in genere con equipaggi più piccoli, composti da circa cinque o sei membri, secondo quanto riportato dal Guardian.

Secondo un rapporto di ricerca pubblicato da International Law Studies, la milizia marittima cinese è uno strumento chiave per la proiezione di potenza in tempo di pace nella regione, in particolare perché protegge l’audace rivendicazione marittima della Cina su oltre il 90% del Mar Cinese Meridionale.

Quindi la Cina utilizza queste milizie miste per operazioni di infiltrazione edi affermazione del controllo territoriale in modo molto attento. Un sistema che, oggettivamente, funziona finché ci si trova n quell’area grigia fra militare e civile, ma che rischia di far passare facilmente un conflitto da “Freddo” a “Caldo”.


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