Cultura
Watergate: 9 agosto 1974, Nixon annunciava le sue dimissioni. Oggi siamo al 49imo anninversario
Lo scandalo del Watergate fu uno dei più gravi episodi di corruzione politica nella storia degli Stati Uniti, che portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon nel 1974. Un presidente non lineare, che comunque qualche risultato lo aveva raggiunto, ma circondato da troppi pasticcioni, troppo maneggione, e alla fine pagò parzialmente per i propri errori. Oggi cagono 49 anni dalle sue dimissioni.
Tutto ebbe inizio il 17 giugno 1972, quando cinque uomini furono arrestati per aver introdotto delle microspie nel Watergate Complex, un edificio di Washington che ospitava gli uffici del Comitato Nazionale Democratico, il partito avversario di Nixon alle elezioni presidenziali di quell’anno. Gli arrestati erano legati al Comitato per la Rielezione del Presidente (CRP), un’organizzazione creata da Nixon per finanziare e gestire la sua campagna elettorale.
L’irruzione nel Watergate non fu un caso isolato, ma faceva parte di una serie di operazioni illegali e segrete ordinate da Nixon e dai suoi collaboratori più stretti per spiare e sabotare i loro avversari politici, soprattutto i democratici. Queste operazioni includevano anche intercettazioni telefoniche, furti di documenti, infiltrazioni di agenti, finanziamenti illeciti e coperture di reati.
La verità sullo scandalo del Watergate fu scoperta grazie all’inchiesta giornalistica condotta da due reporter del Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein, che si basarono su fonti anonime e documenti confidenziali per rivelare al pubblico le responsabilità della Casa Bianca. Una delle loro fonti più importanti fu il cosiddetto “Gola Profonda” (Deep Throat), che si scoprì poi essere Mark Felt, il vice direttore dell’FBI.
L’inchiesta giornalistica suscitò l’interesse dell’opinione pubblica e della magistratura, che aprì diverse indagini sullo scandalo. Una delle più rilevanti fu quella della Commissione del Senato, presieduta dal senatore Sam Ervin, che tenne delle audizioni pubbliche trasmesse in televisione tra il maggio e il luglio 1973. Potete immaginare quale fu il seguito di queste dirette. In queste audizioni, diversi testimoni confermarono il coinvolgimento della Casa Bianca nello scandalo e rivelarono l’esistenza di un sistema di registrazione segreto installato da Nixon nel suo ufficio.
Le registrazioni dei nastri del Watergate divennero la prova più decisiva per dimostrare la colpevolezza di Nixon, che cercò in tutti i modi di impedirne la divulgazione. Il 20 ottobre 1973, Nixon ordinò al procuratore generale Elliot Richardson di licenziare il procuratore speciale Archibald Cox, incaricato di indagare sullo scandalo. Richardson si rifiutò e si dimise, così come il suo vice William Ruckelshaus. Il terzo in linea gerarchica, Robert Bork, eseguì l’ordine e licenziò Cox, anche se pare che anche lui volesse dimettersi, ma fu sconsigliato da Richardson e da Ruckelshaus. . Questo episodio fu chiamato “il massacro del sabato sera” (Saturday Night Massacre) ed ebbe una forte ripercussione negativa sull’immagine di Nixon.
Nel novembre 1973, Nixon tenne un discorso televisivo in cui dichiarò di non essere coinvolto nello scandalo e pronunciò la famosa frase: “Non sono un ladro” (I am not a crook). Tuttavia, le prove contro di lui si accumulavano sempre più e il Congresso iniziò a preparare una procedura di impeachment per accusarlo di ostruzione alla giustizia, abuso di potere e disprezzo del Congresso.
Il colpo finale arrivò nell’agosto 1974, quando la Corte Suprema ordinò a Nixon di consegnare i nastri del Watergate al procuratore speciale Leon Jaworski. Tra questi nastri c’era quello noto come “la pistola fumante” (smoking gun), registrato il 23 giugno 1972, in cui Nixon discuteva con il suo capo di gabinetto H.R. Haldeman su come usare la CIA per bloccare le indagini dell’FBI sul Watergate. Questo nastro dimostrava che Nixon era a conoscenza dello scandalo fin dall’inizio e che aveva usato il suo potere per coprire i responsabili.
Di fronte a questa prova schiacciante, Nixon non ebbe altra scelta che dimettersi. Il 9 agosto 1974, Nixon annunciò le sue dimissioni in un discorso televisivo, diventando il primo e finora unico presidente degli Stati Uniti a lasciare il suo incarico prima della scadenza del mandato. Il giorno dopo, Nixon lasciò la Casa Bianca e salì sull’elicottero Marine One, salutando con il suo tipico gesto delle due V.
Il successore di Nixon fu il suo vicepresidente Gerald Ford, che il 8 settembre 1974 gli concesse il perdono totale per i reati commessi durante la sua presidenza. Questa decisione fu molto controversa e contribuì alla sconfitta di Ford alle elezioni presidenziali del 1976. A lui successe il democratico Carter, ma la sua presidenza, per molti versi, non fu meno disastrosa, ma questa è un’altra storia
Lo scandalo del Watergate ebbe un impatto profondo sulla politica e sulla società americana, minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nel governo.Nixon, un tempo un politico estremamente potente nel Partito repubblicano, in ballo dalla fine degli anni ’50 (era stato l’avversario di Kennedy) scomparve, Per il partito repubblicano iniziava una nuova era, quella Raegan.
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