Economia
VolksWagen e IG Metall cercano un inutile compromesso. Non si possono mantenere le industrie senza vendere auto
La Volkswagen e la IG Metall stanno discutendo un accordo, e forse sono vicini a trovarlo. Però sarà completamente inutile se non si vendono più auto
Un compromesso potrebbe essere più vicino nella disputa sulla contrattazione collettiva della Volkswagen, come riporta l’agenzia di stampa Bloomberg. Le trattative tra la IG Metall e la VW vertono quindi sul mantenimento degli stabilimenti in Germania.
Il management della più grande casa automobilistica europea è pronto a mantenere le fabbriche in funzione e a ripristinare le garanzie di lavoro fino al 2030 se i lavoratori rinunciano al pagamento dei bonus. Una sorta di contratto di solidarietà che mantiene i posti di lavoro in cambio di consistenti tagli nelle remunerazioni. Roba già vista in Italia.
Comunque le misure prevedono due passi molto duri:
- il trasferimento della produzione della Golf in Messico, di cui la stampa tedesca aveva parlato;
- lo stop alla produzione di auto elettriche a Zwickau.
Tuttavia, i dettagli delle misure non sono ancora stati fissati e potrebbero cambiare, o perfino potrebbero fallire. Anche perché, per mantenere gli stabilimenti aperti, bisogna produrre e vendere auto, e questo obiettivo sembra un po’ più difficile.
Nella UE si vendono molte meno auto
Perché questo è il vero problema, la vendita di auto che non c’è. Le immatricolazioni di autovetture nell’Unione Europea sono calate dell’1,9% su base annua, raggiungendo le 869.816 unità nel novembre 2024, invertendo la tendenza rispetto all’aumento dell’1,1% di ottobre. Ecco il realtivo grafico:
La Spagna ha guidato il calo, con una forte diminuzione del 12,7%, seguita dall’Italia (-10,8%), mentre il mercato tedesco ha praticamente ristagnato (-0,5%).
Tra i quattro principali mercati della regione, solo la Spagna ha registrato una crescita positiva (6,4%). Nel segmento dei veicoli elettrici a batteria (BEV), le immatricolazioni sono calate del 9,5% a 130.757 unità, con una quota di mercato scesa al 15% dal 16,3% dello scorso anno, a causa di un calo significativo delle immatricolazioni in Germania (-21,8%) e Francia (-24,4%).
Nei primi undici mesi del 2024, le immatricolazioni complessive di autovetture sono aumentate dello 0,4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 9,7 milioni di unità. Nel periodo, le immatricolazioni di nuove auto elettriche a batteria si sono ridotte del 5,4%, con quote di mercato totali del 13,4%.
Appare evidente che se non si vendono più auto, difficilmente potranno essere mantenute aperte le fabbriche. Per vendere più auto, queste devono essere desiderabili ed avere un prezzo accessibile, fatto di cui nessuno si è preoccupato.
Da gennaio minacciano scioperi
È la seconda notte di fila di trattative continue. Se non sarà possibile raggiungere un nuovo contratto collettivo per i circa 130.000 dipendenti VW, a partire da gennaio ci sarà il rischio di scioperi. L’IG Metall chiede un risultato che crei sicurezza per i dipendenti, le famiglie e la regione. Il sindacato rifiuta la chiusura dei siti, i licenziamenti di massa e i tagli salariali.
Nel conflitto la direzione della Volkswagen chiede, tra le altre cose, una riduzione salariale del 10% e minaccia di chiudere gli stabilimenti. Se uno stabilimento di produzione in Germania dovesse essere chiuso, sarebbe la prima volta nella storia della casa automobilistica con sede a Wolfsburg, ma c’è sempre una prima volta, e sicuramente non sarebbe l’ultima.
VW soffre di una domanda debole, in particolare per le auto elettriche. Il direttore finanziario Arno Antlitz ha parlato di 500.000 veicoli in meno venduti dal gruppo in Europa rispetto a prima della pandemia. Attualmente è in corso la fase di pianificazione per decidere sull’occupazione degli impianti per i prossimi anni e che interagisce con la contrattazione collettiva.
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