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Vittorio Sgarbi china il capo sotto il crocifisso di Michelangelo (e parla del Cristianesimo e delle opere di Lorenzo Puglisi) di Francesco Perretta

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Un crocifisso, elevato al centro esatto della Sacrestia della splendida Basilica di Santo Spirito, opera di un giovane Michelangelo, lieve, armonico, che Vasari definì mirabile per “carnosità e morbidezza”. Di fronte un’altra croce, squadrata, nera, realizzata da Lorenzo Puglisi, un artista tra i pochi ad avere il coraggio di porre a confronto una sua opera, assolutamente contemporanea, con quella del grande genio protagonista del Rinascimento; un’opera essenziale, che, a detta di Sgarbi “per sottrazione pittorica dà prova del dialogo con il Cristo michelangiolesco”. E in effetti colpiscono i lampi di colore bianco come fossero manifestazioni dello Spirito: mani, piedi e una corona di spine, flash che emergono dal fondo, come a rivelarsi dall’oscurità del mistero, come ad indicare un’essenza di amore che si manifesta nel buio della conoscenza.

Vittorio Sgarbi si alza, si posiziona sotto il crocifisso di Michelangelo, china la testa in senso di ossequio. “Nessuna civiltà ha prodotto tanta bellezza come quella cristiana”, questa una delle prime frasi che proferisce in un prologo denso di richiami a favore della nostra cultura identitaria e dell’arte cristiana.

Commuovono le croci, e commuovono le parole del grande critico ferrarese, che trova il tempo per ricordare l’esempio di Don Roberto, angelo dei bisognosi, recentemente ucciso a Como, e che sottolinea come da un secolo a questa parte si stia assistendo agli eccessi di una “società a-cristiana”, che privilegia la “salute fisica mettendo da parte la salute spirituale” in un delirio materialistico “inquietante” che relega a fatto privato il Cristianesimo.

Sulla stessa linea anche le parole di Lorenzo Puglisi il quale ha affermato: “il mio tentativo di pittura si rivolge alla visione di qualcosa che è altro dal visibile empirico, ma col quale è inseparabilmente intrecciato. Crocifissione, umanità, mistero. È tutto in queste tre parole.”

A rendere surreale ed emozionante l’atmosfera ci ha pensato il poeta e drammaturgo Davide Rondoni, che ha recitato alcuni versi appositamente composti per descrivere la pittura di Puglisi:

“…
grida e ali che si aprono
preparazione al Suo volo per noi, smisurata festa”

Davide ha voluto anche fare un richiamo forte ai credenti e alla Chiesa: “L’arte cristiana non c’è più perché i cristiani non credono più di essere la cosa più importante della storia e quindi si accontentano di rappresentazioni estetiche discutibili”.

Merita sicuramente un viaggio a Firenze questa esposizione splendidamente organizzata dalla splendida Francesca Sacchi Tommasi, nota e competente gallerista Toscana.
La Mostra “Lorenzo Puglisi davanti a Michelangelo – Crocifissione, umanità e mistero” sarà aperta da oggi 20 Settembre, tutti i giorni fino al 1 Novembre 2020. La sede e’ nella Basilica di Santo Spirito, nel magnifico quartiere dell’Oltrarno.


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