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Venezuela: mentre batte l’Argentina, situazione di stallo politica

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La situazione politica in Venezuela è in stallo e non si vede un’uscita a brevissimo termine. Vediamo gli aspetti principali per cercare di farvi capire quale sia la direzione che potranno prendere gli eventi.

A) due presidenti contrapposto. Rimane la contrapposizione  fra Juan Guaidò e Nicolas Maduro. Il primo autonominato, appoggiato da USA e dal “Gruppo di Lima”, cioè dal grosso dei paesi latini che lo sostengono, e Nicolas Maduro , presidente in carica. Perfino la vittoria sull’Argentina a calcio per 3 a 1  (Messi assente…) è stata utilizzata da Maduro per migliorare la propria immagine sul popolo, ma più che il calcio i venezuelani sono interessati alla fornitura di luce elettrica, ristabilita, ma ancora discontinua. Maduro ha arrestato un vice di Guaidò, Roberto Marrero, responsabile degli approvvigionenti. Internazionalmente il neopresidente guadagna supporto, ad esempio ha preso parte come rappresentate del Venezuela alla riunione dei paesi caraibici. Inoltre ha nominato il nuovo ambasciatore in Cile, ed ha 4 consolati attivi negli USA ed altre all’estero. Questo è pagato con i fondi venezuelani sequestrati nei paesi anti-maduro e con fondi , molti dei quali brasiliani, provenienti dai suoi sostenitori. In patria però, per ora, deve accontentarsi si fare delle grandi manifestazioni:

Il problema è che Guaidò ed i suoi abbiano assicurato a gennaio che Maduro sarebbe caduto alla prima spallata, che l’esercito si sarebbe rivoltato, cosa che non è però ancora successa. In realtà l’opposizione probabilmente sperava in un intervento diretto dei paesi confinanti e degli USA, cosa che non è successa. Praticamente si aspettava che qualcuno facesse il lavoro sporco, cosa che non è successa. Gli eserciti colombiani e brasiliani sono risultati molto prudenti ed attenti a non accettare, o fare, provocazioni, soprattutto i brasiliani. Per gli USA passiamo al punto B

B) Molti si aspettano un intervento diretto militare degli USA e sia Pompeo, segretario di stato, sia di molti esponenti sia democratici sia repubblicani, che si sono molto esposti sulla questione. il problema è che proprio a Roma la scorsa settimana si è tenuto un vertice USA- Russia fra l’inviato per il Venezuela Elliot Abrams ed il sottosegretario russo Sergei Ryabkov. In questo incontro ad alto livello diplomatico vi è stato un “Franco” scambio di opinioni, nel quale i russi hanno posto una linea rossa: gli USA non possono intervenire direttamente per rovesciare Maduro, salvo reazione della controparte. Si parla di sbarco di un centinaio di consiglieri militari russi con rifornimenti giunti via aerea.

Gli USA sfideranno apertamente Mosca? Probabilmente no e del resto Maduro è ben attento a non fornire pretesti. A questo punto resta solo una lenta guerra di logoramento di Guaidò contro Maduro, che potrebbe durare mesi, salvo colpi di scena. A questo punto non è impossibile che l’opposizione organizzi una forma di corpo militare per intervenire direttamente con azioni di disturbo nelle aree di confine. Nel frattempo la situazione per i venezuelani resta durissima, con la zona ovest del paese, attorno a Maracaibo, che è stata duramente vittima di saccheggi durante il lungo black out.


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