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Vaccinazioni: le bugie, le sporche bugie e le statistiche

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“COVID ha ucciso uno su 100 anziani americani”.

Il titolo è apparso sulla prima pagina del New York Times a metà dicembre del 2021. Nel sottotitolo sottolineano che quando i decessi correlati al virus hanno raggiunto la cifra di 800.000 negli Stati Uniti, “Three quarters Are Age 65 and Older”. Tre quarti avevano più di 65 anni.

In primo luogo, le statistiche pubblicate in primo piano dal Times non vengono riportate per ridurre l’importanza del virus. Le persone vere sono morte e le persone vere hanno perso i propri cari. Un virus che secondo molti si è diffuso più velocemente dell’influenza ha in gran parte risparmiato coloro che potevano ancora rivendicare la giovinezza, o i bambini. Meglio ancora, come il titolo sopra menzionato ha chiarito, il virus si è dimostrato piuttosto mite quando è stato incontrato anche da persone anziane. Dopo di che, si spera non sia scorretto affermare ciò che dovrebbe essere ovvio: le persone di età superiore ai 65 anni il più delle volte hanno difficoltà mediche molto maggiori di quelle di 55, 45 e più giovani.

A questo proposito, il Times ha regolarmente riportato che di quelli classificati come uccisi dal virus, una percentuale molto alta aveva altre patologie molto gravi. Se è così, non si può dire che di quegli americani uccisi dal COVID, un numero consistente di loro è morto con il COVID, anziché a causa del Covid?

Tenendo conto di queste statistiche e di queste domande, noteremo che i numeri non sono sufficienti per essere additati come la logica causa che ha portato ai lockdown. I lockdown semplicemente non hanno mai avuto senso e l’argomento a loro favore è stato paradossalmente indebolito proprio dagli esperti che hanno detto che il virus era potenzialmente molto pericoloso per la nostra salute. Pensateci: se il virus avesse ucciso un gran numero di persone di tutte le età in modo piuttosto indiscriminato, qualsiasi presa di libertà da parte dei politici sarebbe stata superflua. Chi di noi ha bisogno di essere costretto ad essere cauto di fronte alla morte oggettivamente dilagante? I lockdown anche nei giorni in cui sembravano più urgenti, sono stati sempre un totale e completo illogico. Peggio ancora, erano contro la salute e la vita.

Pensiamoci. Cosa avrebbero fatto le persone libere in mezzo a un virus che si diffondeva? Alcuni si sarebbero completamente chiusi volontariamente, alcuni molto, altri non molto, e quindi i giovani probabilmente avrebbero continuato a vivere la vita come avevano sempre fatto tra le feste e i pub e in tutte quelle amene attività tipiche della gioventù. Coloro che non seguono l’opinione degli esperti sono il gruppo di controllo. Contravvenendo a quello che dicono gli esperti, ci insegnano attraverso le loro azioni quali scelte di vita sono più rischiose per quanto riguarda il virus, quali non lo sono e quali potrebbero comportare qualche pericolo. Le persone libere producono informazioni cruciali, così come le persone anziane del resto. I politici hanno invece scelto di renderci ciechi a informazioni di qualità con un metodo unico. Tutto questo è stato contro la vita, data la verità storica che la povertà è sempre stata l’assassino più brutale dell’umanità, mentre la prosperità che ha prodotto le risorse necessarie per le cure è stata il più grande nemico della morte. I politici hanno scelto la contrazione economica come strategia di mitigazione del virus. 

E quindi veniamo ai vaccini.

Premettiamo questo NON è un articolo destinato a disquisire sulla loro efficacia o sulla loro inefficacia. Come sempre si lascia agli esperti questo dibattito. Allo stesso tempo, questo articolo mira a metetre un punto fondamentale: le statistiche sui decessi per coronavirus tra i vaccinati e i non vaccinati probabilmente oscurano molto più di quanto chiariscano.

Per quanto riguarda le statistiche, presumibilmente la maggior parte dei lettori ha familiarità con i numeri che affermano che i non vaccinati hanno molte più probabilità di essere ricoverati in ospedale a causa del virus e di morire a causa di esso rispetto a quelli vaccinati. Immediatamente, i lettori dovrebbero alzare le antennine. Dovrebbero perché i numeri possono essere fuorvianti. Ad esempio, la pagina editoriale del Wall Street Journal ha affermato che, se vaccinati, le persone infette dal virus hanno l’1% di probabilità di essere ricoverate in ospedale. Il che è piuttosto un avallo per spingere a vaccinarsi. Tranne che un articolo dello stesso Wall Street Journal riportava il 30 luglio 2020 (da statistiche consultate presso il CDC) che il tasso di ospedalizzazione per coloro che avevano contratto il virus era dello 0,1%. Il che ci ricorda che molto prima dell’introduzione dei vaccini, la maggior parte degli infetti non erano ricoverati in ospedale o non stavano morendo. Il tutto mentre il New York Times all’interno di articoli preceduti da titoli allarmistici e fuorvianti, riportava che da qualche parte a nord il 40% dei decessi per virus erano legati alle case di cura e ben oltre il 40% dei decessi erano legati a persone molto anziane.

Tornando alle statistiche attuali dei vaccinati e dei non vaccinati, sarebbe bello sapere chi è stato ricoverato in ospedale ed è morto a causa del virus senza vaccinazione, e chi non è stato ricoverato in ospedale e non e non è morto presumibilmente grazie al vaccino. Questi gruppi di persone non si assomigliano in alcun modo. L’informazione ufficiale spinge a far credere che i vaccinati siano più benestanti, più sani e, dato l’entusiasmo che hanno così tanti studenti universitari ad indossare le mascherine, anche molto giovani.

Il vaccino sta salvando i vaccinati dal ricovero e dalla morte, o erano già al sicuro? La risposta alla domanda di cui sopra sembra essere che erano già al sicuro. Per quanto riguarda i non vaccinati deceduti, il problema è stata la mancanza dell’inoculazione o stavano già facendo ogni sorta di scelte parallele per fare a meno del vaccino che erano decisamente malsane (vedi cure con la candeggina, giusto per citare uno degli esempi che han fatto più discutere)? Queste domande meritano attente valutazioni. Per lo meno possiamo ipotizzare che non stiamo confrontando mele con mele con le nostre statistiche sulle vaccinazioni. Perché se lo facessimo, troveremmo statistiche molto meno conclusive sul bene dei vaccini e sul male della non conformità. La sfida ora è scoprire chi tra i non vaccinati sta morendo di COVID e chi tra i vaccinati sta vivendo con il COVID. Il problema qui è che i due gruppi presi in esame nel confronto, non sono omogenei: non si assomigliano per niente.

https://www.realclearmarkets.com/articles/2022/0/09/lies_damn_lies_and_vaccination_statistics_820096.html



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