Difesa
Usare il MES per finanziare l’investimento nella difesa? Meglio scioglierlo
Qualcuno, magari proprio dal MES, vorrebbe utilizzare questi fondi per prestiti destinati all’acquisto di armi e alla difesa oppure per riscostruire l’Ucraina. Francamente sarebbe meglio scioglierlo
Nella disperazione di trovare una finalità per quello che ora è un ente inutile qualcuno ha avuto un’idea: utilizzare il fondo di salvataggio d’emergenza dell’UE – creato al culmine della crisi del debito – per finanziare investimenti nella difesa, nel momento in cui diversi paesi devono riformare le proprie forze armate.
Secondo quanto riferito da Politico.eu, figure potenti nel blocco stanno spingendo affinché il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES o ESM, all’inglese), del valore di 422 miliardi di euro, vada oltre il suo ruolo originario di salvataggio delle economie che stanno annegando e vada a distribuire prestiti a basso costo per acquistare armi. In realtà questa voce ci pare provenire, soprattutto, dall’interno del MES stesso che, in questo momento, è un vero e proprio ente inutile con 500 dipendenti che, francamente, dovrebbero andare a casa.
Il piano offrirebbe una via d’uscita ai responsabili politici europei che stanno cercando disperatamente di trovare denaro per pagare una coeesa agli armamenti che nessuno vuole e sa come pagare, se non con un po’ di debito.
Altre opzioni potrebbero vedere il MES spostarsi per rispondere all’aggressione della Russia in modo più ampio, hanno affermato fonti interne, ad esempio aiutando a pagare la ricostruzione dell’Ucraina o fornendo prestiti a basso costo a Paesi come gli Stati baltici che potrebbero vedere aumentare i loro costi di prestito.
La guerra della Russia in Ucraina – un Paese che nutre ambizioni di adesione all’UE – sta entrando nel terzo anno e il potenziale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca rischia di lasciare l’Europa nei guai, in quanto chiede a tutti i Paesi della NATO di raggiungere l’obiettivo del 2% del prodotto interno lordo speso per la difesa.
Ma l’impennata dei debiti nelle capitali più potenti del blocco, la politica interna disordinata e le rigide regole di spesa imposte dalla Commissione Europea stanno limitando la capacità del blocco di erogare ulteriore denaro.
L’idea del fondo di salvataggio è ancora in fase iniziale e si affianca ad altre proposte, tutte eccentriche, di finanziamento della difesa che non sono ancora decollate – tra cui il reperimento di denaro nel bilancio esistente dell’UE, l’utilizzo di beni russi immobilizzati dall’inizio della guerra, o l’emissione collettiva di debito comune, noto come eurobond.
La Francia e gli Stati baltici saranno probabilmente in prima linea nel sostenere l’idea, dicono i funzionari. La Francia perché verrebbe ad assorbire, con la sua industria militare, una buona percentuale dei fondi. I paesi baltici perché ormai i più guerrafondai della UE.
C’è solo un piccolo, minuscolo, problema, lo stesso che sta bloccando la riforma del MES: essendo un accordo al di fuori del TFUE, un mutamento della struttura del MES richiede l’approvazione all’unanimità e pare che alcuni paesi, contrari al debito UE, siano contrari a trasformare in questo modo il fondo.
Questo riduce la proposta all’ennesimo “Ballon d’essai” pe cercare di trovare un senso a un meccanismo che non ne ha e che, se non fosse stato per la volontà repressiva della BCE e della Germania nei confronti della Grecia, non ne avrebbe mai avuto. Dallo scioglimento la Germania otterrebbe 21 miliardi, la Francia 16,5 e l’Italia quasi 15. Con questi soldi si che si potrebbe fare qualche interessante investimenti militare, magari sviluppando un’industria dei droni, riaprendo le linee per i carri Ariente (o qualcoa di meglio), magari aggiungere un Gruppo di cacciabombardieri.
Oppure investire in qualcosa di più utile e redditizio.
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