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USA: salta la bolla immobiliare. Record di case invendute

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Secondo quanto riportato anche da Wolfstreet, le vendite di nuove case unifamiliari nel mese di aprile sono crollate del 16,6% rispetto a marzo e del 26,9% rispetto a un anno fa, per un tasso annuale destagionalizzato di 591.000 case, il più basso dal blocco dell’aprile 2020, secondo quanto riportato oggi dal Census Bureau. Le vendite di nuove case vengono registrate quando vengono firmati i contratti, non quando si chiudono le transazioni, e possono servire come indicatore precoce del mercato immobiliare complessivo.

Per regione, le vendite sono crollate maggiormente nel Sud:

Sud: -19,8% nel mese, -36,6% su base annua.
Midwest: -15,1% nel mese, -25,5% rispetto all’anno precedente.
Ovest: -13,8% nel mese, -12,4% su base annua.
Nord-est: -5,9% nel mese, +17,1% rispetto all’anno precedente.
Le scorte di case nuove invendute hanno registrato un balzo storico da un mese all’altro di 34.000 case e di 127.000 case rispetto all’aprile dello scorso anno, raggiungendo 444.000 case invendute, dato destagionalizzato, il valore più alto da maggio 2008. Siamo tornati a livello di vendite del 2016 o addirittura anteriori alla crisi immobiliare.

Ovviamente a un calo delle vendite viene a corrispondere un aumento nel numero di case invendute. In questo caso stiamo avvicinandoci ai livelli della grande crisi finanziaria/immobiliare del 2007-08

A livello regionale, le scorte invendute sono aumentate maggiormente nel Sud e sono diminuite nel Nord-Est. Aumento percentuale rispetto all’anno precedente:

Sud: +53%
Midwest: +39%
Ovest: +8.4%
Nord-Est: -4%
L’offerta di case nuove invendute ha registrato un balzo storico da un mese all’altro, passando dai già elevati 6,9 mesi di offerta di marzo ai vertiginosi 9,0 mesi di offerta di aprile, quasi raddoppiati rispetto a un anno fa:

Il disastro è stato maggiore per le case di valore minore, sino a  400.000 dollari. Nella fascia alta, le cose non sono andate così male: le vendite sono rimaste invariate rispetto all’anno precedente nella fascia tra i 400.000 e i 750.000 dollari, anche se sono diminuite su base mensile. Ma non si può mantenere un mercato immobiliare vendendo solo ai ricchi.

Nelle categorie di prezzo inferiori a 400.000 dollari, si è toccato il fondo. Il calo delle vendite rispetto all’anno precedente:

da 300 a 400 mila dollari: -42%.
Da 200 a 300 mila dollari: -71%.
sotto i 200$: praticamente nessuna

Quindi sta scoppiando la bolla immobiliare e questo avviene con un modo classico: la fine delle vendite. La domanda non  incontra l’offerta perché i prezzi sono eccessivi, e perché il mercato si riprenda i prezzi devono calare. Però questo porterà fori conseguenze sia sul settore del credito, sia su quello della costruzione. Una bolla che scoppia e che avrà pesanti conseguenze anche sulla finanza.


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