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USA: Addio alle Trimestrali? La SEC pensa a report semestrali per le aziende, per tagliare le spese. Quali i rischi?

Meno report, più strategia? Gli USA valutano di abolire le trimestrali per le aziende, una mossa che potrebbe cambiare Wall Street ma che solleva dubbi sulla trasparenza per i piccoli investitori.

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Wall Street potrebbe essere alla vigilia di una piccola, ma significativa, rivoluzione. La Securities and Exchange Commission (SEC), l’ente di vigilanza sulla borsa americana, sta valutando una proposta di modifica delle regole che manderebbe in pensione la tradizionale rendicontazione trimestrale dei conti societari, a favore di una base semestrale.

L’idea non è nuova, ma è tornata prepotentemente alla ribalta dopo un “suggerimento” dell’ex presidente Donald Trump. Paul Atkins, a capo dell’organismo di regolamentazione di Wall Street, ha confermato a CNBC di accogliere con favore l’indicazione, affermando: “In linea di principio, penso che proporre un cambiamento alle nostre regole attuali sarebbe un buon modo per procedere”.

La proposta, rilanciata da Trump tramite un post su Truth Social, è semplice: le aziende non dovrebbero più essere “costrette a ‘riferire'” ogni tre mesi, ma ogni sei. Secondo il presidente, “questo farà risparmiare denaro e permetterà ai manager di concentrarsi sulla corretta gestione delle loro aziende”.

Se la proposta venisse approvata, ha sottolineato Atkins, la palla passerebbe al mercato. Le singole aziende potrebbero decidere se mantenere la cadenza trimestrale o passare a quella semestrale. “Per il bene degli azionisti e delle società pubbliche, il mercato può decidere quale sia la cadenza corretta”, ha affermato.

Anupam Satyasheel, fondatore e amministratore delegato di Occams Advisory, una società di consulenza finanziaria globale, afferma che si tratta di una “mossa gradita”, poiché la rendicontazione trimestrale esercita una “pressione enorme” sulle aziende.

“Non concede loro il tempo di adeguarsi ai cicli economici, e poi la pressione incessante degli analisti si aggiunge alle decisioni aziendali e alle previsioni di business”, ha dichiarato Satyasheel a The Epoch Times.

Il passaggio alla rendicontazione semestrale, afferma, ridurrà “l’attenzione al breve termine”.

“Nel complesso, ritengo che la rendicontazione semestrale sia un passo nella giusta direzione e sarà accolta con favore dalle società quotate in borsa”, ha aggiunto Satyasheel.

Meno Pressione, Più Visione a Lungo Termine

Da anni, diversi esperti sostengono che la rendicontazione trimestrale imponga una “mentalità orientata al breve termine“. La necessità di presentare risultati positivi ogni novanta giorni spingerebbe i manager a prendere decisioni tattiche per soddisfare gli analisti, a volte a scapito di strategie a lungo termine più solide.

I principali vantaggi del passaggio a un sistema semestrale sarebbero:

  • Riduzione della “Tirannia del Breve Termine”: I manager avrebbero più tempo per implementare strategie complesse senza la pressione costante del prossimo report sugli utili.
  • Risparmio di Costi: La preparazione di questi report è un’operazione complessa e costosa per le aziende. Dimezzare la frequenza porterebbe a un notevole risparmio.
  • Minore Pressione degli Analisti: Come sottolineato da Anupam Satyasheel, CEO della società di consulenza finanziaria Occams Advisory, la mossa ridurrebbe “la pressione incessante degli analisti” che spesso influenza le decisioni aziendali.
  • Allineamento Internazionale: Gli Stati Uniti si allineerebbero a molte altre grandi economie, come Regno Unito, Cina, Giappone e Australia, dove la rendicontazione semestrale è già la norma.

La tirannia del breve termine è un problema notevole per le società USA, che ormai, difficilmente, realizzano piani pluriennali, proprio per il problema di presentare ogni esercizio conti ricchi che permettano di mantenere alte le quotazioni. Una prospettiva che distrugge la crescita a lungo termine.

Non è tutto oro: i rischi per la trasparenza

Naturalmente, non mancano le voci critiche. La principale preoccupazione riguarda una potenziale diminuzione della trasparenza per gli investitori, soprattutto quelli retail (i piccoli risparmiatori). Avere informazioni finanziarie aggiornate con meno frequenza potrebbe rendere più difficile valutare lo stato di salute di un’azienda.

Marc Fandetti, strategist di Armstrong Advisory Group, ha messo in guardia sul CFA Institute: “Mentre le autorità di regolamentazione considerano la riduzione della frequenza dei report, dovrebbero valutare non solo i risparmi, ma anche le potenziali perdite: perdite per gli investitori derivanti da una minore trasparenza e per l’economia a causa di una ridotta efficienza del mercato“.

È interessante notare che già durante il suo primo mandato, Trump aveva chiesto alla SEC di studiare la questione. L’allora presidente della SEC, Jay Clayton, avviò una revisione che concluse come i requisiti trimestrali portassero a “una maggiore trasparenza delle informazioni e a un minor costo del capitale per le aziende”. Lo stesso studio, tuttavia, ammetteva che l’emissione di guidance trimestrali legava i dirigenti a una “mentalità a breve termine”.

La discussione è aperta: la ricerca di una maggiore efficienza e visione strategica per le aziende prevarrà sulla necessità di massima trasparenza per gli investitori? La SEC si prepara a dare una risposta.

La Bambina e il Toro, sculture di fronte alla Borsa a Wall Street Unsplas

Domande e Risposte sull’Argomento

1. Cosa cambierebbe concretamente per un piccolo investitore se passassimo ai report semestrali?

Per un piccolo investitore, il cambiamento principale sarebbe una minore frequenza di aggiornamenti ufficiali sui dati finanziari di un’azienda. Se da un lato questo potrebbe ridurre la volatilità legata alle reazioni emotive del mercato ogni tre mesi, dall’altro lato significherebbe avere per un periodo più lungo informazioni meno fresche. Aumenterebbe quindi l’importanza di seguire altre fonti informative, come le comunicazioni aziendali, le notizie di settore e le analisi di terze parti, per monitorare i propri investimenti tra un report ufficiale e l’altro.

2. Perché le aziende dovrebbero preferire la rendicontazione semestrale? Non hanno interesse a comunicare spesso con i loro azionisti?

Le aziende hanno tutto l’interesse a comunicare, ma la preparazione di un report trimestrale conforme alle norme SEC è un processo oneroso in termini di tempo e risorse finanziarie. Passare a un sistema semestrale permetterebbe di tagliare questi costi. Soprattutto, darebbe ai manager più “respiro” per concentrarsi su strategie a lungo raggio (investimenti in ricerca, sviluppo di nuovi mercati) invece di essere costantemente sotto pressione per mostrare risultati immediati e battere le stime degli analisti, una dinamica che può portare a decisioni non ottimali per la crescita sostenibile.

3. Questo cambiamento non rischia di rendere il mercato azionario americano meno efficiente e trasparente rispetto agli altri?

È il rischio principale. Una minore frequenza di dati potrebbe rallentare la velocità con cui le nuove informazioni vengono incorporate nei prezzi delle azioni, rendendo il mercato teoricamente meno efficiente. Tuttavia, molti dei principali mercati mondiali, inclusi quelli europei e asiatici, operano già con un sistema semestrale. I sostenitori della riforma USA argomentano che esistono già molti altri canali informativi (conference call, comunicati stampa, etc.) e che un orizzonte temporale più lungo per le aziende potrebbe, alla fine, portare a una maggiore stabilità e a una crescita più sana dell’economia reale.

E tu cosa ne pensi?

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