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Uova d’oro spagnole: la dozzina vola verso i 7 euro. Ma l’influenza aviaria non è l’unica colpevole.
Prezzi uova: la tempesta perfetta. Tra aviaria e speculazioni, la dozzina a 7€ non è più un miraggio. Ma il vero paradosso è la domanda: più costano, più si vendono.

I prezzi delle uova in Spagna hanno raggiunto livelli che sanno di speculazione. Una dozzina di uova nei negozi viaggia già tra i 5,4 e i 6,5 euro (per il biologico), ma il settore avverte: presto potremmo vedere i 7 euro.
I dati ufficiali (INE) parlano di un aumento annuo del 22,5%, ma l’organizzazione dei consumatori OCU rincara la dose: +50% negli ultimi sei mesi. Alla stalla, il prezzo supera i tre euro al chilo, 70 centesimi in più di un anno fa.
Il doppio alibi: aviaria e speculazione
Il colpevole designato è, ovviamente, l’influenza aviaria. La crisi sanitaria ha costretto all’abbattimento di due milioni di capi di pollame negli ultimi mesi, contraendo inevitabilmente l’offerta.
Pedro Barato, presidente di Asaja (l’associazione dei giovani agricoltori), è diretto: “Con il numero di volatili da abbattere, il prezzo probabilmente raggiungerà i 6-7 euro”. Barato nota anche che “ci vuole almeno un anno per recuperare la produzione” e, come spesso accade in queste situazioni, “la speculazione sul prodotto è automatica”.
Un timore condiviso da Rubén Sánchez di Facua (consumatori): “Sappiamo che ci sono speculazioni”. Il panico da scaffale vuoto, o quasi, fa schizzare i prezzi, come visto negli Stati Uniti dove la dozzina ha toccato i 12 euro.
Di fronte a questo scenario, il Ministro dell’Agricoltura, Luis Planas, ha assunto la posa istituzionale, avvertendo che il Governo sarà “vigile” contro possibili speculazioni. Tuttavia, Planas ammette che l’aumento “non è una novità”, ma un processo “graduale dal 2021”.
L’anomalia nei dati: i prezzi salivano già prima
Ed è qui che l’analisi si fa interessante. È davvero solo colpa dell’aviaria? I dati dell’INE sembrano dire di no.
L’impennata dei prezzi di quest’anno è iniziata a marzo, quando la malattia non stava ancora colpendo seriamente gli allevamenti spagnoli (i focolai principali sono iniziati tra luglio e ottobre 2025, dopo due anni di relativa calma).
Già a marzo, l’aumento era dell’11,4% su base annua. Da aprile, l’inflazione specifica delle uova si è mantenuta costantemente sopra il 18%. L’influenza aviaria, quindi, non ha innescato la crisi, ma l’ha aggravata, agendo su un mercato già in forte tensione.
C’è un altro dato tecnico che stona con l’allarmismo sull’offerta: la Spagna è il terzo produttore europeo e copre il 120% del suo consumo nazionale. . Un calo della produzione, per quanto serio, non dovrebbe giustificare da solo un’esplosione dei prezzi di questa portata.
Il paradosso della domanda: più costano, più si comprano
In un normale mercato, un aumento dei prezzi del 50% dovrebbe far crollare la domanda. Invece, in Spagna sta accadendo l’opposto.
L’uovo, di fronte all’inflazione galoppante su carne e pesce, è diventato un “bene rifugio” proteico. È l’alimento base che le famiglie acquistano proprio perché, nonostante i rincari, resta l’opzione più economica per mettere un pasto in tavola.
Vediamo i consumi pro capite:
- 2020 (Lockdown): Record di 9,73 kg/persona
- 2022 (Normalizzazione): Calo a 8,11 kg/persona
- Oggi (Piena inflazione): Risalita a 9,13 kg/persona
Gli spagnoli comprano più uova (+3,4% in volume), ma il valore delle vendite è esploso, passando da circa 1 miliardo di euro nel 2020 a quasi 1,5 miliardi attuali.
La domanda che ora tutti si pongono è dove si fermerà il prezzo. Se toccasse i 7 euro, l’aumento in quattro anni sarebbe del 250%. Nel frattempo, il settore, nonostante l’aumento del fatturato, lamenta perdite milionarie dovute ai costi degli abbattimenti.
Dopo la crisi dell’olio d’oliva, ora tocca alle uova. E la prossima sulla lista sembra essere la carne di pollo.
Domande e risposte
Ma allora la colpa è solo dell’influenza aviaria? Sebbene l’aviaria abbia ridotto l’offerta costringendo all’abbattimento di milioni di volatili, i dati statistici dicono altro. I prezzi erano già in forte aumento da marzo 2025, mesi prima dei focolai principali. L’aviaria ha solo aggravato una tendenza già in atto, probabilmente legata all’aumento dei costi di produzione (energia, mangimi) e alla speculazione.
Perché se i prezzi salgono così tanto, la gente compra più uova? È un effetto paradossale tipico dei beni di prima necessità. A causa dell’inflazione generale su tutti gli alimenti (in particolare carne e pesce), le uova, nonostante i rincari, restano la fonte proteica più economica e accessibile. Le famiglie le usano come “bene rifugio” per bilanciare il carrello della spesa, e il consumo pro capite è quasi tornato ai livelli record del lockdown 2020.
La Spagna non produce abbastanza uova per tutti? Sì, e questo è il punto critico. La Spagna è il terzo produttore europeo e genera il 120% del proprio fabbisogno, il che significa che è un esportatore netto. Proprio per questo, un calo dell’offerta dovuto all’aviaria non dovrebbe, da solo, giustificare aumenti di prezzo così drastici. Questo fattore rafforza i sospetti che sul mercato stia agendo una forte componente speculativa.








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