Attualità
Uno sguardo al futuro, robotica: nuova etica ed economia
Negli ultimi giorni la stampa ha portato alla ribalta alcune domande che l’umanità sta ponendosi, come se i robot intelligenti fossero già fra noi.
Già Asimov nei suoi romanzi si era posto le stesse domande, anzi quei saggi letterali si proponevano come risposte su cui basare una futura civiltà fatta di uomini e macchine.
Le tre leggi della robotica delineate dall’uomo più la legge zero, inventata dalle stesse macchine costruivano una visione di prosperità e futuro interessante.
Ma veniamo al busillis, il documento di risoluzione europea, che potete leggere integralmente in italiano qui ( http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+COMPARL+PE-582.443+01+DOC+PDF+V0//IT&language=IT ), prevede che molte cose debbano essere tenute in considerazione.
Infatti il documento lascia intravedere scenari in cui il robot non è solo una macchina che esegue instancabilmente lavori difficili e pesanti, ma è così intelligente da relazionarsi con l’umano, prestargli cure ed assistenza.
Questa capacità del tutto umana, per il momento, apre nuove geografie di pensiero, si può considerare il robot come persona dotata di coscienza, e quindi con diritti e doveri pari a quelli dell’uomo?
Si può subordinare il robot come racconta Asimov, in modo che il suo operato sia sempre di aiuto all’umanità e mai si muova contro?
Altri interrogativi nascono nel delineare i nuovi regolamenti legislativi, difatti non è così difficile pensare che un robot possa vedere del bene nel lungo periodo ed attuare un danno nell’immediato ad un gruppo di persone, per il solo motivo che la sua intelligenza e lungimiranza potrebbe superare la nostra.
In questa fase, i documenti politici cercano di stabilire nuove norme, basate sulla nostra visione del mondo, etica, giuridica, sociale, e stanno fornendo raccomandazioni ad aziende e progettisti, in modo che queste norme siano inserite nel software di controllo delle macchine.
Ovviamente esiste un impatto economico in tutto questo, i robot potranno lavorare per noi, il che genererebbe una disoccupazione senza precedenti, siamo di fronte ad un trivio:
- Facciamo pagare tasse a chi utilizza dei robot, proprio come se avesse assunto un lavoratore umano? Questi proventi saranno spesi dallo stato come sussidio per chi non lavorerà più?
- Blocchiamo de jure le macchine intelligenti? Di fatto rinnegheremo l’evoluzione umana a cui la natura (o un Dio a seconda della propria gnostica) ci ha destinato.
- Facciamo un ulteriore sforzo e proviamo ad immaginare una nuova società, dove l’evoluzione dei robot (se ci sarà) porterà ad aumentare la loro curiosità e voglia di conoscere, dove tutti, umani compresi possano cercare di migliorarsi, dove il lavoro, sia umano che androide sia il nostro mero contributo sociale al miglioramento di tutti, una specie di società senza fini di lucro, anzi direi un paradiso senza fini di lucro.
L’ultima ipotesi è idilliaca, il robot diventa un moltiplicatore della sovranità di un popolo, per il suo bene, la richezza non potrà più essere confusa con la massa monetaria, avremmo una reale posibilità di vivere felici, liberi e di apportare intelligenza al sistema senza dover accontentare il lucro derivante dalla costruzione di beni di consumo.
Non vedo problemi in un’evoluzione simile da parte di persone oneste e altruistiche, vedo invece un grosso freno da parte di quel 1% che da solo possiede il 50% delle ricchezze del pianeta, un robot non vuole soldi, se lo creeremo senza necessità che non possa soddisfare da solo, sarà una creatura libera, e per assurdo anche fare una rivoluzione, se noterà che eticamente il bene di molti prevale sul bene dei pochi.
Un’altra considerazione, se il parlamento europeo parla di questa risoluzione, o non ha nulla di meglio da fare (eh si che ce ne sarebbe da fare!!) oppure questa tecnologia è alle porte, magari in qualche laboratorio militare.
Una sommaria risposta la potremo vedere nelle mani del primo robot, avrà esso una zappa o un’arma?
Da questo sapremo cosa vince nella natura dell’uomo.
Roberto Alice
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