Economia
Unicredit stringe sulla Commerzbank: la mossa che mette il governo tedesco di fronte a un bivio
Unicredit aumenta la sua quota in Commerzbank, mettendo sotto pressione la Germania. L’operazione di Andrea Orcel mira a un’influenza crescente, ma il governo di Berlino si oppone. Quali sono i prossimi scenari?
Unicredit aumenta la sua partecipazione nella Commerzbank, mettendo pressione sul governo tedesco. La mossa, che ha visto il gruppo italiano convertire i derivati in azioni, lo ha portato a detenere il 26% della seconda banca privata tedesca, con l’intenzione di arrivare al 29%.
Questa strategia, guidata dall’amministratore delegato Andrea Orcel, mira a ottenere maggiore “diritto e influenza” sulla Commerzbank. Pur non puntando, “al momento”, a un posto nel consiglio di sorveglianza, l’istituto milanese osserverà con attenzione i progressi della banca di Francoforte. L’uso dell’avverbio “al momento” lascia aperta la possibilità di un futuro incremento della partecipazione, specialmente se Unicredit non sarà soddisfatta della direzione intrapresa.
La situazione è definita “difficile” dalla CEO della Commerzbank, Bettina Orlopp, che ha evidenziato potenziali conflitti di interesse, dato che la controllata tedesca di Unicredit, Hypo-Vereinsbank (HVB), è un concorrente diretto.
Le posizioni in gioco e il ruolo del governo tedesco
Unicredit, diventando il principale azionista della Commerzbank, si sta preparando a un possibile dialogo con il governo tedesco, secondo maggiore azionista con circa il 12%. Tuttavia, sia il governo, che la dirigenza della banca tedesca e i rappresentanti dei lavoratori si oppongono a un’acquisizione. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha già garantito in una lettera il suo impegno per una “Commerzbank forte e indipendente”.
In passato, Orcel ha criticato lo sviluppo della Commerzbank e ha definito le sue azioni sopravvalutate, escludendo offerte di acquisizione agli attuali prezzi di mercato. Il management della Commerzbank, per respingere l’interesse di Unicredit, punta su risultati finanziari solidi e promesse di elevati dividendi. La banca ha registrato un profitto record nel 2024 e punta a un ulteriore aumento entro il 2028.
Nonostante l’opposizione politica e del management, il cammino di Unicredit sembra essere privo di ostacoli da parte delle autorità di regolamentazione. L’Autorità federale antitrust tedesca ha già dato il via libera all’aumento della partecipazione italiana, confermando che i parametri di valutazione rimarranno invariati anche in caso di una futura offerta di acquisizione. Del resto o il governo tedesco si oppone con una contro scalata, cosa possibile, ma che contraddirrebbe le sue politiche attuali, oppure non può impedire un’azione giuridicamente legittima di Unicredit.
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