Attualità
Una sharing economy a forma di piramide (finanziaria)
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=NTB6PpYnfBI]
Testo conferenza Sharing Economy e Affitti Brevi
- Premessa
Qua mi sembra che si stiano facendo i conti senza l’oste.
Questa proposta di legge(1), peraltro interessante su vari punti, come la riduzione della prima aliquota (al 10%) e il tentativo di normare un settore complesso e diverso da regione a regione, persino da comune a comune, vede la mia totale contrarietà in un punto centrale: quello di coinvolgere le OTA – Online Travel Agencies, piattaforme da viaggio del net – trasformandole in sostituti di imposta per nostro conto: abbiamo già ceduto la sovranità monetaria a un gruppo di invisibili, e adesso vorremmo cedere – agli stessi invisibili nominees, così si chiamano gli anonimi soci delle società anonime di diritto inglese – anche la sovranità fiscale, che da sempre è l’altra faccia della politica monetaria ?
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Contesto
Il contesto è quello della guerra al contante – per la “cashless society” – e di fase ultrafinanziaria dell’economia dove solo contano la quantità di titoli emessi e collocati al nanosecondo, con potenti macchine e funzioni algoritmiche, che intossicano per forza di cose e sono deleteri per l’economia reale, già solo perché rappresentano 55 volte il PIL mondiale (come dice Nino Galloni): titoli non rimborsabili, non sostenibili, e soprattutto “invisibili”. Chi sono i creditori di questi titoli impazziti? E cosa sono disposti a fare per tenerne alte le quotazioni?
Se noi vogliamo continuare a “finanziarizzare” la nostra economia, destabilizzandola e allargando il divario tra l’1 per cento e il 99 per cento della popolazione, ebbene qual mossa più azzeccata che affidare le nostre tasse a chi, come la banca quando si appropria della proprietà dei nostri depositi, ex articolo 1834 del codice civile, si appropria del nostro affitto a nostra insaputa e nostro malgrado per giocarselo all’economia casinò? E vorremmo che facesse la stessa cosa anche con le nostre tasse? Vogliamo affidarle, sia pur “temporaneamente”, a un manipolo di investitori senza scrupoli che nascosti nell’anonimato di comodi paradisi fiscali non esiteranno a giocarle al casinò? Siamo crollati nella classifica dell’attrattiva turistica dal 1° posto 20 anni fa al 18° posto: con questa mossa ci facciamo semplicemente scippare tutto il comparto, e non sarebbe la prima volta, da quando è stato deciso lo smantellamento, e la svendita dell’IRI sul Britannia il 2 giugno 1992 (2). Questi soggetti sono maestri nel trasformare una custodia, o una gestione, in cessione. Facciamoli sostituti d’imposta! Sarebbe come cedere non solo altra sovranità al sovrano invisibile, ma la cassa, e le chiavi di casa. E adesso vi spiego perché.
3. Chi sono le OTA
Perché le OTA, sono espressione, filiali e creature di quelle stesse banche che ci stanno indebitando, con usura e con inganno, con date valori e interessi. Le OTA infatti sono partecipate da quegli stessi hedge funds, potrei citarne quattro su tutti – Vanguard, Blackrock, State Street, Fidelity – ma sono una decina in tutto (anche Jp Morgan, BNP Paribas e Norges bank, Wellington) che compartecipano nella ventina di banche d’affari e di investimento che coincidono con quelle che chiamo da anni il cartello delle banche strozzine e che il Tesoro chiama l’elenco delle banche specializzate in titoli di Stato, pubblicato due volte l’anno sul sito del Tesoro – o banche dealer in inglese, dal verbo spacciare…. Quelle banche che hanno il privilegio di acquistare per prime i titoli cosiddetti sovrani al Tesoro costretto a prostituirsi per ottenere la moneta che ci dovrebbe spettare di diritto, in una spirale infernale a vantaggio di una cerchia di pochi – l’1%, la mano invisibile (te le dicono pure le cose!! Basta saper leggere!!).
Sono un cartello perché insieme alle 3 agenzie di rating americane, Fitch, Moodys e Standard, partecipate dagli stessi hedge funds, si possono mettere d’accordo, e lo fanno, sull’appetibilità dei nostri titoli (in)sovrani, fissarne il prezzo, forse la quantità, con decisioni arbitrarie di declassamenti in modo da aumentarne lo spread con il bund tedesco, e ciò facendo, falsare una concorrenza che ha agevolato paesi come Francia e Germania, e al momento buono ricattarci con la minaccia di non comprarci i titoli o di declassarci ulteriormente, come fecero per silurare Berlusconi – basti pensare al processo di Trani a Standard & Poor’s e Fitch per presunta manipolazione del mercato – o a Fitch che minaccia in un recente comunicato con il rischio di disordini politici in caso di “no” al referendum costituzionale.
Si noti ancora come questo sistema ruoti attorno alla Federal Reserve, presso cui queste banche e questi fondi hanno come minimo un conto, in un sistema piramidale che ha avuto come perno fino ad oggi il petrodollaro, perché più i pagamenti del petrolio dovevano effettuarsi in dollari, più gli altri paesi dovevano indebitasi per comprare dollari, sorreggendone il gioco e il valore nonché l’economia.
Qua in breve le OTA: EXPEDIA nasce da Microsoft con innumerevoli filiali (tra cui Venere (2008), Trivago (2013), Carrentals e nel 2015 Homeaway). Uno dei maggiori azionisti ne 2005 era IAC, con sede nel Delaware, con cui adesso è consociata e legata da numerosi accordi commerciali, e tra cui troviamo niente meno che Chelsea Clinton come azionista.
Expedia ha acquistato Homeaway, a sua volta creata per fusione acquisizione e concentrazione di una quarantina di siti e società che offrivano il servizio forfettario di pubblicità online in tutti i paesi occidentali: ha praticamente eliminato la concorrenza concentrandola !!
Homeaway/VRBO forma una posizione dominante con l’acquisizione della concorrenza
TRIPADVISOR, nata nel 2000 e anch’essa partecipata per anni da IAC INTERACTIVE, si registra nel 2005 nel Delaware, e “si stacca” da Expedia nel 2011: sono quindi della stessa pasta e della stessa matrice, se non della stessa famiglia, in inglese si dice “related companies”, tant’è vero che sono legate da molti accordi commerciali, porte girevoli e amministratori in comune.
Maggiori azionisti di Tripadvisor
Poi nel 2015 Tripadvisor, sempre con gli stessi azionisti, acquista nel 2015 Holidaylettings, una delle poche che offriva ancora servizi promozionali per le case dei privati: con queste due fusioni acquisizioni – Expedia di Homeaway e Tripadvisor di Holidaylettings.co.uk – si è ridotta ed eliminata la possibilità dell’abbonamento forfettario, a vantaggio del pay per booking, vero e proprio signoraggio sui redditi delle nostre case, e per il toto carta da credito (o paypal)!
Con questa acquisizione mi sono vista costretta,con un vero e proprio ricatto, a firmare con un click le nuove condizioni di TRIP (ero iscritta su Holidaylettings.co.uk) per potere leggere le mail a me indirizzate attraverso il sistema di Holidaylettings, come da contratto precedentemente sottoscritto e ancora valido: questo fanno, cambiamenti unilaterali di contratto, condizioni e ricatto!!
HOMEAWAY, nata nel 2004, era l’unica piattaforma specializzata in affitti di case vacanze di privati, al momento è l’unica a offrire ancora il servizio di abbonamento forfettario oltre al pay per booking, sempre più preponderante. Negli anni ha acquistato TUTTE le piattaforme online occidentali per affitti – 40 siti (e rispettive società: Fewo Direkt.de, Homelidays e Abritel ecc) e oltre 1 milione di annunci in 190 paesi – ma poco prima di venire assorbita in Expedia (2015) ha cominciato anch’essa con il pay per booking: tutto lascia presagire che prossimamente sparirà del tutto la possibilità di fare promozione con le OTA, e che bisognerà pagare direttamente la regina – GOOGLE – per posizionarsi direttamente sul motore di ricerca. Al momento quindi Homeaway è l’unico OTA a offrire il servizio forfettario e per case private, ma già ci sta martellando per passare al pay per booking, a mio avviso un servizio neanche adatto per le società per non parlare dei privati.
Booking invece nasce direttamente come agenzia finanziaria di intermediazione, per gli alberghi: ha sede in Olanda ma è controllata al 100% da The Priceline Group, giurisdizione del Delaware e controlla a sua volta la filiale, con personalità giuridica separata, Booking com Italia Sprl. The Priceline Group, indovinate da chi è partecipata?
Del resto la posizione dominante di questi 3 gruppi è tale che si legge nel rapporto annuale di TRIPadvisor del 2014 che ci sono numerosi accordi commerciali tra di loro e che “i nostri maggiori partner di pubblicità, Expedia e Priceline (e filiali) hanno contato per il 46% del totale dei redditi”. Quindi fanno affari con quelli che dovrebbero essere i loro concorrenti: questi tre gruppi sono “related companies” cioè società con legami, collegate, non nettamente separate, porte girevoli tra gli amministratori e cumulo di funzioni, condivisione di azionisti e interessi.
L’Autorità per la Concorrenza italiana (ma non solo) aveva avviato un procedimento nel 2014 contro Booking ed Expedia (http://rivista.eurojus.it/il-caso-booking-prove-generali-di-cooperazione-tra-le-autorita-nazionali-di-concorrenza/?print=pdf) per l’imposizione di una clausola anticoncorrenziale ai clienti (stesse condizioni e stesse tariffe nei due portali, e migliori che altrove online e off line), clausola che Booking ha subito eliminato mentre Expedia – con sede nel Delaware – ha tergiversato fino ad aprile di quest’anno, ma sono tuttora in attesa di una loro risposta, per sapere se l’hanno tolta o meno. A me quindi non risulta.
Poi c’è Airbnb, l’ultima arrivata, una sorta di start up : il fondatore è il presidente di Amazon… per il momento fa concorrenza alle altre con il 3% di commissione per ogni affitto (invece del 15%) ma poi finirà acquisita (da Google?) a meno di non formare un duopolio…Non rispetta alcun criterio, e si comporta da banca, perché come le altre è dominata da quei fondi di cui sopra.
Il sistema, lungi dall’essere “sharing” – condiviso – è piramidale, e ruota attorno alla Federal Reserve, presso cui queste banche e questi fondi hanno come minimo un conto, e il cui perno fino ad oggi è stato il petrodollaro, perché più i pagamenti del petrolio dovevano effettuarsi in dollari, più gli altri paesi dovevano indebitasi per comprare dollari. Ed è così che è nato l’euro, subordinato al dollaro.
3. MECCANISMI MONETARI
Oggi che il cartello sta disinvestendo dal petrolio che sta perdendo il ruolo di riserva monetaria, esso sta dirigendo i suoi appetiti verso altri lidi per trovare altri sottostanti alla moneta creata dal nulla, sottostanti come l’acqua, i semi, e le stesse transazioni finanziarie digitali, vero core business di queste OTA. La guerra al contante, e lo scopo di giungere alla cashless society – dietro il paravento della digitalizzazione massiccia della società portata avanti tra l’altro dalla ex Commissaria Krees che occupava quella carica in totale conflitto di interessi poiché aveva interessi personali nella Lucent Corporation alias Alcatel!- sono solo strumentali all’aumento di potere di quel cartello che crea moneta dal nulla – o meglio dalla nostra credulità e dai nostri debiti – per arrivare alla moneta digitale controllata da Google/Microsot e Visa – con il rischio di arrivare al microchip come metodo di pagamento: questa è la loro visione e ambizione che in un primo momento si limiterà allo smarphone come metodo di pagamento, con totale violazione della nostra privacy.
Per illustrare il toto carta da credito online – a vantaggio di Visa partecipato dagli stessi hedge funds delle OTA – è prassi comune che le OTA ti chiamino per offrirti uno SCONTO se paghi subito, al telefono e con la carta!! Con i prezzi del servizio forfettario anormalmente gonfiati, come da intesa (sui 1000 euro annui!), è facile essere tentati…Tutto pur di farti pagare con la carta: sia il servizio annuo sia la commissione sugli affitti, sia la prenotazione del turista, con un flusso finanziario enorme che fuoriesce dal paese, e prossimamente con un flusso finanziario all’entrata che non entrerà neanche più nel paese…
Se la definizione di moneta a corso legale dei trattati UE (art 126 TFUE), coincide con le monete metalliche e le banconote in euro, che non rappresenta più del 5% della moneta totale, sulla moneta bancaria esiste un vuoto giuridico: la Banca Nazionale Svizzera la chiama surrogato di moneta e la Banca d’Inghilterra “pagherò” in contanti – IOU- e laddove il legislatore tace – per tacito consenso? per omertà? – si crea una situazione del fatto compiuto: la moneta bancaria, o i depositi creati dal nulla, al momento dell’erogazione del prestito, ci è imposta come moneta a corso legale DI FATTO, come quasi contante, almeno i depositi a vista. Ma è legale imporre una moneta non a corso legale per i pagamenti?
La spinta verso i pagamenti con la carta da credito – del tutto smaterializzati – è un passo in più nella titolarizzazione monetaria: creazione monetaria che avviene per derivazione con un collaterale (la garanzia del nostro rimborso) e un’attività sottostante (il nostro deposito virtuale), è un ulteriore pagherò/debito sia della banca del cliente sia del cliente stesso su una moneta che è già a sua volta un pagherò bancario in contanti: la transazione digitale o con cc è quindi un titolo che racchiude in sé la scommessa del pagamento futuro.
Quando il turista prenota e paga in anticipo la casa con la carta da credito, vi è ulteriore creazione monetaria, a vantaggio di quelle banche (e fondi) di cui sopra, con sede nel Delaware: guadagni per gli azionisti dell’OTA, che poi sono quelli della Visa, che poi sono quelli delle banche specialiste in titoli di Stato… che partecipano al capitale della Banca d’Italia, e il cerchio è chiuso…
Non solo: ma le OTA trattengono già indebitamente i nostri soldi dell’affitto per mesi e mentre noi rimaniamo nell’indisponibilità dei nostri soldi – indisponibilità che ci costringe al pagamento degli interessi – loro li usano come leva finanziaria per continuare a creare moneta e a giocare alla borsa casinò senza dircelo: quando riceviamo i nostri soldi, 24 ore dopo l’arrivo del turista, o meglio “la promessa dei pagamenti in contanti dei nostri soldi”, lungi dal riconoscerci un qualsiasi dividendo sugli utili che avranno fatto con gli affitti, saremo noi che dovremo riconoscergli una commissione per la transazione finanziaria, oltre alla commissione per l’affitto (15% tranne AIRBN 3%+IVA). Una manna per il cartello!!! Manca solo di cedergli la cassa del fisco perché facciano lo stesso giochetto!!
L’argomento è a tal punto pertinente che in Svizzera è in corso una campagna per indire un referendum sull’eliminazione della facoltà di creare moneta bancaria o deposito delle banche commerciali perché evidentemente per certi circoli esse hanno tirato troppo la corda. Nel frattempo è stato indetto un referendum il 5 giugno per il reddito universale per tutti, occupati e disoccupati, a prescindere dalla loro situazione patrimoniale….
4. Posizione dominante
Moneta-banche-fondi-OTA
Con quanto detto è chiaro che si delinea costantemente una posizione dominante e suo abuso ai sensi della normativa UE, articoli 101 e 102 TFUE, in particolare ai comma a “divieto di imposizione di prezzi e altre condizioni di transazioni non eque” e d “divieto di subordinare la conclusione di contratti all’accettazione di prestazioni supplementari” come è ad esempio il servizio finanziario, da noi non richiesto.
Si verifica una triplice restrizione per il proprietario: della scelta del servizio (non più promozionale ma di intermediazione), del metodo di pagamento e della società finanziaria per il metodo di pagamento che è quella imposta dalla OTA. Ricordo che Monti quand’era commissario alla Concorrenza, per un caso simile di Microsoft che vendeva i pc con incorporato Windows (e Mediaplayer) aveva fatto pagare una multa salata alla Microsoft e chiesto di correggere il tiro, cosa che Microsoft si è guardata bene dal fare…
La Commissione europea è molto “sotto influenza” e agisce solo perifericamente, non ha fatto niente per impedire questo cartello (delle OTA come delle banche e delle multinazionali). A livello nazionale l’Autorità per la concorrenza ha emanato un provvedimento il 21 maggio 2014 (14) in cui chiede a Booking ed Expedia di cessare il comportamento di intralcio alla concorrenza che consisteva nell’imporre una clausola ai proprietari con l’obbligo di offrire esattamente le stesse condizioni sulle due piattaforme e che fossero le migliori di qualsiasi altra offerta online e off line. Booking ha ottemperato subito ma Expedia si sarebbe conformata solo il 21 aprile scorso, mentre sono ancora in attesa della risposta da Expedia se abbia veramente eliminato la clausola.
Si pone anche un problema di Privacy: su queste piattaforme vi è la registrazione di tutte le nostre comunicazioni con i turisti a vantaggio di queste multinazionali americane, con un’intromissione e un’ingerenza nei nostri affari inaudita, e la cancellazione dai messaggi del numero telefonico e dell’indirizzo mail dei proprietari per evitare qualsiasi contatto diretto, anche negli abbonamenti forfettari di promozione. Su questo problema della privacy, la Commissione europea ha proposto una nuova normativa chiamata scudo dei dati nei flussi transatlantici UE-USA, vera e propria presa in giro, visto che si basa su: 1) un’autocertificazione delle multinazionali US sul rispetto della privacy; 2) in caso di divergenza sul ricorso del cittadino europeo a un mediatore del Dipartimento di Stato americano “indipendente” !! Vogliamo cedergli anche le prerogative fiscali?
5. OTA E FISCO
Infine la situazione fiscale di queste OTA è tale che io non affiderei loro neanche un centesimo. Booking com con sede in Olanda gode di una tax ruling (esattamente come negli accordi del LuxLeaks!) con la scusa che si tratta di “tecnologie innovanti”: un’aliquota al 5% invece del 29%!. E poi quando pago la mia commissione a Booking, la pago alla sede olandese nonostante ci sia una filiale che lavora in loco, in Italia: Booking com Italia srl. Tutti redditi dichiarati in Olanda – almeno quelli non dichiarati nel Delaware o altrove – e non in Italia! Quando pago la commissione a Homeaway/Homelidays Italia, in realtà il bonifico va a una banca francese con sede in Francia. Questo perché Homelidays e Abritel sono le società francesi comprate poi da Homeaways/VRBO, società americana. In queste fusioni acquisizioni in Italia le società risultano sempre le “controllate” di queste strutture multinazionali.
E poi il Delaware: Airbnb, Tripadvisor, Expedia/Homeaway, The Priceline Group/Booking sono tutte società iscritte nel Delaware Stato USA definito da molte associazioni che studiano i paradisi fiscali come il maggiore paradiso fiscale al mondo neanche segnato in quanto tale nelle liste nere delle autorità fiscali di mezzo mondo, ad esempio nella blacklist italiana del 2002 non figura. Vanta 285000 società in un solo indirizzo, 1209 North Orange Street, “famoso per l’assistenza a decine di migliaia di società ad eludere centinaia di milioni di dollari in tasse” scrive il quotidiano The Guardian. L’80% delle società e delle banche e loro multinazionali e fondi, di Fortune500 utilizzano la segretezza e il fisco del Delaware registrandosi a quell’indirizzo. “Le grosse multinazionali, gli affari effimeri, e chi più ne ha più ne metta, sono stati tutti nel Delaware per minimizzare le tasse, evitare le normative, o se necessario far perdere le tracce” scrive il New York Time nel 2012. “E’ facile fare società schermo, nessuno fa domande”. E’ proprio di questi giorni il caso uscito nella stampa che i due principali candidati alle presidenziali, Trump e Hillary Clinton, abbiano centinaia di società allo stesso indirizzo, ma non vogliono dare spiegazioni.
Qua per Airbnb https://www.sec.gov/Archives/edgar/data/1559720/000155972012000002/xslFormDX01/primary_doc.xml
In risposta al Panama Papers, la Commissione europea ha proposto che le multinazionali debbano dichiarare il loro reddito, le tasse, l’oggetto della loro attività e altre informazione per ogni paese in cui hanno delle succursali o delle attività, in Europa. Vuol dire una cosa sola: che al momento non lo fanno. Attualmente è ancora in corso il processo dei tre informatori del LuxLeaks che hanno informato sugli accordi fiscali intervenuti tra le multinazionali e il Lussemburgo per ridurre le tasse, con l’aiuto di una delle quattro società contabili, Pricewaterhouse: niente è stato fatto per la loro tutelela, anzi è stata votata una direttiva dal Parlamento europeo che difende il segreto degli affari – tutto questo va nel senso del TTIP!
Il sistema di elusione ed evasione fiscale di queste multinazionali è sistemico: si pensi al caso di Starbuck e di Fiat Chrysler condannate dalla Commissione a correggere le loro pratiche di elusione e di evasione fiscale con i flussi intrasocietari e a rimborsare 20/30 milioni di euro. Il quadro che è venuto fuori dallo studio della Commissione europea è che una forma comune di elusione fiscale sistematica delle multinazionali è quella dei flussi intrasocietari da controllata a controllante e anche dei prestiti da controllante a controllata, con sfruttamento generale della controllata. L’Italia ha tutte società controllate naturalmente, ed è così che ci salassano.
Deve ancora scoppiare lo scandalo del Delaware, se mai scoppierà: il Panama papers e il Luxleaks sono solo la punta dell’iceberg e non la mela marcia di un sistema di evasione ed elusione fiscale che è sistemico e che parte dall’evasione primordiale del reddito derivante dall’emissione stessa della moneta bancaria che viene nascosta nel pareggio della partita doppia, e nel passivo nei depositi: capitale nascosto ma introitato, un flusso finanziario che inonda i paradisi lasciando gli inferni a secco…
Le caratteristiche del Delaware sono:
1. Possibilità di creare la società online senza essere sul posto
2. Segreto bancario, non si può mai risalire ai veri beneficiari di queste società e dei flussi
3. Facilità di creazione di società schermo
4. Da zero tasse a 8,5% (se redditi provenienti dagli USA)
5. Interposte persone iscritte, spesso studi legali (come alla City)
Piccolo aneddoto: è girata sul net nel 2013 la schermata dell’iscrizione di una società “Equitalia SPA” nel Delaware, 2013, poi smentito da Befera sul Sole24ore, come caso di omonimia, e poi cambiata la ragione sociale in Equitas…
I paradisi fiscali esistono perché esistono gli inferni fiscali o viceversa? Direi che la prima frase vale a livello microeconomico, per i “furbetti” a livello globale, ma la seconda vale a livello macroeconomico: gli inferni fiscali esistono perché dai “paradisi” i banchieri che creano moneta dal nulla saccheggiano il pianeta in completo anonimato e incolumità con gli strumenti simil monetari di cui abbiamo parlato. Con il TTIP i banchieri/trader titolari di multinazionali si stanno assicurano la loro protezione inossidabile e stanno mettendo al riparto questi meccanismi di dilapidazione del pianeta.
Gli inferni, per essere meno inferni, non avrebbero che da imitare i paradisi, per le tasse, applicando però la trasparenza che dovrebbe essere tipica delle democrazia. Per abolire l’anonimato andrebbero cancellate come figura giuridica innanzitutto le società anonime o per azioni… cominciando in particolare dalle aziende democraticamente definite di “interesse generale”.
6. Per concudere, il privato che fa gli affitti brevi, non ha una franchigia esentasse, se non ha altri redditi, si ritrova senza più la scelta del tipo di servizio, del metodo di pagamento e della società finanziaria: come conseguenza dell’abuso di posizione dominante, non contrastato dalla Commissione europea, dell’intesa sui prezzi (prezzi alle stelle per la promozione Homeways, l’unico sito a fare ancora promozione, oltre che intermediaizone) e delle condizioni.
CONCLUSIONE
NO alla cessione della sovranità fiscale alle OTA che sono già espressione della cessione della sovranità monetaria
SI alla riduzione della prima aliquota per i privati (da 23 o 21% al 10%)
SI all’istituzione di una vera franchigia per tutti alberghiero ed extraalberghiero di 13/14000 annui in segno di rispetto del diritto dell’uomo (vitto alloggio vita dignitosa)
SI alla collaborazione tra imprese, cittadini e autorità fiscali sui meccanismi fiscali e commerciali di queste multinazionali, anche con la collaborazione degli altri Stati membri
SI alla libertà di scelta del metodo di pagamento e del tipo di servizio: deve sussistere la possibilità del servizio forfettario pubblicitario
SI alla creazione di una piattaforma neutrale italiana e all’incentivazione di siti italiani, anche con aiuti di Stato, nello sfregio delle norme contro gli aiuti di Stato della Commissione europea che non le applica per settori strategici di interi paesi, tipo il nucleare in Francia o il sistema bancario in Germania, e tanti altri casi. Tutt’al più lo si potrà fare in osservanza del terzo comma dell’articolo 101 del TFUE che prevede delle eccezioni al divieto di aiuti di Stato per i casi di accordi tra imprese, decisioni di associazioni di imprese e pratiche concordate “che contribuiscano a migliorare la produzione o la distribuzione dei prodotti o a promuovere il progresso tecnico o economico, pur riservando agli utilizzatori una congrua parte dell’utile che ne deriva”. Del resto abolire i monopoli, come quello delle OTA e di GOOGLE, dovrebbe essere lo scopo principale della Commissione europea in modo da incoraggiare la libera concorrenza delle piccole e medie imprese… in questo caso dei pubblicitari italiani. Il turismo potrebbe e dovrebbe essere definito un’attività di interesse generale economico, e strategico per l’economia della nazione…
Nforcheri 2/5/2016
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