Attualità
Un’analisi sull’attentato di Parigi e sulle conseguenze attese per l’Italia e per l’EU: si stanno creando le condizioni per la rottura della moneta unica, tempo un paio di anni?
Come avete notato ho deciso di prendere tempo dopo l’attentato di Parigi, le reazioni e le analisi a caldo tradiscono sentimenti che nulla devono avere a che fare con il pragmatismo e la logica. Lasciando prima sedimentare gli eventi ho finalmente “tirato la rete” ed oggi penso di aver ricevuto il supporto necessario per avere un quadro abbastanza completo, seguitemi e mi direte.
Dunque, la Francia ha subito un attentato pesante suppostamente per mano degli islamisti in un periodo di enorme difficoltà economica e all’alba delle richieste europee di rientrare dal deficit eccessivo, rientro di fatto certo dopo averlo imposto a costo di lacrime e sangue all’Italia, non si poteva più ritardare nel richiedere lo stesso a Parigi. In aggiunta, stando ai numeri economici pubblicati ieri, la disoccupazione francese sta decollando nonostante i deficit in deroga ai dettami EU pompati nell’economia reale transalpina negli ultimi anni. Dunque, un’eventuale – ed inevitabile, in assenza di eventi straordinari – richiesta di rientro dal deficit di bilancio per Parigi minerebbe/avrebbe minato oggi alle fondamenta il welfare transalpino ovvero la pace sociale: già mi vedevo gli studenti e gli agricoltori transalpini in piazza a protestare, si sa che i franchi sono incazzosi quando li tocchi nel loro intimo interesse diffuso.
Viene da dire che l’attentato del Bataclan è arrivato davvero a fagiuolo, verrebbe anche da dire che se non ci fosse stato si sarebbe dovuto inventare (…). E se vi sembro irrispettoso del lutto altrui, beh, leggetevi i post formidabili come profondità ed informazione di Blondet*, che certamente ha guide ben più illuminate dello scrivente in questo oscuro sentiero fatto di secrete trame. Si, il Blondet dice più o meno chiaramente che esistono multipli e ricorrenti incongruità collegabili sotto certi punti di vista all’attacco al Charlie Hebdo, (si ricordi tra l’altro che i morti non parlano, soprattutto i terroristi uccisi, in entrambi i casi non se ne è salvato uno); dunque si può implicare che tale attentato possa essere stato architettato da qualcuno interessato a far sì che la Francia da una parte distogliesse la pubblica attenzione dalle faccende correnti [inclusi i conti e le imminenti elezioni regionali] e dall’altra permettesse a Parigi di andare a guerreggiare in Medio Oriente. Indirettamente si implica anche che – aggiungo -, così facendo si sarebbero dovute ottenere deroghe nei conti con il fine di proteggersi dal terrorismo anche per il tramite di una “necessaria guerra” per difendersi dall’aggressore islamico, cosa puntualmente avvenuta. In fondo questo pensiero non è tanto lontano da quanto maturato dal sottoscritto che si è preso un po’ più di tempo; senza spingermi in tesi complottiste preferisco restare ai fatti e concludere che – personale visione – l’attentato francese ha avuto un tempismo eccezionale che come primo effetto ha fatto considerare all’EU e quindi a Juncker la necessità di un esercito europeo (con a capo magari l’unica potenza nucleare dell’Europa continentale, ossia la Francia?).
Facciamoci aiutare dalla storia per capire meglio i fatti recenti. Partendo dal recente passato ricordiamo prima di tutto che la Francia ri-aderì alla NATO solo nel 2009 dopo, se ricordo bene, dopo ben 42 anni di assenza (uscì dalla NATO nel 1966 e ci rientrò con Sarkozy, probabilmente con l’intento di ottenere come contropartita la direzione militare dell’Europa, lasciando alla Germania il direttorato economico). Appunto, l’asse franco tedesco, quello che si è venuto a creare in quest’Europa austera: uno fa il gendarme e l’altro l’economo, l’uno è simbiotico all’altro provvisto che nessun altro partner EU possa fare ombra a detta diarchia. In questo scenario ben si spiega il lasciare ai margini delle decisioni europee Londra. E parimenti ben si spiega la necessità di eliminare dai giochi l’alleato scomodo italiano, troppo vicino agli interessi USA e posizionato in modo strategico nel Nord Africa ricco di petrolio, ossia l’eliminazione del filo italiano Gheddafi rischia di essere stata decisa a tavolino per volere francese. Infatti Parigi da sempre ha interessi coloniali in tale area limitrofa, l’Algeria è stata abbandonata solo di facciata da De Gaulle, semplicemente le aziende francesi hanno “comprato” i politici locali e quindi “tutto va bene”, infatti è stato l’unico paese ricco di petrolio dell’area a non essere coinvolto nelle cd. Primavere arabe.
Ricordiamo anche che Parigi è attivissima nell’Africa subsahariana, Mali e Niger dove sono presenti suoi forti interessi nell’estrazione di uranio ad esempio [utili ad EDF, ndr]. Ed in mezzo c’era l’impermeabile Libya di Gheddafi, colui che i franchi già tentarono di eliminare nelle more dell’attentato di Ustica (secondo il fu giudice Priore, vedasi il suo libro “Intrigo Internazionale”, Chiarelettere). In questo contesto siamo alle solite, si tratta della perenne sfida tra interessi anglosassoni e francesi nell’area [segue mappa, da Limesonline.com]
La Germania chiaramente, in questo frangente diciamo militare, resta silente; dopo gli attentati di Parigi la Francia si è arrogata il diritto di intervento in Siria senza averne i mezzi, leggasi i soldi e le cose stano andando probabilmente nella direzione voluta. Si sa che il ruolo che Berlino si è ritagliata è quello di essere attentissima a far prosperare i propri affari con Mosca, secondo le elites tedesche la via d’uscita dalla crisi europea e mondiale passa per una nuova sfera di influenza russo tedesca con la Francia come addendum militare (e soprattutto nucleare) inevitabilmente in competizione con gli USA e con l’altra potenza egemonica mondiale, la Cina. Alla fine devo ammettere di essermi sbagliato quando paventai l’ineluttabilità del riarmo tedesco, infatti quello che sta avvenendo è il riarmo europeo in veste continentale per via dell’addendum militare all’asse franco tedesco con lo scopo di essere non necessariamente un alleato degli USA ma piuttosto avendo una propria agenda regionale che spazi dal mare del nord al nord africa, spingendosi fino al vicino medio oriente. Un moderno Lebensraum con La Vie en Rose come sottofondo. La storia ci aiuta anche in questo caso…
Or dunque, in questo grande disegno la Germania oggi deve necessariamente aiutare la Francia nel senso di non richiedere quanto meno il rientro negli austeri parametri di deficit e magari dando anche qualche spicciolo, negli scorsi giorni abbiamo incredibilmente visto Berlino – davvero incredibilmente, ma solo fino ad un certo punto – mettere a disposizione i suoi Tornado per la guerra in Mali a difesa degli interessi francesi nell’area e facendo di fatto – ed ufficialmente – paventare la nascita dell’apparato di difesa Europeo.
Ecco, la difesa Europea, un esercito comune: abbiamo finalmente capito dove vuole arrivare questa Europa iniqua e a trazione eurotedesca, emanciparsi economicamente anche per il tramite del poter intervenire fuori dai propri confini, ossia giocare la propria partita delle risorse in autonomia. E quindi ecco la Francia attivarsi per il tramite di un utilissimo attentato sul proprio suolo idealmente causato da terroristi islamici che hanno incredibilmente ed opportunamente lasciato i propri passaporti siriani e vicinali alla Siria sul luogo dell’attentato. Solo uno stupido potrebbe cascarci. O solo qualcuno in malafede… [Prendiamo un esempio della storia, ricordiamo il caso dell’olandese di sinistra Marinus Van der Lubben nell’incendio del Reichstag tedesco che permise l’ascesa di Hitler: fu visto addirittura da Goering nell’edificio prima dell’incendio e per questo fu condannato a morte con un’aberrazione giudiziaria che solo i nazisti tedeschi potevano perpetrare – retroattività penale in caso di pena di morte -, gli stranieri ed i comunisti avevano attentato alla sicurezza del Paese! Ed infatti l’Olanda fu uno dei primi paesi invasi dai nazisti che poi andarono al potere… Lo spaventare un popolo con eventi eclatanti per poi fargli fare quello che il governo vuole prese il nome di Dottrina Goering dopo il processo di Norimberga].
Or dunque, il sunto è che la Francia è in crisi economica gravissima e quindi per salvarsi e per salvare la ricchezza della propria cittadinanza ha dovuto far valere il proprio ruolo militare e l’utilità connessa nelle more di un nuovo, grande disegno paneuropeo: ossia l’aspetto militare riattivato per il tramite di un prezioso quanto biasimevole attentato sanguinario sul proprio suolo. Ed eccola oggi, dopo il preziosissimo e fatale eccidio islamico del Bataclan andare in Siria a fianco, notate bene, dell’avversario per cui la NATO è stata creata, la Russia. E ricordando che la maggior parte dei foreign fighters europei sono stati arruolati proprio in Francia (e in Belgio, che è un’appendice della Francia, i servizi segreti dei due paesi sono praticamente unici, gli stessi, ndr). Ma certamente Parigi non c’entra nulla nella creazione di questa miscela esplosiva fatta di islamisti armati fino ai denti ed organizzatissimi che ha portato all’attentato, certamente….
Come vedete seguendo la traccia data dallo scrivente non pare assolutamente casuale quanto accaduto, verrebbe anzi da dire un piano ben congegnato.
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In tutto questo manca un elemento fondamentale, gli USA: perché dovrebbero aver autorizzato Parigi a muoversi in codesta “tanto ingerente” modalità? Se è come penso Washington sta subendo gli eventi piuttosto che gestirli, comandata – o piuttosto destabilizzata nel proprio dominio globale – dal ritengo peggior Presidente della Storia americana, Barack Obama. Ma solo per ora. Certamente la mossa di Parigi, come troppe volte è capitato nella storia moderna, è figlia di qualcosa detto solo a metà, della serie penso che qualcuno a Washington sapesse cosa stava accadendo ma probabilmente non sapeva tutta la storia e soprattutto quello che sarebbe successo dopo, l’ambiguità francese è ormai dogmatica nella diplomazia internazionale.
Mi spingo a pensare che nessuno avesse informato chi di dovere della volontà di allearsi a Mosca a valle dell’attentato, il paese comandato dal più grande statista degli ultimi i 100 anni assieme a Churchill che però fallì miseramente la gestione delle faccende di Stato in assenza di guerra. Forse qualcuno nell’asse franco-tedesco, soprattutto per motivi economici, era stufo delle ingerenze USA ai confini con europei [Ucraina] con lo scopo quasi dichiarato ormai di provocare Mosca. E’ chiaro infatti che gli USA di Obama sono un bluff economico, l’economia non è così florida come ce lo vuol far credere la presidenza USA; dunque, mandare tutto in caciara è certamente un’opzione, anche una guerra lontana dai propri confini potrebbe andare bene con il fine di distogliere la cittadinanza americana dalla grave crisi materiale del paese, crisi che verrà terribilmente acuita da un dollaro forte, tempo un anno (ossia proprio a cavallo delle presidenziali USA). Il democratico F.D. Roosevelt insegna (…).
Dunque, se come penso agli USA non vanno bene nè la troppa vicinanza con la Russia della Germania a livello economico né quella militare della Francia siamo quasi pronti per la reazione agli eventi. E tale reazione potrebbe a questo punto passare finalmente per un indebolimento di coloro che – prima alleati – vorrebbero fare i propri interessi avendo una propria agenda nel nome di questa Europa fuori dagli schemi NATO consolidatesi negli ultimi 70 anni. Ovvero, l’asse franco tedesco che combatte in medio oriente e fa affari con la Russia – e nega il TTIP – potrebbe non essere più confacente agli interessi americani. Alla fine si sa, come dice il vecchio H. Kissinger, “gli USA non hanno amici per sempre, hanno solo interessi”. E quindi, se andrà come penso, ciò significa che stanno nascendo le condizioni per rompere finalmente questa Europa [e quindi l’euro che lo rappresenta] utile a livello economico solo alla Germania.
Il problema è che questa rottura europea – ammesso che gli USA la avallino e la supportino con una transitoria dollarizzazione dei paesi in uscita, ossia rendendo disponibile la liquidità che mancò ad Atene per raggiungere l’obbiettivo di tornare alla dracma – dovrà avvenire facendo leva su alleati americani locali; e l’identikit di questi alleati è facile: UK, Italia, Polonia ed Olanda, più qualche aggiunta tra i periferici.
L’altro aspetto critico da tenere in considerazione è il fatto che la Francia NON ha i soldi per fare nessuna guerra: per andare in Sirya a guerreggiare Hollande ha chiesto chiaramente agli europei soldi – e non mero supporto militare – [mio commento: incredibile]. Bene ha fatto l’Italia ad issare su ogni pennone nazionale il vessillo francese in lutto ma senza scucire un euro e senza muovere un mezzo anfibio… Ricordiamoci che tempo un anno e la Francia sarà messa in ginocchio economicamente da questa guerra fino ad oggi di facciata. E successivamente vedremo cosa farà l’Europa tedesca per giustificare lo sforamento dei deficits francesi (e dunque approvando anche quelli italiani, greci, spagnoli, portoghesi, irlandesi, ciprioti, sloveni, finlandesi ed anche austriaci…). Ed in ogni caso la Germania ha convenienza a tenere in piedi Parigi, per propri interessi…
Tutto questo mi spinge ad affermare che l’Italia rischia di diventare nei prossimi mesi il teatro dello scontro geopolitico tra interessi contrapposti euro-franco-tedeschi e anglo-italiani, magari con il ritorno nella nostra alleanza degli israeliani anche loro traditi dalla politica estera di Obama. Ovvero, non vedo nessun rischio di attentati veramente islamici in Italia, ma eventualmente – direi casi improbabili – di attentati stile strategia della tensione finalizzati ad indebolire un governo italiano troppo filo USA, sempre che gli europei ne abbiano la forza (e la vedo dura, gli apparati di intelligence italiani sono un clone di quelli USA, noi ospitiamo sul nostro suolo patrio le maggiori basi militari americani fuori dai loro confini!).
Certo, in questo scenario macro per l’Italia bisognerà mettere in conto un eventuale supporto ad azioni USA nell’area in contrasto con quelli dell’asse franco tedesco, lo stesso asse che andò contro gli indirizzi americani durante l’invasione del medio oriente dell’era di Bush jr (non dimenticando che con molta probabilità il prossimo presidente a stelle e strisce sarà di nuovo repubblicano). E magari con la contropartita di una restaurazione degli interessi italiani in Libya a livelli pre-eliminazione di Gheddafi per mano francese: tale supporto italiano militare potrebbe essere tranquillamente pagato con la futura crescita data da un’uscita dalla moneta unica [svalutando la nuova lira], evento in cui il paese più avvantaggiato sarebbe certamente il manifatturiere del sud Europa chiamato Italia (e parallelo ed enorme danno degli interessi tedeschi [rivalutando il marco] a causa della troppa vicinanza alla Russia).
Il gioco si fa interessante.
Jetlag per Mitt Dolcino
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http://www.rischiocalcolato.it/2015/11/e-strategia-della-tensione-lo-dimostra-la-cronologia.html
http://www.rischiocalcolato.it/2015/11/parigi-qualche-kamikaze-era-radiocomandato.html
http://www.rischiocalcolato.it/2015/11/come-sapremo-se-e-un-false-flag.html
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