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Energia

Un progetto di Biden che Trump potrebbe portare avanti

Biden ha confermato al COP29 la volontà del governo USA di triplicare l’energia nucleare. Uno dei pochi programmi che Trump potrebbe essere disposto a portare avanti

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Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump non è un fan delle energie rinnovabili. Ha detto che l’energia solare è troppo costosa per funzionare su scala, ha minacciato di imporre tasse salate sui pannelli solari che arrivano dall’estero e ha avanzato affermazioni apparentemente infondate secondo cui molti conigli “rimangono impigliati” nelle installazioni solari e muoiono.  Anche l’energia eolica non lo affascina e ha  da tempo criticato gli effetti delle pale offshore sulla fauna.

Questo mette la delegazione dell’amministrazione Biden al vertice delle Nazioni Unite sul clima di Baku, in Azerbaigian, in una posizione scomoda. Alla COP29, come viene chiamata la conferenza di quest’anno, ci si aspetta che i governi annuncino nuove importanti politiche per combattere il cambiamento climatico. Ma tutto ciò che l’amministrazione uscente annuncerà ora potrebbe essere già morto quando Trump sarà inaugurato a gennaio, semp0re che il rientrante presidente non esca subito dagli accordi di Parigi e quindi se ne infischi delle varie COP.

Centrale nucleare vogtle

Centrale nuclearedi Vogtle

Ciononostante, il team di Biden sembra sperare che la spinta verso una delle forme più controverse di energia a emissioni zero sia più gradita al successore del presidente. Nella terza giornata della conferenza, mercoledì, l’amministrazione ha annunciato di voler fissare l’obiettivo di triplicare la capacità di energia nucleare degli Stati Uniti entro il 2050. Ciò comporterebbe l’aggiunta di circa 200 gigawatt di nuova generazione nucleare, sostenendo sia i tipi di reattori di grandi dimensioni che molti americani conoscono, sia i nuovi  SMR,  più facili da costruire e da autorizzare. L’amministrazione si è impegnata a collaborare con gli sviluppatori nucleari e le aziende elettriche per trovare i luoghi più economici e più facili per la costruzione di grandi impianti, e a sostenere con quasi 1 miliardo di dollari i piccoli reattori modulari.

“Negli ultimi quattro anni gli Stati Uniti hanno davvero creato la capacità industriale e la memoria muscolare in tutta l’economia per realizzare questo piano”, ha dichiarato Ali Zaidi, consigliere nazionale per il clima della Casa Bianca, in un’intervista a Bloomberg durante la COP29.

Le torri di raffreddamento funzionanti dell’Unità 1 di Exelon Generation in primo piano emettono vapore acqueo. Le torri di raffreddamento inattive provengono dall’Unità 2, danneggiata in modo permanente nell’incidente del 1979.

I funzionari di Biden sanno bene che Trump e il Partito Repubblicano hanno spesso abbracciato l’energia nucleare come soluzione affidabile e pulita per il crescente fabbisogno elettrico del Paese. Quest’anno la piattaforma del partito ha dichiarato che “i repubblicani libereranno la produzione di energia da tutte le fonti, compreso il nucleare”. All’inizio di quest’anno, un sondaggio di Pew Research ha rilevato che circa due terzi degli elettori repubblicani sono favorevoli all’espansione dell’energia nucleare, una percentuale superiore a quella dei democratici. Come ha detto John Podesta, consigliere senior di Biden per il clima, durante una conferenza stampa alla COP29, “il desiderio di costruire il nucleare di nuova generazione è ancora presente”.

Tuttavia, il Partito Repubblicano – e persino lo stesso Presidente eletto – non sono affatto d’accordo quando si tratta di energia nucleare. e soprattutto di come applicarla.  Durante l’intervista di tre ore con il podcaster Joe Rogan, Trump ha detto che l’energia nucleare è “molto pulita”, ma ha anche osservato che i reattori “diventano troppo grandi, troppo complessi e troppo costosi”, citando i significativi sforamenti dei costi e i ritardi della centrale di Vogtle, in Georgia, dove quest’anno sono stati aperti nuovi reattori nucleari. Una frase che fa pensare ad una preferenza per gli SMR anche per Trump.

Malwina Qvist, direttrice del programma sull’energia nucleare presso l’organizzazione no-profit Clean Air Task Force, ha affermato che l’energia nucleare può essere una rara area di consenso tra Biden e Trump quando si tratta di cambiamenti climatici ed energia, soprattutto alla luce delle recenti spinte per rilanciare l’energia nucleare nelle località di tutto il Paese. All’inizio di quest’anno i legislatori californiani hanno approvato una legge che consentirà alla centrale di Diablo Canyon di rimanere aperta fino al 2030, grazie a un investimento di 1,1 miliardi di dollari proveniente dall’Inflation Reduction Act di Biden. Nel frattempo, a settembre Microsoft ha annunciato che acquisterà energia da una centrale nucleare riaperta a Three Mile Island, in Pennsylvania, luogo di una famigerata fusione del reattore nel 1979.

SMR della Holtec

“Nel corso degli anni abbiamo riscontrato un sostegno bipartisan all’energia nucleare e un crescente interesse per lo sviluppo di nuove centrali e per la conservazione di quelle esistenti da parte dei governatori degli Stati rossi e blu”, ha dichiarato. Qvist ha aggiunto che la sua organizzazione mira a “preservare le conquiste ottenute durante questa amministrazione e a farle progredire durante la prossima”.

Resta il problema della gestione delle scorie nucleari, radioattive per lungo tempo,  ma, nel corso della sua storia, il numero di morti attribuito al nucleare per unità di energia creata è di gran lunga inferiore a quello degli impianti alimentati a combustibili fossili che può sostituire.

In ogni caso, è improbabile che il programma nucleare dell’ultimo minuto dell’amministrazione Biden sia sufficiente a triplicare la produzione di energia da solo. Gran parte dei recenti investimenti nel settore nucleare statunitense sono stati destinati a mantenere in vita o a riaprire gli impianti già esistenti nel Paese, ma la costruzione di una flotta di nuovi reattori di grandi dimensioni richiederebbe miliardi di dollari in più di nuovi capitali – più di quanto non fornisca il massiccio Inflation Reduction Act, il più grande investimento in energia pulita nella storia degli Stati Uniti, attraverso le sue disposizioni in materia di sovvenzioni fiscali.

“Per soddisfare questa domanda sarà necessario un cambiamento radicale nei finanziamenti”, ha dichiarato Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, un’organizzazione globale per la difesa del nucleare, alla vigilia della COP29. “Il finanziamento delle centrali nucleari, soprattutto per quanto riguarda i costi iniziali, richiede la partecipazione del governo”.

L’amministrazione Biden può gettare le basi per la crescita del nucleare, ma spetterà a Trump e al suo nuovo Congresso repubblicano decidere se fornire tale partecipazione, come spetterà agli attori privati che vogliono grandi quantità d’energia. a propria disposizione. 


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