Difesa
Spionaggio e arresti: Kiev abbandona l’illusione della neutralità cinese
L’arresto di due cittadini cinesi per spionaggio a Kiev segna una svolta. L’Ucraina prende atto del crescente sostegno di Pechino alla Russia, non più solo tecnologico ma anche militare, e adegua la sua posizione.

L’arresto di due cittadini cinesi in Ucraina questo mese con l’accusa di spionaggio ha segnato una drammatica svolta nel tono di Kiev verso Pechino. Il sostegno della Cina alla guerra della Russia sta diventando un’amara realtà, sempre più difficile da ignorare.
Il 9 luglio, il servizio di intelligence ucraino ha comunicato che un uomo cinese di 24 anni – espulso da una scuola tecnica ucraina due anni fa – ha tentato di ottenere informazioni classificate sul programma missilistico Neptune stringendo amicizia con un dipendente del settore della difesa. Secondo le autorità, l’uomo intendeva passare le informazioni a suo padre, anch’egli arrestato, affinché le consegnasse ai servizi segreti cinesi.
Questi arresti sono avvenuti appena un giorno dopo che il Presidente Volodymyr Zelenskyy ha imposto sanzioni a cinque aziende cinesi per aver aiutato lo sforzo bellico della Russia, una mossa di una durezza senza precedenti da parte dell’Ucraina.
Fin dall’inizio dell’invasione su larga scala da parte della Russia, Pechino ha rivendicato la propria neutralità, pur continuando ad acquistare petrolio e gas russi – la linfa vitale finanziaria di Mosca – e fornendo tecnologia a duplice uso al suo esercito. Kiev, come molti in Occidente, aveva sperato che la Cina usasse la sua influenza sul presidente russo Vladimir Putin per spingere verso la pace. Ora la speranza è svanita e Kiev, e l’occidente, prendono una posizione molto più dura.
Dalle componenti alle armi complete
La Cina, un tempo limitatasi a fornire componenti come i microchip, si ritiene ora che stia consegnando sistemi d’arma interi. A maggio, canali Telegram filorussi hanno affermato che Mosca stava utilizzando una nuova arma laser cinese per abbattere i droni ucraini.
Questa settimana, l’agenzia di intelligence militare ucraina ha dichiarato che Mosca sta lanciando droni-esca assemblati in Russia, ma realizzati interamente con componenti cinesi.
Nel frattempo, Pechino ha accolto funzionari dei territori occupati dell’Ucraina in fiere commerciali, mentre aziende cinesi hanno venduto attrezzature pesanti a società russe che operano in quegli stessi territori.
La fine dell’smbiguità di Pechino
Il cambiamento nel comportamento di Pechino arriva mentre emergono notizie secondo cui la Cina non finge nemmeno più di essere neutrale.
Funzionari dell’UE hanno riferito che il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi, durante un incontro a Bruxelles il 3 luglio con la massima diplomatica del blocco, Kaja Kallas, avrebbe affermato che Pechino non vuole che la Russia perda la guerra, temendo che ciò lascerebbe gli Stati Uniti liberi di concentrarsi più direttamente sulla Cina. Secondo i funzionari, Wang ha negato che la Cina stia sostenendo attivamente la guerra, ma i suoi commenti hanno segnato un netto allontanamento dalla precedente ambiguità di Pechino.
In un vertice UE-Cina del 25 luglio, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha detto al suo omologo cinese Xi Jinping che le relazioni tra Bruxelles e Pechino sono a un “punto di inflessione”, lanciando un avvertimento appena velato: il rapporto della Cina con Mosca è un “fattore determinante” per il futuro delle loro relazioni.
Le recenti azioni dell’Ucraina – dagli arresti per spionaggio alle sanzioni aziendali – suggeriscono che anche Kiev stia adeguando la propria posizione.
“Penso che ci sia stata una certa evoluzione”, ha dichiarato Oleksandr Merezhko, presidente della commissione per gli affari esteri del parlamento ucraino. “All’inizio, c’era la speranza che la Cina potesse essere coinvolta nel processo di pace. Ma ora siamo diventati più realistici e parliamo più apertamente: la Cina sostiene la Russia.”
Pechino ha declinato l’invito a partecipare al vertice di pace per l’Ucraina in Svizzera l’anno scorso, che ha visto la partecipazione di rappresentanti di oltre 100 nazioni e organizzazioni.
La svolta di Zelenskyy: dall’ottimismo alla denuncia
Fino a dicembre scorso, Zelenskyy esprimeva la speranza di ripristinare i livelli commerciali prebellici con la Cina e di approfondire i legami con il paese, mentre accoglieva il nuovo inviato di Pechino in Ucraina.
Ma quel tono ottimista è cambiato a giugno, dopo che la Cina ha interrotto le esportazioni di parti di droni verso l’Ucraina. Pochi giorni dopo, Zelenskyy si è recato a Singapore e ha espresso quella che gli esperti hanno definito la sua prima critica pubblica a Pechino dall’inizio dell’invasione.
A luglio, alla Conferenza per la Ricostruzione dell’Ucraina a Roma, ha avvertito che i paesi che sostengono la Russia sarebbero stati esclusi dalla ricostruzione postbellica – un messaggio ampiamente interpretato come rivolto alla Cina.
Una distanza crescente
A sottolineare la crescente distanza tra Kiev e Pechino, l’accordo tra Stati Uniti e Ucraina firmato a giugno sugli investimenti in minerali critici prevede anch’esso l’esclusione dei paesi che sostengono la Russia.
Tuttavia, l’Ucraina si muove con cautela. La Cina rimane di gran lunga il suo principale partner commerciale, esportando in Ucraina più di Polonia e Germania messe insieme. Interrompere questo flusso commerciale metterebbe ulteriormente a dura prova l’economia ucraina, già devastata dalla guerra.
Alcuni a Kiev vedono però dei benefici in questo raffreddamento delle relazioni.
“Ulteriori critiche alla Cina da parte di Kiev ci allineerebbero con gli Stati Uniti nel loro confronto con Pechino”, ha detto a RFE/RL Vita Holod, membro del consiglio dell’Associazione Ucraina di Sinologi.
Per ora, l’Ucraina non sta rompendo i legami, ma a Kiev l’illusione della neutralità della Cina è evaporata.
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