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Turismo Spaziale: la Cina lancia l’opzione “di Stato” e sfida Musk e Bezos con prezzi stracciati
La Cina lancia la sfida statale al turismo spaziale: voli suborbitali a 120.000 euro, il 90% in meno di Blue Origin e SpaceX. La mossa del colosso CASC mira a rivoluzionare il mercato dei viaggi spaziali, finora dominato dai miliardari americani.

Sognate di fluttuare a gravità zero ammirando la curvatura terrestre, ma non disponete del conto in banca di Elon Musk o Jeff Bezos? Niente paura, forse la risposta alle vostre preghiere (o al vostro portafoglio) arriva dalla Cina. Pechino ha deciso di rompere il duopolio americano nel nascente settore del turismo spaziale, e lo fa con l’arma che sa usare meglio: una concorrenza di Stato a prezzi decisamente aggressivi.
Il protagonista di questa nuova “corsa allo spazio” commerciale è la China Aerospace Science and Technology Corporation (CASC), ovvero il principale appaltatore del programma spaziale cinese. Non un’azienda privata nata nel garage di un miliardario visionario, ma un colosso statale che questa settimana, durante la prestigiosa China High-Tech Fair di Shenzhen, presenterà il suo pacchetto “all-inclusive” per turisti spaziali.
La Mossa del Dragone: stessa offerta, prezzo diverso
L’offerta cinese, tecnicamente, non inventa nulla di nuovo rispetto a quanto già visto con Blue Origin (la compagnia di Bezos, che ha portato in orbita anche l’avventuriero spagnolo Jesús Calleja). Si tratta di voli suborbitali: razzi riutilizzabili che “catapultano” una capsula con passeggeri fino al confine dello spazio.
L’obiettivo è superare la Linea di Kármán, il confine internazionalmente riconosciuto a 100 km di altitudine, per sperimentare alcuni minuti di assenza di gravità e godersi una vista mozzafiato, prima di rientrare dolcemente sulla Terra.
Il Nocciolo della Questione: i Costi
Se la tecnologia è simile, è sul listino prezzi che si gioca la vera rivoluzione. La CASC ha annunciato una tariffa di partenza che fa impallidire i concorrenti americani.
Ecco un rapido confronto dei costi per un biglietto suborbitale:
- CASC (Cina, Statale): 1 milione di yuan, pari a circa 120.700 euro.
- Blue Origin / SpaceX (USA, Privati): I prezzi non sono pubblici, ma le stime e le indiscrezioni parlano di cifre che superano il milione di euro a persona.
- Deep Blue Aerospace (Cina, Privato): Anche un’altra azienda privata cinese si sta muovendo, con prezzi annunciati di 1,5 milioni di yuan (circa 180.000 euro).
Come si può notare, l’offerta statale cinese si attesta a circa un decimo del costo richiesto dai “tycoon” americani per un’esperienza analoga.
È bene precisare che questi sono voli suborbitali. Le escursioni orbitali di più giorni, come quelle offerte da SpaceX, rappresentano un prodotto completamente diverso e viaggiano su altri ordini di grandezza (si parla di circa 55 milioni di dollari a persona).
Una Gara Spaziale a Colpi di Listino
La mossa della CASC non è solo commerciale, ma profondamente strategica. Non si tratta semplicemente di vendere biglietti, ma di affermare la presenza cinese in un settore ad altissimo valore aggiunto, finora dominato dagli Stati Uniti.
Mentre le aziende private cinesi come la citata Deep Blue Aerospace e Space Circles scaldano i motori (la prima punta a un lancio nel 2027), è l’intervento diretto dello Stato a scuotere il mercato. Con questa mossa, Pechino non solo dimostra la sua maturità tecnologica, ma punta a rendere il turismo spaziale, se non “popolare”, almeno accessibile a una fascia di “benestanti” molto più ampia, sottraendo quote di mercato ai pionieri americani. La vera frontiera, a quanto pare, non è solo lo spazio, ma anche il prezzo.
Domande e risposte
Che differenza c’è tra questo volo cinese e un volo di Blue Origin? A livello di esperienza, la differenza è minima. Entrambe le offerte (CASC e Blue Origin) propongono un volo “suborbitale”. Questo significa che il razzo raggiunge un’altitudine di circa 100 km (la Linea di Kármán), permettendo ai passeggeri di sperimentare pochi minuti di assenza di gravità e di osservare la Terra dallo spazio, per poi rientrare. La vera differenza non è tecnologica, ma strategica ed economica: il volo CASC è gestito da un’entità statale e ha un costo dichiarato di circa 120.700 euro, ovvero circa il 10% del prezzo stimato per un biglietto con le compagnie americane.
Questi voli sono sicuri? La CASC è il pilastro del programma spaziale cinese, responsabile di missioni complesse come quelle verso la Luna e Marte, oltre che della costruzione della stazione spaziale Tiangong. Utilizza la stessa tecnologia di base (razzi riutilizzabili) dei concorrenti americani. Sebbene il turismo spaziale sia intrinsecamente un’attività all’avanguardia e non a rischio zero, la CASC ha alle spalle un’esperienza aerospaziale enorme. La sicurezza sarà una priorità assoluta, poiché il prestigio nazionale cinese è direttamente coinvolto nel successo di questa iniziativa commerciale.
Perché i prezzi cinesi sono così bassi? Ci sono tre fattori principali. Primo, l’intervento statale: la CASC non ha come unico obiettivo il profitto immediato, come un’azienda privata, ma risponde anche a obiettivi strategici nazionali, come la conquista di quote di mercato. Secondo, le economie di scala e i costi di produzione e manodopera cinesi, che sono generalmente inferiori. Terzo, una strategia commerciale aggressiva: fissare un prezzo così basso serve a “rompere” il mercato, rendendo l’offerta cinese immediatamente la più competitiva per attrarre il maggior numero di clienti e stabilire un nuovo standard.









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