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Turchia: mediatore politico, disastro economico e inflazione oltre 80% annuo

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Erdogan è al centro della scena politica internazionale, ed è completamente inutile negarlo. Il ruolo bilanciato nel conflitto russo ucraino lo ha reso l’uomo centrale in ogni trattativa, come è accaduto con il recente scambio di prigionieri fra Kiev e Mosca. Nello stesso tempo la Turchia è il paese NATO più politicamente indipendente dagli USA e dalla NATO, come si nota anche dagli attacchi mossi alla Grecia.

Tutto questo attivismo politico però non risolve i problemi economici della Turchia, che proprio la scorsa settimana ha preso una decisione in controtendenza con il resto delle economie occidentali, inaspettatamente tagliando i tassi di interesse di 100 pb al 12% nella riunione di settembre 2022, sorprendendo i mercati che si aspettavano che i tassi rimanessero fermi al 13%. La mossa ha fatto seguito all’inatteso taglio dei tassi di 100 punti percentuali di agosto, che si aggiunge ai 700 punti percentuali di riduzione dei tassi di interesse dal settembre 2021. La decisione di abbassare i costi di finanziamento è stata presa nonostante il crollo della lira, l’impennata dei prezzi al consumo e lo squilibrio delle partite correnti. Ecco l’andamento dei tassi di interesse:

 

Chi mi legge sa che non sono assolutamente un fan dell’austerità, ma con l’inflazione che veleggia tranquillamente verso l’80% la mossa sembra azzardata, se non quasi provocatoria

Per non parlare del disavanzo delle partite correnti che veleggia potentemente verso il rosso, il tutto nonostante la  Lira turca sia, in un anno, passata dal valere 0,11 dollari a 0,054, una svalutazione di oltre il 50%

Anche la Turchia mette in guardia da una recessione che sembra inevitabile. Il problema è che la politica monetaria espansiva, in questo caso, rischia di essere eccessiva e di portare ad un vero e proprio caos monetario, se non iperinflazione.  Non sono d’accordo con le politiche restrittive della BCE, che sicuramente non aiuteranno a superare il problema energetico che schiaccia il vecchio continente, ma neanche una politica troppo espansiva aiuta. Sembra che Erdogan cerchi di nascondere i propri problemi politici sotto il tappeto di una politica monetaria accomodante, ma questo non potrà funzionare per sempre.

 

 

 


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