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Try again (Genova – Iren 1 a 0)

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Leggendo la notizia di Reuters, vedo che a Genova Iren non molla, nonostante il consiglio comunale, mesi fa’, abbia già votato contro la vendita di Amiu (Azienda Comunale per la raccolta rifiuti) ecco che Iren torna a varcare la metà campo e riprovare ad acquistare Amiu, questa volta con un sotterfugio burocratico: “Una Delibera di Accordo” non più di vendita.

Giocare con la sintassi sembra essere ancora in auge nei corridori del potere, anche quello locale.

Copio qui lo stralcio della notizia:

 22 febbraio (Reuters) - La giunta comunale di Genova 
punta a ripresentare la delibera sulla vendita di Amiu -- la cui 
vendita a Iren  IREE.MI  è stata bocciata dal consiglio comunale 
a inizio febbraio -- il mese prossimo trasformandola in una 
delibera di accordo. 
    Adesso bisogna vedere se ci sarà la volontà politica di 
approvarla a pochi mesi dal rinnovo del consiglio con il sindaco 
Marco Doria che ha deciso di non ricandidarsi più.

Anche in questo caso bisogna fare presto, eh sì, perchè fra poco a Genova si eleggerà il nuovo sindaco, e la nuova giunta, e non è detto che abbiano simpatia queste genere di espropri al popolo.

Molti anni fà per lavorare sui mercati cinesi, mi insegnarono di chiedere e poi riprovarci, e provarci ancora e ancora, alla fine si sarebbe ottenuto quel che si voleva.

La tecnica è la stessa, ma qui si tratta di perdere la proprietà di un bene pubblico e poi ricomprare il servizio da un privato…. vuoi vedere che: ci immaginiamo tutti chi ci guadagna.

Non scorgete anche voi il singolo cittadino come ingranaggio utile ad una filiera, che da un lato vende oggetti a folle velocità di obsolescenza ed alta percentale di scarto (rifiuto incluso nell’acquisto) e dall’altra alimenta (e paga) un’altra filiera che distrugge il rifiuto immediatamente ed il prodotto un po più tardi.

Tralasciando le ragioni ambientali, può questa essere una sana economia?

Roberto Alice

 

 



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