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Economia

Trump prepara l’Ordine Esecutivo della “Regola Unica” per l’AI: l’America corre, mentre l’Europa si perde nella burocrazia

Mentre l’UE si perde nell’AI Act, Trump prepara un ordine esecutivo per centralizzare le regole sull’intelligenza artificiale. L’obiettivo: stop al caos delle leggi statali e via libera all’innovazione per mantenere il primato su Pechino. Nvidia approva.

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Mentre il Vecchio Continente cerca ancora di decifrare il suo complesso AI Act, che dovrebbe regolare l’Intelligenza Artificiale, Washington preme sull’acceleratore. Il Presidente Trump ha confermato l’intenzione di firmare questa settimana un Ordine Esecutivo fondamentale: l’istituzione di una “Regola Unica” (One Rulebook) federale per governare l’intelligenza artificiale.

L’obiettivo è cristallino: evitare che l’innovazione americana venga soffocata da un mosaico di 50 diverse normative statali e garantire che gli Stati Uniti mantengano il primato tecnologico nella corsa contro la Cina. Una lezione di pragmatismo industriale che stride ferocemente con l’approccio europeo, dove la sovra-regolamentazione rischia di trasformarsi in una palla al piede per lo sviluppo.

La strategia: centralizzare per competere

In un post su Truth Social, Trump non ha usato mezzi termini: “Deve esserci un solo Libro delle Regole se vogliamo continuare a guidare nell’AI”. La logica economica è ineccepibile: in un momento in cui l’amministrazione sta spingendo per la costruzione di nuovi data center, il rilancio della base industriale e l’aggiornamento della rete elettrica, la frammentazione normativa sarebbe letale.

“Stiamo battendo TUTTI I PAESI a questo punto della gara, ma non durerà a lungo se avremo 50 Stati, molti dei quali cattivi attori, coinvolti nelle REGOLE e nel PROCESSO DI APPROVAZIONE”, ha tuonato il Presidente. “L’AI SARÀ DISTRUTTA NELLA SUA INFANZIA!”.

Ecco il messaggio originale:


Il timore è che le aziende, dovendo chiedere 50 approvazioni diverse per ogni singola innovazione, finiscano per paralizzarsi. Un regalo insperato a Pechino.

Il rischio “Woke AI” e la frammentazione interna

Oltre all’efficienza, c’è una questione culturale e politica. L’amministrazione Trump vede nella deregolamentazione statale il rischio che ideologie specifiche (come la DEI – Diversity, Equity, and Inclusion) vengano codificate negli algoritmi dai singoli stati “blu”, creando quella che Trump definisce “Woke AI” (ricordate le immagini di un George Washington nero generate da Google Gemini?).

“Dobbiamo avere uno standard federale unico invece di un mosaico di 50 regimi normativi statali”, ha avvertito Trump. “Se non lo facciamo, la Cina ci raggiungerà facilmente nella corsa all’IA. Mettetelo nel NDAA o approvate una legge separata, e nessuno sarà mai in grado di competere con l’America”.

L’industria applaude: la sponda di Nvidia

Non è solo politica: è il mercato a chiederlo. Jensen Huang, CEO di Nvidia e figura centrale della rivoluzione AI, ha ribadito la scorsa settimana la necessità di regole nazionali. Secondo Huang, una regolamentazione statale frammentata “trascinerebbe questa industria a uno stop” e creerebbe un problema di sicurezza nazionale.

Ecco una sintesi delle posizioni in campo:

Approccio USA (Trump)Approccio UE (AI Act)Risultato Atteso USA
Regola Unica federaleRegolamentazione a livelli di rischio (complessa)Velocità di esecuzione e chiarezza per le imprese
Focus sulla CompetizioneFocus sulla Prevenzione e DirittiMantenimento della leadership vs Cina
CentralizzazioneFrammentazione burocratica tra stati membriStandardizzazione immediata
Supporto IndustrialeScetticismo del settore techInvestimenti massicci in infrastrutture e chip

La visione di Trump, supportata dai capitani d’industria come Huang, è che una regolamentazione federale sia la scelta più saggia (“The wisest”). Mentre l’Europa si è dotata di un AI Act che molti osservatori considerano un capolavoro di burocrazia capace di rallentare lo sviluppo, gli USA scelgono la via della semplificazione normativa per liberare gli “animal spirits” del settore tecnologico.

In un contesto dove l’inefficienza di alcune amministrazioni locali è palese, l’idea di un approccio federale “a coperta” appare come l’unica via per garantire che l’America non ceda il passo.

Domande e risposte

Perché Trump vuole una “Regola Unica” per l’AI invece di lasciare decidere agli Stati?

Trump ritiene che avere 50 normative diverse creerebbe un caos burocratico insostenibile per le aziende tecnologiche, rallentando l’innovazione.1 L’obiettivo è centralizzare le regole per permettere uno sviluppo rapido e coerente, essenziale per competere con la Cina. Una frammentazione costringerebbe le imprese a ottenere decine di approvazioni diverse, paralizzando il settore.

Qual è il ruolo dell’Europa e del suo AI Act in questo confronto?

Sebbene non citata direttamente nel testo originale, la mossa di Trump si pone in netto contrasto con l’approccio europeo. Mentre l’UE ha varato l’AI Act, una normativa complessa e basata sul rischio che molti ritengono un freno all’innovazione, Trump punta alla deregolamentazione e alla semplificazione. L’approccio USA mira alla supremazia tecnologica, quello UE alla tutela normativa, col rischio di restare indietro.

Cosa ne pensano i grandi player del settore come Nvidia?

L’industria è fortemente favorevole all’approccio federale. Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha dichiarato che regolamentazioni statali frammentate fermerebbero l’industria e creerebbero rischi per la sicurezza nazionale.2 Per i leader tecnologici, una regola unica federale è la scelta più saggia per garantire che gli Stati Uniti avanzino il più velocemente possibile nello sviluppo dell’intelligenza artificiale.

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