DifesaUSA
Trump lancia la “Golden Fleet”: arrivano le corazzate nucleari classe Trump. Gigantismo militare o Politica industriale?
La nuova “Golden Fleet” americana punta su navi gigantesche armate di railgun e missili ipersonici. Una mossa strategica contro i droni o un enorme stimolo keynesiano per l’industria USA? Ecco i dettagli della classe Trump.

Alla fine l’ha fatto. In una cornice che mescola il fasto di Mar-a-Lago con la retorica della “pace attraverso la forza”, il Presidente Donald Trump ha annunciato il ritorno dei giganti del mare. Non semplici navi, ma vere e proprie corazzate.
Accompagnato dal Segretario alla Difesa Pete Hegseth, dal Segretario di Stato Marco Rubio e dal Segretario della Marina John Phelan, Trump ha svelato la USS Defiant, la prima unità della nuova Trump-class. L’obiettivo? Rilanciare la cantieristica americana con la “Golden Fleet” e dotare la US Navy di navi che sembrano uscite da un film di fantascienza, o forse da un sogno (o incubo) di un ammiraglio della Seconda Guerra Mondiale proiettato nel 2050.
Il Ritorno del Gigante: La USS Defiant
Dimenticate i cacciatorpediniere Arleigh Burke (9000 tonnelate di dislocamento). Qui siamo su un altro pianeta dimensionale. Le nuove unità avranno un dislocamento tra le 30.000 e le 40.000 tonnellate, superando di gran lunga gli incrociatori nucleari russi classe Kirov, finora i più grandi combattenti di superficie al mondo. Sarebbero di poco inferiori alle corazzate classe Iowa , che a pieno carico dislocavano più di 50 mila tonnellate. Più o meno grandi come le maggiori navi mai construite in Italia, le corazzate classe Vittorio Veneto.
Ecco la carta d’identità tecnica svelata dai rendering della Marina e dalle parole di Phelan:
- Propulsione e dimensioni: Scafo massiccio, propulsione che si presume nucleare o comunque capace di generare l’enorme energia necessaria per i nuovi sistemi d’arma.
- Armamento principale: Cannoni elettromagnetici (Railgun) a prua, capaci di colpire oltre l’orizzonte, affiancati da cannoni Mark 45 da 127mm.
- Missilistica: Una capacità di fuoco impressionante con oltre 100 celle VLS (Vertical Launch System). Non solo Tomahawk, ma missili ipersonici Conventional Prompt Strike (CPS) e i nuovi missili da crociera a testata nucleare (SLCM-N).
Difesa: Laser ad alta potenza per abbattere droni e missili in arrivo, integrati da sistemi di guerra elettronica SEWIP Block III.
Trump, con la sua consueta iperbole, ha dichiarato: “Saranno 100 volte più potenti di qualsiasi corazzata mai costruita. Una volta costruivamo la Iowa, la Missouri. Queste sono un’altra cosa”.
La forma ricorda però le sfrtunate Zumwalt, non certamente il progetto a stelle e strisce più riuscito, che ha dovuto cambiare armamento perché la versione precedente costava troppo:
La Strategia: Perché una Corazzata nel 2025?
La domanda che sorge spontanea ai tecnici è: ha senso una nave del genere nell’era dei missili ipersonici e della guerra spaziale? La risposta della Golden Fleet sembra essere duplice: corazzatura e saturazione.
- Il fattore Droni e Corazzatura: La guerra in Ucraina e nel Mar Rosso ha insegnato che i droni kamikaze sono letali per le navi sottili. Una nave da 40.000 tonnellate permette una compartimentazione e una corazzatura strutturale impensabile per una fregata, garantendo la sopravvivenza anche dopo aver incassato colpi che affonderebbero unità minori.
- Magazine Depth (La Santabarbara): Per sostenere un attacco prolungato o difendersi da sciami di missili cinesi, serve numero. La Trump-class funge da arsenale galleggiante: può lanciare ondate di attacco e, contemporaneamente, creare una bolla difensiva impenetrabile grazie alla quantità di intercettori stivati.
Come ha sintetizzato il Segretario Phelan: “La Iowa era progettata per attaccare con i cannoni. La USS Defiant è progettata per allungare il braccio e uccidere gli arcieri [i lanciatori nemici], comandando tutto, dalle navi ai droni”.
L’Economia (e l’Ego) prima della Strategia?
Tuttavia, leggendo tra le righe dell’annuncio, l’operazione appare tanto economica quanto militare. È una classica manovra di Keynesismo militare: spesa pubblica massiccia per rivitalizzare un settore industriale, quello della cantieristica USA, ormai moribondo.
Non è un caso che Trump abbia citato la partnership con la sudcoreana Hanwha per le fregate più piccole (FF-X), lasciando ai cantieri americani il “piatto ricco” delle grandi navi. Costruire 20-25 di questi mostri significa garantire lavoro per decenni ai cantieri nazionali, con investimenti enormi in infrastrutture.
Ma c’è il rovescio della medaglia. Queste navi, per quanto potenti, rischiano di diventare ciò che furono le Yamato o le stesse portaerei oggi: bersagli di enorme valore. Concentrare tanta potenza di fuoco (e tanti dollari) in un unico scafo attira inevitabilmente il fuoco nemico. In un mondo di sorveglianza satellitare costante, nascondere 40.000 tonnellate di acciaio è impossibile.
Che sia una mossa geniale per costringere gli avversari a spendere risorse per contrastarle, o un monumento galleggiante all’ego presidenziale (si chiamano Trump-class, dopotutto), lo dirà solo il tempo. Per ora, l’industria ringrazia e i mercati osservano.
Domande e Risposte
1. Perché costruire navi così grandi quando oggi si tende a navi più piccole e numerose? La tendenza verso la “distribuzione” della flotta è valida, ma ha dei limiti difensivi. Navi piccole non hanno lo spazio per generatori potenti necessari ai laser o ai railgun, né magazzini missili capienti per scontri prolungati. Inoltre, una nave grande può incassare colpi (come droni o missili minori) e continuare a combattere, mentre una fregata verrebbe messa fuori uso. La Trump-class punta sulla sopravvivenza tramite massa e tecnologia.
2. I cannoni “Railgun” sono davvero efficaci o sono solo fantascienza? La tecnologia Railgun (cannoni a rotaia elettromagnetica) è stata studiata per anni e poi accantonata per problemi di usura delle canne. Tuttavia, Trump e la Marina sostengono che i nuovi progressi abbiano risolto questi problemi. Se funzionanti, offrono proiettili iperveloci a basso costo per abbattere missili o colpire navi a distanze enormi, senza usare costosi missili esplosivi. È una scommessa tecnologica enorme.
3. Qual è il costo stimato per queste navi e chi le pagherà? Il costo non è stato ufficializzato, ma considerando stazza e tecnologia, potremmo parlare di 5-7 miliardi di dollari a nave, se non di più. Il finanziamento rientra nella “Golden Fleet initiative”, che prevede un aumento del budget della difesa giustificato come stimolo industriale. In ottica keynesiana, la spesa crea indotto interno (acciaio, elettronica, cantieri), ma aumenterà inevitabilmente il deficit federale se non compensata da tagli altrove.












You must be logged in to post a comment Login