Economia
Terremoto Migranti USA: la Corte Suprema dà a Trump il via libera per deportare 500.000 persone. Conseguenze pesanti
La Corte Suprema USA sblocca i piani di Trump: mezzo milione di migranti (cubani, nicaraguensi, venezuelani) ora rischiano la deportazione. Giudici dissenzienti: “Errore devastante!”

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso venerdì una decisione che sospende temporaneamente un ordine di un tribunale inferiore, consentendo all’amministrazione Trump di procedere con la possibile deportazione di circa 500.000 migranti provenienti da Cuba, Nicaragua e Venezuela.
Questa pronuncia rappresenta una vittoria per il presidente Donald Trump, che sta intensificando gli sforzi per rafforzare la sicurezza dei confini e le priorità in materia di immigrazione nel suo secondo mandato.
La decisione della Corte Suprema mette in pausa una sentenza di un tribunale di grado inferiore che aveva bloccato i piani dell’amministrazione Trump di terminare le protezioni del Temporary Protected Status (TPS) per alcuni migranti presenti negli Stati Uniti. Il TPS consente a individui di vivere e lavorare legalmente negli USA se non possono rientrare in sicurezza nel loro paese d’origine a causa di disastri naturali, conflitti armati o altre “condizioni straordinarie e temporanee”.
L’ordine di sospensione, come spesso accade per le decisioni d’urgenza della Corte Suprema, è stato emesso senza firma e senza una spiegazione dettagliata delle motivazioni dei giudici. Tuttavia, le giudici Sonia Sotomayor e Ketanji Brown Jackson hanno espresso un duro dissenso, criticando la decisione.
In particolare, la giudice Jackson ha dichiarato che la Corte ha “chiaramente sbagliato” nella sua valutazione, non considerando adeguatamente le “conseguenze devastanti” di consentire al governo di sconvolgere le vite e i mezzi di sussistenza di quasi mezzo milione di non cittadini mentre le loro cause legali sono ancora in corso. “Gli ordini di sospensione dei tribunali esistono per minimizzare, non massimizzare, i danni alle parti in causa”, ha aggiunto.

Da sinistra a destra : Il giudice associato Amy Coney Barrett, Neil M. Gorsuch, Sonia Sotomayor, Clarence Thomas, Il “Chief Justice” John G. Roberts, Jr., Associato Ketanji Brown Jackson, Samuel A. Alito, Jr., Elena Kagan, e Brett M. Kavanaugh.
Credit: Collection of the Supreme Court of the United States
Il contesto del TPS e le mosse dell’amministrazione Trump
Il programma TPS viene generalmente esteso ai migranti presenti negli Stati Uniti con rinnovi di 18 mesi, l’ultimo dei quali era stato concesso dall’amministrazione Biden verso la fine del suo mandato. Tuttavia, a febbraio, l’amministrazione Trump ha cercato di interrompere bruscamente queste protezioni per un gruppo specifico di cittadini venezuelani, con il Segretario per la Sicurezza Nazionale Kristi Noem che ha sostenuto che tali misure non fossero nell’interesse nazionale.
Il Solicitor General degli Stati Uniti, John Sauer, ha chiesto all’inizio di questo mese ai giudici della Corte Suprema di permettere all’amministrazione di procedere con la revoca dello status TPS per questi migranti, accusando il giudice distrettuale Edward Chen di aver interferito impropriamente con l’autorità del potere esecutivo in materia di politica migratoria. Sauer ha definito “insostenibile” il ragionamento del tribunale distrettuale, sottolineando che il programma TPS coinvolge “giudizi particolarmente discrezionali, sensibili e legati alla politica estera del ramo esecutivo in materia di immigrazione”.
Precedenti e sviluppi recenti
Questa decisione segue un altro pronunciamento della Corte Suprema all’inizio del mese, che ha permesso all’amministrazione Trump di revocare lo status di protezione per circa 350.000 migranti venezuelani, aprendo la strada alla loro possibile espulsione. La mossa si inserisce nel più ampio piano di Trump di rafforzare le politiche migratorie, un tema centrale della sua agenda politica.
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