Economia
Trump annuncia dazi “stato per stato”. Una minaccia seria, che mette fuori gioco la UE
Trump ha annunciato che verranno introdotti dazi su una base si reciprocità e calcolati “Stato per stato”. Un obiettivo complesso che, tra l’altro, mette in grosso difficoltà la UE, che viene tagliata fuori dalle trattative.
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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato la sua strategia commerciale che potrebbe mettere in seria difficoltà l’Unione Europea e altri partner commerciali.
Durante un discorso tenuto giovedì scorso nello Studio Ovale, Trump ha dichiarato di voler introdurre dazi reciproci su ogni paese che impone tariffe sulle importazioni statunitensi.
Questa mossa, definita come una questione di “equità”, rischia di innescare una guerra commerciale globale e di creare tensioni con alleati e avversari economici.
La logica dei dazi reciproci
Trump ha spiegato che l’obiettivo è semplice: se un paese impone dazi sulle merci statunitensi, gli Stati Uniti faranno lo stesso. “Non di più, non di meno”, ha dichiarato il presidente, sottolineando che questa politica mira a bilanciare gli svantaggi commerciali che gli Stati Uniti subiscono a causa delle tariffe imposte da altri paesi.
Il presidente ha firmato un memorandum che ordina al suo team economico di calcolare i dazi reciproci da applicare, tenendo conto anche delle barriere non tariffarie, come regolamenti complessi, sussidi governativi e politiche sui tassi di cambio. Cosa che lascia una grande arbitrarietà nel calcolo stesso.
La stratedgia non sarà per nulla facile perché si tratta di una vera e propria giungla di dazi. Questo lo ha spionto a ritardare la loro fissazione di 180 giorni, per dare il tempo di condurre trattative e fare i relativi calcoli.
Implicazioni per l’Unione Europea
L’Unione Europea, già alle prese con tensioni interne e divergenze economiche tra i suoi stati membri, potrebbe essere particolarmente colpita da questa nuova politica.
Trump ha infatti parlato di un approccio “stato per stato”, il che significa che i dazi potrebbero essere calibrati in base alle specifiche condizioni di ciascun paese. Questo mette l’UE in una posizione delicata, poiché i suoi membri hanno economie e relazioni commerciali con gli Stati Uniti molto diverse tra loro.
Ad esempio, paesi come la Germania, con un forte surplus commerciale e in settori sensibili come Auto e farmaceutici, potrebbero essere colpiti più duramente rispetto ad altri. Inoltre la trattativa “Stato per stato” mette ciascuno a discutere la propria situazione da solo.
La prospettiva di dover negoziare separatamente con gli Stati Uniti rischia di minare l’unità dell’Unione Europea. Mentre Bruxelles cerca di mantenere una posizione comune nelle trattative commerciali, l’approccio di Trump potrebbe spingere i singoli stati a cercare accordi bilaterali, indebolendo così la coesione dell’UE. Questo farebbe letteralmente saltare per aria Bruxelles.
Reazioni e preoccupazioni
La decisione di Trump ha suscitato preoccupazioni anche sui mercati finanziari. Wall Street, temendo che i dazi possano alimentare l’inflazione e limitare la capacità della Federal Reserve di tagliare i tassi di interesse, ha reagito con cautela. Tuttavia, almeno per il momento, i mercati hanno mostrato segnali di sollievo, con gli indici azionari in rialzo.
Howard Lutnick, nominato da Trump come segretario al Commercio, ha dichiarato che l’amministrazione affronterà ogni paese colpito individualmente e che gli studi sulle tariffe saranno completati entro il 1° aprile.
Questo approccio personalizzato potrebbe portare a dazi differenziati, evitando una soluzione “taglia unica” che potrebbe rivelarsi inefficace o controproducente.
Tra i principali obiettivi di Trump ci sono Cina, Giappone, Corea del Sud e, appunto, l’Unione Europea. Il presidente ha anche menzionato l’India, che impone alcune delle tariffe più alte sulle esportazioni statunitensi.
Tuttavia, Trump ha lasciato intendere che sarebbe disposto a ridurre i dazi se gli altri paesi facessero altrettanto, suggerendo che la sua mossa potrebbe essere in parte una strategia per avviare nuove trattative commerciali.
L’Italia?
L’Italia ha un surplus commerciale verso gli USA, ma importa GNL e Petrolio , prodotti su cui gli USA puntano molto nei confronti degli USA. Inoltre orami il nostro settore auto non esiste più, letteralmente, visto che la franco-americana Stellantis ha praticamente messo a zero le produzioni nazionali.
Una buona strategia sarebbe quella di spingere ENI a sviluppare progetti GNL negli USA, per ottenere a prezzi stabili nel lungo periodo il gas naturale americano. Allo stesso modo altri progetti legati alle materie prime potrebbero essere ricanalizzati verso gli USA, che sono uno dei nostri principali partner commerciali.
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