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TRUMP ANNUNCIA DAZI IMPOSTI AL MESSICO DAL 10 GIUGNO SE NON LIMITA L’IMMIGRAZIONE ILLEGALE.

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Un tweet del Presidente USA ha shoccato ieri i mercati e gli operatori, anche perchè è giunto inaspettato un cui con il USMCA, l’accordo che ha sostituito il NAFTA nel nord America , sembrava aver dissipato qualsiasi nube in questo settore.

Leggiamo cosa dice Trump:

https://twitter.com/realDonaldTrump/status/1134240653926232064

“Dal 10 giugno gli Stati Uniti imporranno un dazio del 5% su tutte le merci che entrano nella Nazione attraverso il  Messico, sino a quando gli immigrati illegali che arrivano attraverso il Messico nel nostro paese non saranno fermati.Il dazio sarà gradualmente aumentato sino a che il problema dell’immigrazione illegale non sarà risolto”

L’idea di Trump è di arrivare al 25% entro il primo ottobre. Il governo messicano è rimasto shoccato della notizia ed ha promesso naturalmente che replicherà la misura, ma consideriamo che solo nel  primo trimestre 2019 il surplus commerciale messicano è stato pari a 22 miliardi, con 64 mld export USA e 86 di import. In queste condizioni lo stato latino non ha molte possibilità di reagire.

Il peso messicano è precipitato , potete vederlo voi direttamente, in modo quasi verticale.

 

Ed allo stesso modo i future sulla borsa

I rendimenti dei titoli USA, investimenti rifugio quando si attendono turbolenze sul mercato, è andato a picco. Questa mattina la borsa di Tokio ha chiuso in forte ribasso e Shanghai perde il 4% anche se, in questo caso, si intrecciano anche motivi interni.

Trump vuole che il Messico fermi le carovane dei migranti che si muovo verso gli USA da Nicaragua , Guatemala ed El Salvador, migliaia di persone che si muovo attraverso il paese confinante per tentare di entrare negli USA, un movimento che ha le dimensioni di una migrazione di massa verso nord, con intere regioni che si muovono a piedi. La mossa scarica la responsabilità su Città del Messico, che non può fare a meno delle relazioni economiche con Washington, ma rischia di avere enormi ricadute visti i legami industriali fra i due paesi. L’applicazione dei dazi significa anche interrompere il flusso di componentistica industriale fra i due paesi, con conseguenze difficili da prevedere.

Insomma la mossa rischia di innescare una recessione industriale, almeno nel breve periodo. nello stesso tempo viene a mostrare la nuova politica degli USA, il grande compratore mondiali di beni che, come ogni cliente, sa di avere sempre ragione. Chi compra e paga impone le  regole e sceglie la musica, un concetto che in Europa si rischia di comprendere presto.

 

 


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