AutomotiveEconomia
Toyota esporta le auto made in USA in Giappone: una mossa politica per placare Trump (e i dazi)
Toyota annuncia l’export di auto prodotte in USA verso il Giappone dal 2026. Una mossa strategica per compiacere Trump, evitare i dazi e salvare l’export, nonostante i dubbi sulle dimensioni dei veicoli per le strade giapponesi.

La Toyota ha annunciato una mossa che ha tutto il sapore delladi un favore a Trump: a partire dal 2026 inizierà a vendere in Giappone tre modelli prodotti negli Stati Uniti. Si tratta della Camry, del Highlander e del Tundra, assemblati rispettivamente in Kentucky, Indiana e Texas.
Non siamo di fronte a una improvvisa scoperta di nicchie di mercato inesplorate nel Sol Levante, ma a una strategia precisa e necessaria. L’operazione, come riportato anche da Yahoo Finance, è ampiamente vista come un tentativo di allentare le tensioni con il Presidente Donald Trump e di scongiurare, o almeno mitigare, la minaccia di dazi sui veicoli e sulla componentistica giapponese.
La casa automobilistica ha dichiarato ufficialmente che “Toyota sarà in grado di soddisfare le diverse esigenze di un’ampia gamma di clienti, aiutando al contempo a migliorare le relazioni commerciali tra Giappone e Stati Uniti”. Una frase che, tradotta dal linguaggio corporativo, significa: stiamo cercando di ridurre il surplus commerciale per evitare sanzioni.
Il corteggiamento di Akio Toyoda
La strategia di avvicinamento alla nuova amministrazione USA non è nata ieri. Toyota sta corteggiando attivamente i favori di Trump da tempo. Emblematico è stato l’episodio che ha visto il presidente Akio Toyoda presentarsi a un evento NASCAR in Giappone indossando un cappellino MAGA e una maglietta raffigurante Trump e il vicepresidente JD Vance. Un segnale visivo fortissimo, che supera mille comunicati stampa.

Inoltre, all’inizio di quest’anno, Toyoda aveva suggerito una proposta ancora più audace: permettere alle case automobilistiche statunitensi di vendere le proprie auto in Giappone attraverso la rete di concessionari domestici della Toyota. Una mossa che ha alimentato un accordo commerciale volto a chiedere al Giappone di “aprire il paese” ai veicoli americani.
Ostacoli reali o mossa simbolica?
Tuttavia, gli analisti rimangono scettici sull’impatto reale di queste vendite. Tatsuo Yoshida di Bloomberg Intelligence ha sollevato dubbi legittimi, notando che:
I tre modelli in discussione sono considerati grandi per gli standard giapponesi, dove le strade sono spesso strette e i parcheggi limitati.
La guida a sinistra (tipica dei modelli USA) rimane una barriera psicologica e pratica significativa per la maggior parte dei consumatori giapponesi.
Anche se si producessero versioni con guida a destra negli USA per il mercato giapponese, i vincoli dimensionali limiterebbero comunque i volumi di vendita.
Ecco un riepilogo delle sfide tecniche e logistiche:
Dimensioni: Tundra e Highlander sono veicoli “oversize” per la viabilità urbana di Tokyo o Osaka.
Normative: Toyota e il governo giapponese stanno esplorando modifiche normative per facilitare le importazioni, come riportato dalla NHK.
Mercato: I grandi veicoli tradizionalmente faticano in Giappone, rendendo l’operazione economicamente rischiosa se non letta in chiave geopolitica.
In conclusione, sembra che Toyota sia disposta a farsi carico di costi logistici e di una probabile scarsa redditività su questi modelli specifici pur di mantenere aperto il vitale mercato americano. È il prezzo da pagare nel nuovo scacchiere del protezionismo globale, dove l’export si difende anche importando ciò che, forse, non serve davvero. P erò Toyoda, con questa mossa, spera di avere comunque un punto in più alla c orte di Trump.
Domande e risposte
Perché Toyota vuole importare auto americane in Giappone se il mercato è difficile? La motivazione è principalmente politica e non commerciale. Toyota vuole dimostrare all’amministrazione Trump di essere impegnata a ridurre il disavanzo commerciale tra USA e Giappone. Importando veicoli prodotti in fabbriche americane (Texas, Indiana, Kentucky), l’azienda cerca di evitare l’imposizione di dazi punitivi sulle auto giapponesi vendute in America, che rappresentano una fetta fondamentale del suo profitto globale.
Quali sono le reali possibilità di successo di questi modelli in Giappone? Le possibilità di grandi volumi di vendita sono scarse. I modelli scelti (Tundra, Highlander) sono troppo grandi per le strette strade giapponesi e per i parcheggi standard. Inoltre, se verranno importati con la guida a sinistra, incontreranno una forte resistenza pratica da parte dei consumatori. Si tratta verosimilmente di una mossa simbolica “di nicchia” piuttosto che di una strategia di massa.
Cosa c’entra Akio Toyoda con la politica americana? Akio Toyoda, presidente dell’azienda, ha adottato un approccio pragmatico per proteggere gli interessi di Toyota. Mostrandosi pubblicamente con abbigliamento pro-Trump (cappello MAGA) e offrendo la rete di vendita Toyota ai marchi USA, sta cercando di costruire un rapporto personale e diretto con la nuova amministrazione. È una strategia di lobbying visibile per posizionare l’azienda come un partner alleato e non come un concorrente sleale agli occhi di Washington.







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