Energia
Totalenergies finalmente inizia un progetto da 27 miliardi di Dollari in Iraq
L’Iraq è stato recentemente un terreno molto difficile pr le società energetiche, ma finalmente Totalenergies riesce a far partire un enorme progetto da 27 miliardi di dollari
La compagnia petrolifera e del gas francese TotalEnergies ha iniziato la costruzione di un impianto di trattamento del gas in Iraq, prima fase di un imponente progetto multi-energetico. ArtawiGas25 tratterà 50 milioni di piedi cubi di gas al giorno, 1.500.000 metro cubi, provenienti dal giacimento di Ratawi, sufficienti a rifornire gli impianti locali per alimentare 200.000 famiglie nella regione di Bassora.
A maggio, TotalEnergies ha raggiunto un accordo con il governo iracheno per iniziare a lavorare sul progetto energetico da 27 miliardi di dollari.
La Total aveva firmato per la prima volta un accordo con il governo iracheno nel 2021, che prevedeva la costruzione di quattro progetti per il petrolio, il gas e le energie rinnovabili nel sud dell’Iraq nell’arco di 25 anni, con un investimento iniziale di 10 miliardi di dollari.
Sfortunatamente, il progetto gigante è stato accantonato a causa di controversie e litigi tra i politici iracheni sui termini dell’accordo. Alla fine, però, l’Iraq ha accettato una quota minore del 30% nel progetto, mettendo in moto un accordo che potrebbe attirare nuovamente gli investimenti stranieri nel Paese.
Negli ultimi anni, Exxon Mobil, Shell Plc. e BP Plc. hanno ridotto le loro attività in Iraq, contribuendo alla stagnazione della produzione di petrolio dopo anni di instabilità. Tuttavia, l’Iraq sta godendo di un periodo di relativa stabilità, che aumenta le possibilità di un ritorno degli investitori stranieri nel Paese.
“Ilgoverno iracheno ha confermato l’intero contratto, senza alcuna modifica… quindi per me è stata una notizia più che positiva”, ha dichiarato a Reuters Patrick Pouyanne, amministratore delegato di Total.
Nel frattempo, l’Iraq potrebbe riprendere le esportazioni di petrolio attraverso un oleodotto verso il porto turco di Ceyhan, sulla costa mediterranea.
I flussi di esportazione verso il porto turco di Ceyhan non sono ancora ripartiti dopo che Ankara ha bloccato le esportazioni irachene di 450.000 barili al giorno (bpd) attraverso l’oleodotto Iraq-Turchia il 25 marzo scorso, a seguito di una sentenza della Corte penale internazionale che ha stabilito che la Turchia deve pagare a Baghdad un risarcimento di 1,5 miliardi di dollari per le esportazioni non autorizzate dal KRG.
Tuttavia, il ministero del Petrolio iracheno, il ministero delle Risorse naturali del Kurdistan e le compagnie petrolifere internazionali si sono incontrati a giugno a Baghdad per discutere la ripresa della produzione e delle esportazioni.
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