Difesa
Torna in mare un Colosso russo: terminati i lavori sul grande Incrociatore Lanciamissili Admiral Nakhimov
La Admiral Nakhimov, grande incrociatore lanciamissili nucleare russo, ha riavviato i motori e si appresta a tornare in servizio. Un colosso dei mari che non ha praticamente eguali.
La Marina russa sta per ricevere un notevole incremento di potenza, che viene da molto lontano nel tempo.
Fonti su Telegram riferiscono che l’incrociatore missilistico pesante a propulsione nucleare Admiral Nakhimov, un colosso dei mari, sta finalmente iniziando le prove in mare dopo un processo di modernizzazione durato decenni.
Questa reliquia della Guerra Fredda, parte del formidabile Progetto 1144.2M (classe Kirov), è pronta a riemergere come protagonista della strategia navale russa. Non parliamo di una nave normale, ma di un vero e proprio moloch da 28 mila tonnellate di dislocamento. Una corazzata, più che un incrociatore.
🇷🇺 Russian Navy Admiral Nakhimov (Kirov class battlecruiser) pr. 1144.2M (080) was towed to degaussing station.
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— JR2 (@JanR210) December 7, 2024
La notizia giunge in concomitanza con i pesanti successi russi contro le forze ucraine, tra cui la distruzione di diversi carri armati Leopard e di mezzi corazzati per il trasporto di personale, per cui possiamo parlare di un buon momento militare per Mosca.
Ma torniamo alla star dello spettacolo, l’ammiraglio Nakhimov. Messo fuori servizio nel 1997, l’incrociatore è stato sottoposto a una minuziosa revisione presso il cantiere navale Sevmash dal 1999. Il piano originale prevedeva un rapido ritorno in servizio entro il 2012, ma una combinazione di vincoli di bilancio, priorità mutevoli e complessità del progetto ha portato a notevoli ritardi.
Ora, dopo anni di lavoro, i reattori nucleari della nave sono stati riavviati con successo. “Il cuore della nave batte di nuovo”, ha dichiarato l’account Telegram di Military Maps, segnalando l’inizio delle cruciali prove in mare.
Una fortezza galleggiante: Modernizzazione e potenza di fuoco
La modernizzazione dell’Admiral Nakhimov non è un semplice lifting. La nave è stata trasformata in una fortezza galleggiante, dotata delle più recenti tecnologie navali russe. I principali aggiornamenti includono l’installazione di ben 60 missili antinave ipersonici Zircon, missili da crociera Kalibr e una variante navale del temibile sistema di difesa aerea S-400. Questo formidabile armamento, unito a sensori e sistemi di guerra elettronica aggiornati, renderà l’Admiral Nakhimov una delle navi da guerra più potenti al mondo.
I funzionari della difesa russa sono comprensibilmente entusiasti. Il viceministro della Difesa Alexey Krivoruchko ha già definito la nave “la più potente nave da guerra della Marina” al suo ritorno in servizio. Secondo le proiezioni attuali, la nave sarà pienamente operativa e consegnata alla Flotta del Nord entro il 2026, una pietra miliare significativa negli sforzi di modernizzazione navale della Russia.
Implicazioni strategiche: Perché riportare in vita un colosso?
La decisione di investire pesantemente nella resurrezione dell’ammiraglio Nakhimov dopo 28 anni la dice lunga sugli obiettivi strategici della Russia. Nonostante la sua età, la classe Kirov rimane una delle classi di incrociatori più potenti mai costruite. Il progetto di modernizzazione assicura che la nave possa partecipare efficacemente alle moderne operazioni navali, fungendo da piattaforma mobile per una devastante gamma di armi.
Per dare un’idea delle sue dimensioni rispetto agli avevrsari un incrociatore lanciamissili americano classe Tconderoga ha un dislocamento di soli 9600 tonnellate, praticamente 1/3 del colosso russo.
Anche le considerazioni economiche giocano un ruolo importante. Ristrutturare una nave esistente è spesso più conveniente che costruirne una nuova da zero. Ciò consente alla Russia di schierare una nave da guerra strategicamente importante a un costo inferiore.
Il ritorno della nave migliorerà significativamente le capacità della Flotta del Nord, estendendo la portata della Russia nell’Artico e oltre. Sarà anche un potente simbolo dell’impegno della Russia a mantenere la potenza navale di fronte alle crescenti tensioni con le nazioni occidentali.
Lo spiegamento nel Mar Nero: Un punto interrogativo
Sebbene il ritorno dell’ammiraglio Nakhimov sia uno sviluppo significativo, il suo potenziale impiego nel Mar Nero rimane incerto.
La geografia limitata del Mar Nero, con i suoi stretti passaggi strategici, potrebbe rendere una nave di grandi dimensioni come l’ammiraglio Nakhimov vulnerabile agli attacchi.
La Russia possiede già una forte presenza militare nella regione, con potenti piattaforme missilistiche e aeronautiche in grado di coprire la maggior parte delle esigenze operative. Navi e sottomarini più piccoli e manovrabili potrebbero essere più adatti all’ambiente unico del Mar Nero.
Inoltre, il conflitto in corso con l’Ucraina e la più ampia situazione economica della Russia potrebbero favorire gli investimenti in mezzi meno costosi e più facili da mantenere. Senza considerare che il suo arrivo, tramite il Mediterraneo, sarebbe noto con largo anticipo, permettendo all’Ucraina di predisporre contromisure con largo anticipo.
Nel contesto della guerra moderna, è probabile che la Russia dia priorità ai sistemi multiruolo, ai veicoli aerei senza equipaggio e alle tattiche di guerra ibrida, il che potrebbe ridurre il ruolo strategico di un grande incrociatore da combattimento nel Mar Nero.
Sebbene l’ammiraglio Nakhimov possa potenzialmente svolgere un ruolo nella regione, le sue dimensioni e la sua limitata manovrabilità, insieme alla disponibilità di altre piattaforme più adattabili, sollevano dubbi sul suo utilizzo ottimale nel teatro del Mar Nero. Solo il tempo ci dirà dove questo colosso risorto farà sentire la sua presenza.
Potrebbe invece essere collocata o nel Mar Baltico, dove sarebbe una minaccia permanente per la NATO, o, più probabilmente, nell’Oceano pacifico, dove la sola sua presenza nei porti russi sarebbe una minaccia permanente per il Giappone.
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