Euro crisis
TITANIC E FISCAL COMPACT: il Teorema di Stockmayer
“Teorema di Stockmayer: Se sembra facile, è dura. Se sembra difficile, è fottutamente impossibile”
Arthur Bloch, La legge di Murphy, 1977
Mentre me ne stavo al calduccio nella mia macchina, intento nella guida per recarmi al lavoro, mi colpisce una notizia diffusa da RADIO24, la radio di Confindustria:
“Barroso ritiene che nessun sforamento degli obiettivi di deficit sia possibile in conseguenza della golden rule (deficit per effettuare investimenti) dato l’alto grado di soggettività con il quale potrebbe essere interpretato il concetto di investimento; per alcuni le spese i ricerca e sviluppo, per altri quelle in formazione, per altri ancora le strade e i ponti e via dicendo”
Di tal guisa, s’intravede il rigido disegno per il futuro dell’europa: ovunque e comunque il pareggio di bilancio.
Stop per sempre “all’assalto alla diligenza”, attività caratteristica delle fasi di discussione delle leggi finanziarie degli anni passati; stop per sempre all’inserimento di regalie politiche, nei capitoli di spesa, a favore degli elettorati di riferimento. La “Legge di Stabilità” ha preso il posto della vecchia Finanziaria! Un politico desidera inserire una voce ritenuta importante per il paese? Deve effettuare dei tagli altrove e trovare la copertura finanziaria per la spesa desiderata.
Questa è l’equivalenza Ricardiana per la quale:
T = G + i * D
La spesa pubblica e gli interessi vanno interamente coperti con tasse e non si può fare deficit in quanto, divenendo debito, sarebbe controproducente nel lungo periodo. Barroso un bel giorno ha detto:
“Abbiamo visto che la crescita alimentata dal debito semplicemente non è sostenibile”
Per garantire sia una ferrea sorveglianza fiscale, sia il potere d’intervento verso chi trasgredisce alla regola del pareggio di bilancio o non corregga i deficit eccessivi come imposto, sono stati effettuati i seguenti passi da parte del Parlamento:
1) Previsione di un sovracontrollo UE (Two Pack);
2) Adozione del Fiscal Compact per il rimborso parziale del debito pubblico
3) Costituzionalizzazione dell’equilibrio di bilancio (pareggio di bilancio).
In pratica, lo stato ha semplicemente deciso di non fare più lo stato e di assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese ogni anno e per sempre. Può si tenere conto di fasi avverse del ciclo economico, e ricorrere quindi all’’indebitamento, ma deve essere un evento eccezionale.
Dal 2015 questo complesso di elementi saranno un rigoroso sistema operativo da rispettare.
Il percorso da seguire per arrivare a questi obiettivi è:
– una riduzione annua dello 0,5 per cento del Pil;
– una crescita della spesa pubblica che non superi il tasso di crescita del Pil potenziale.
In questo modo è garantito il Pareggio di Bilancio. Il Fiscal Compact, invece, prende a riferimento un valore del debito pari al 60 per cento del Pil. Se tale livello è superato, l’eccedenza deve essere ridotta a un ritmo medio di un ventesimo all’anno.
Usciti dalla procedura per disavanzi eccessivi, per l’Italia scatta immediatamente l’obbligo di adeguarsi alle regole estero guidate e Letta ha impostato la programmazione di bilancio con il nuovo assetto di regole fiscali sopra sommariamente riportato.
Nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, del settembre 2013, il sentiero previsto è il seguente:
La riduzione strutturale del disavanzo, grazie a crescenti avanzi primari, sembra che garantirà il raggiungimento degli obiettivi fissati al 2017.
Manca però la strada per la riduzione del debito. Non vedo gli avanzi per il Fiscal Compact!
Vediamo cosa accadrebbe al rapporto debito su pil se la via degli avanzi primari fosse quella seguita per rimborsare le rate del fiscal compact (stimati per semplicità in un ulteriore 3,0% del pil, altri 50 miliardi di euro annui, tali da portare l’avanzo primario del 2014 dal 3% al 6%):
ed ancora
Le due slide mostrano che la situazione sarebbe grave assai, smantellamento totale dell’industria italiana e sterminio dei posti di lavoro.
Ne consegue che tale via è di fatto improponibile. Si vede bene che la riduzione del debito (alimentato dalla stessa austerità fiscale causa moltiplicatori) non è sostenibile”. Se ne accorsero a fine 1940 gli inglesi dopo 16 anni di austerity e se ne accorsero anche intorno agli anni 1980 con la Tatcher, quando di colpo gli inglesi si ritrovarono con poderosi tagli alla spesa pubblica…..
e “zero” contributi al miglioramento del rapporto debito su pil anche dopo 6-7 anni (16 nel 1922-1938)…
46% contro 46%, nessun miglioramento del rapporto a fronte di 6-8 punti percentuali di tagli alla spesa pubblica.
L’UK fu immersa in una profonda recessione, volutamente innescata, con considerevoli aumenti ai costi della sicurezza sociale (vedi Irlanda 2011).
Se guardiamo cosa è accaduto oggi in europa con l’arrivo della crisi e l’avvio delle politiche di Fiscal Retrenchment, possiamo notare che i membri della zona euro hanno ridotto il loro deficit di bilancio complessivo.
– dal 6,2% del PIL nel 2009
– al 3,6% attuale,
ma i debiti pubblici hanno continuato a salire,
– dal 80% del PIL
– al 93% nello stesso periodo.
Quello Italiano è passato dal 120% del PIL al 133-134%, quello Greco continua a salire nonostante aiuti ed haircut.
Quindi, in equivalenza ricardiana, non potendo svalutare una moneta sovrana per spingere l’export rimane l’unica strada delle vendite patrimoniali.
Negli obiettivi del governo è incluso anche un programma di valorizzazione e successiva dismissione del patrimonio statale. Questo fatto era ampiamente noto. Sarà che annebbiato dal vino della cena o dalla stanchezza della giornata lavorativa avrò letto male il documento, ma, a meno che non abbiano nascosto delle tabelle in altri paper, gli unici importi che ho trovato sono talmente irrisori da diventare addirittura insignificanti.
In questa ipotesi, il debito potrebbe ridursi solamente grazie a qualche miracolo. Quei pochi valori rimediati sarebbe immediatamente rimangiati dal deficit (cioè dal mancato pareggio di bilancio che non si realizzerà almeno fino al 2017), ciò anche nel caso che CDP intervenga con un extrabudget, rispetto al consuntivo del 2013, per tutto il triennio 2014-2016 a favore del governo.
Ne consegue che in realtà, l’operato di Letta e Saccomanni è interamente volto a ridurre il deficit portandolo verso il pareggio di bilancio e sperare in una riduzione degli oneri di servizio al debito che potrebbero arrivare dall’utilizzo sia della CDP come la KFW tedesca, e dalla mutualizzazione del debito per mezzo di eurobond.
Peccato che quello che la sinistra italiana non ha compreso (e che si legge tanto bene nei documenti pubblici dell’Europarlamento) è che la Bundesbank non consentirà mai e poi mai di applicare gli Eurobond che significherebbe per la Germania sopportare parte degli oneri finanziari che si sobbarcano gli spreconi stati del sud europa.
A tal riguardo leggetevi questa slide che ho realizzato per un convegno macroeconomico e relativa alle parole di Asmussen.
E per finire, Schauble ha imposto un rigore talmente elevato alla Germania al punto di prevedere per il 2017 (cioè in 3-4 anni massimo) di riportare il proprio debito pubblico dall’attuale 80% al 60 richiesto dai trattati. Come dice sempre il mio amico Cardenà: sapevatelo!
Mi tornano in mente le parole del sommo poeta scritte sulla porta degli inferi:
« ‘Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
…..
Lasciate ogni speranza, voi ch’ intrate. »
(Inferno – Canto terzo – Dante Alighieri)
Ps: mentre stavo scrivendo l’articolo, mi giunge una notizia che letteralmente distrugge il mio cuore; non riesco a trovare parole adeguate, solo queste: grazie Monti, grazie Letta, non abbiate paura, verrà il giorno in cui un Giudice più potente della nostra magistratura si occuperà amorevolmente di voi !
E grazie Europa!
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