Attualità
THE ROAD TO NOWHERE: OVVERO SIAMO SULLA STRADA DEL DEFAULT E DELLA DISTRUZIONE. L’UNICA SALVEZZA E’ CAMBIARE STRADA.
Venerdì sono stati diffusi i dati Istat relativi alla crescita. I dati sono stati moderatamente positivi ed il governo ha iniziato un breve peana per la loro celebrazione.
L’Italia è cresciuta nel primo trimestre del 0,3%. Un dato positivo (e questo, negli ultimi anni è già un evento fausto), che posto sul tendenziale, potrebbe anche significare una crescita annua quasi del 1%. Eppure c’è poco da festeggiare, anzi proprio nulla
In promo luogo cresciamo, si, ma al rallentato. Vediamo i dati Eurostat comparati.
Come vediamo il glorioso 0,3 % italiano è poco più della metà della media Europea, Meno della metà della Germania, meno della Francia, quasi un terzo della Spagna. Insomma se si avanza, si avanza a passo da tartaruga.
Eppure non è questo il problema, il problema è che la crescita del PIL è accompagnata da una crescita più che sensibile del debito, +14 miliardi arrivando al record di 2.228,7 miliardi. Una crescita del 0,7% in un mese. lo 0.45% in più del picco dell’anno precedente.
Questa situazione viene ad essere resa più pesante dalla deflazione, che sta peggiorando. -0,1% su base mensile, -0,5% dall’inizio dell’anno. Il tendenziale sta andando molto male:
Si marcia ormai verso un tendenziale annuo del -0,6%.
Quindi abbiamo un mix esplosivo di bassa crescita, aumento del debito e deflazione. Le fonti mainstream danno colpa di questa deflazione al basso prezzo delle materie prime, ma ormai il calo del 2015 si è esaurito, anzi vi sono stati già dei rimbalzi che si sentiranno maggiormente ad aprile e maggio. Questa deflazione è originata da una crescita scarsa, stagnate. Del resto se no non si spiegherebbe altrimenti come mai i consumi energetici del primo trimestre abbiano un trend negativo (elaborazione primatonazionale).
Per indicare la vera crescita economica riteniamo che il consumo energetico sia uno strumento di grande rilevanza, soprattutto se consideriamo che i dati ISTAT sono spuri perchè inquinati da componenti soggettive quali l’economia sommersa e quella criminale, che non sono soggette a misurazioni quantitative precise e , soprattutto, non vengono ad essere rilevanti per il calcolo delle entrate fiscali. Insomma van bene per far propaganda .
Un tasso di inflazione significativo permetterebbe , in modo indolore , di ridurre il peso del debito. Invece in Italia abbiamo questa situazione esplosiva:
- crescita molto bassa, inferiore alla media UE;
- crescita sensibile del debito;
- deflazione sensibile.
Ritenere di poter ridurre il debito in valore assoluto o il rapporto debito PIL in questa situazione è, semplicemente, ridicolo. Ci vorrebbero investimenti e politiche per la crescita di notevole rilevanza , che non sono possibili se non cambiando completamente il contesto operativo in cui agiamo ed uscendo dai trattati di Maastricht e dai vincoli di bilancio. La situazione non potrà che peggiorare con l’entrata in vigore del Six pack, cioè dei vincoli di bilancio obbligatori con creazione di avanzo primario a riduzione del debito. I media parlano di stupidaggini e di diritti cosmetici, mentre il conducente ci sta portando diretti verso il default ed il disastro finanziario.
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