Economia
Thailandia: campo di battaglia tra giganti dell’auto. Cina elettrica contro Giappone ibrido
La Toyota sta facendo pressioni sulla Thailandia per ottenere contributi e trasformare il paese dell’Asia sud orientale in un nuovo ub per la produzione di auto ibride, mentre la Cina appoggia i contributi per le auto elettriche. La scelta della tecnologia è uno scontro di politica internazionale
Secondo un nuovo articolo di Nikkei Asia di questa settimana, le case automobilistiche giapponesi e cinesi si contendono l’influenza in Thailandia, spesso definita la Detroit dell’Asia, a causa del calo delle vendite di veicoli elettrici cinesi.
Il mese scorso, il presidente di Toyota Akio Toyoda ha incontrato il primo ministro tailandese Paetongtarn Shinawatra a Bangkok per discutere del rafforzamento dell’industria automobilistica del Paese, sottolineando il suo ruolo di polo produttivo. Il Primo Ministro ha espresso interesse a sostenere lo sviluppo di veicoli ibridi attraverso potenziali iniziative governative.
“Con il rallentamento della domanda di veicoli elettrici, Toyota vede in questa occasione una grande opportunità per intensificare le proprie attività di lobbying”, ha dichiarato una fonte governativa giapponese in Thailandia.
“Toyota è una delle poche aziende in grado di esercitare pressioni su una così vasta gamma di figure, tra cui il primo ministro e altri politici affiliati all’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, alti funzionari governativi come il segretario permanente del ministero dell’Industria Nattapol Rangsitpol e influenti addetti ai lavori reali”.
Il rapporto di Nikkei afferma che i dirigenti di Toyota, tra cui il presidente Akio Toyoda, hanno incontrato il ministro dell’Industria thailandese Akanat Promphan in Giappone lo scorso novembre, ribadendo il loro impegno a investire in Thailandia e sollecitando incentivi per pick-up e ibridi, distaccandosi dall’elettrico che è ormai un vero e proprio impero cinese.
Le vendite di veicoli nuovi in Thailandia sono scese del 27% su base annua a 518.659 tra gennaio e novembre, in parte a causa di requisiti più severi per i prestiti auto. Le vendite di veicoli elettrici sono scese del 5% a 61.443 dopo l’impennata del 2023, mentre gli ibridi sono aumentati del 32% a 105.434, con modelli come la Yaris Cross di Toyota che hanno ottenuto buoni risultati.
La Thailandia ha recentemente mantenuto un’aliquota fiscale del 6% sulle ibride, abbandonando i piani di aumento graduale, ma i veicoli elettrici godono ancora di incentivi più generosi, tra cui sussidi fino a 100.000 baht (2.900 dollari), in quanto il Paese punta a una produzione di veicoli elettrici del 30% entro il 2030.
Le politiche governative hanno svolto un ruolo significativo nel plasmare l’industria automobilistica tailandese. I tagli fiscali degli anni 2010 hanno promosso le auto BEV, mentre uno sconto fiscale per i primi acquirenti di auto ha stimolato la domanda nel 2012-2013.
La scelta elettrico-ibrido è di politica internazionale
Più recentemente, i sussidi per i veicoli elettrici introdotti nel 2022 hanno attirato oltre 20 case automobilistiche cinesi. Tuttavia, con il rallentamento della domanda di veicoli elettrici, aziende come Great Wall Motor e SAIC Motor stanno facendo pressione per ottenere un allentamento dei requisiti di produzione legati a questi sussidi. Vogliono che le auto siano più prodootte in Cina che in Thailandia, in questo modo però togliendo senso agli incentivi, che erano legati al lancio dell’industria locale.
In risposta, il governo thailandese ha posticipato le scadenze di produzione al 2025 e oltre, ha ridotto le quote di importazione rispetto agli anni precedenti e ha permesso la riesportazione dei veicoli elettrici importati dalla Cina. Tuttavia, i sussidi sono ora temporaneamente sospesi per le case automobilistiche non conformi. Insomma la Thailandi ha agito da paese che guarda al proprio interesse nazionale, un fatto che in Europa si vede sempre pià raramente.
In un contesto di calo delle vendite di auto, tra cui una forte diminuzione della domanda di veicoli elettrici, il governo ha introdotto nuovi incentivi per i veicoli mild hybrid, che combinano motori elettrici a bassa potenza con motori a combustione interna.
Questa mossa, vista come un favore per le case automobilistiche europee e giapponesi, contrasta con le politiche sui veicoli elettrici percepite come vantaggiose per le aziende cinesi. I produttori giapponesi, che detengono oltre il 70% della quota di mercato, dovrebbero spingere per ulteriori misure, dato che il mercato automobilistico thailandese si trova ad affrontare sfide che ricordano la pandemia e la crisi finanziaria.
Quindi la lotta fra veicoli BEV e veicoli ibridi è, sempre più, una lotta di politica internazionale, con la Cina che spinge verso quelli elettrici, in cui ha uno strapotere quasi assoluto, e gli altri paesi che invece spingono per le auto a combustione interna o ibride, nelle quali il Giappone e le case internazionali ha una grande capacità produttiva e tecnologica. Dirsi a favore delle auto elettriche significa sempre più schierarsi al fianco di Pechino, una scelta che potrà essere anche giusta, ma della quale bisogna essere consapevoli.
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