Economia
Terremoto nell’NBA: scommesse, insider trading e poker truccato. L’ombra della Mafia sul Basket USA
L’ombra della Mafia si allunga sull’NBA: arrestati l’allenatore Chauncey Billups e il giocatore Terry Rozier. Le accuse: scommesse basate su insider trading e partite di poker high-stakes truccate con tecnologia e violenza.

Un vero e proprio terremoto scuote l’NBA, e questa volta non si tratta di mega-scambi o prestazioni atletiche. L’allenatore dei Portland Trail Blazers, Chauncey Billups (una leggenda, fresco di Hall of Fame), e la guardia dei Miami Heat, Terry Rozier, sono stati arrestati giovedì.
Gli arresti sono il culmine di due vaste indagini federali separate, che hanno portato a un totale di 34 fermi in 11 stati. Secondo il direttore dell’FBI, Kash Patel, le accuse sono pesantissime e coinvolgono quattro famiglie mafiose (Bonanno, Gambino, Lucchese e Genovese) in uno schema di frode da decine di milioni di dollari.
L’NBA, ovviamente, ha immediatamente sospeso entrambi e ha rilasciato la solita dichiarazione di rito in cui afferma che “l’integrità del gioco rimane la nostra priorità”. Vediamo però di cosa si tratta, perché gli schemi sono due e sono entrambi preoccupanti.
Lo Schema 1: Terry Rozier e l’Insider Trading Sportivo
Terry Rozier è accusato di aver partecipato a uno schema di scommesse sportive illegali. Il punto chiave non è (solo) che scommettesse, ma che lo facesse utilizzando informazioni privilegiate.
Secondo l’atto d’accusa, Rozier e altri imputati “avevano accesso a informazioni private note ai giocatori o agli allenatori NBA” (ad esempio, infortuni non ancora resi pubblici, decisioni tattiche) che potevano influenzare l’esito delle partite o le prestazioni dei singoli. Queste “dritte” venivano poi fornite ad altri cospiratori in cambio di tariffe fisse o di una quota sui profitti delle scommesse.
Il procuratore federale ha definito il caso “uno degli schemi di corruzione sportiva più sfacciati” da quando le scommesse online sono state legalizzate negli Stati Uniti. Questo caso è peraltro collegato allo scandalo di Jontay Porter (ex Toronto Raptors), già bandito a vita dall’NBA la scorsa primavera per aver alterato le proprie prestazioni per favorire scommesse.
Tra gli arrestati figura anche Damon Jones, ex giocatore e assistente allenatore, accusato di aver fornito informazioni interne durante il suo periodo ai Lakers.
Lo Schema 2: Chauncey Billups, il Poker e la Mafia
Se il caso di Rozier puzza di avidità, quello di Billups sembra la sceneggiatura di un film di Scorsese. L’allenatore è accusato di aver partecipato a un vasto schema per truccare partite di poker clandestine high-stakes, gestite direttamente dalle famiglie mafiose.
Il sistema era sofisticato e mirava a “spennare” giocatori facoltosi, noti in gergo come “fish” (polli). Ecco come funzionava:
- L’Esca (Le “Face Cards”): Per attirare i “fish” e dare un’aria di legittimità alle partite, l’organizzazione utilizzava celebrità. Billups, secondo l’accusa, era una di queste “face card”.
- La Tecnologia: Le partite erano truccate grazie a telecamere nascoste nei vassoi delle fiches, macchine mischia-carte alterate, occhiali da sole speciali e persino apparecchiature a raggi X integrate nel tavolo per leggere le carte dei giocatori ignari.
- La Riscossione: Una volta che la vittima aveva perso somme ingenti (un solo giocatore ha perso 1,8 milioni di dollari), entravano in gioco i metodi classici della Mafia: estorsione e violenza per assicurarsi che i debiti venissero pagati.
Le intercettazioni sono quasi comiche: in una partita a Las Vegas, gli “overseer” di Billups (che stava vincendo troppo palesemente grazie al mazziere truccato) gli hanno inviato un messaggio dicendogli di perdere apposta qualche mano per evitare sospetti. Per la sua partecipazione a un singolo evento, Billups avrebbe ricevuto un bonifico da 50.000 dollari.
Il problema della “Normalizzazione” delle scommesse
Entrambi gli scandali, sebbene diversi, evidenziano il nervo scoperto dell’alleanza sempre più stretta tra lo sport professionistico e il mondo delle scommesse, legalizzato e promosso ovunque.
Lo stesso commissioner NBA, Adam Silver, ha ammesso di recente che la lega sta cercando di “limitare alcuni tipi di scommesse” (come le prop bet sulle statistiche dei giocatori minori), riconoscendo che sono “troppo facili da manipolare”. Una mezza ammissione che, forse, l’aver aperto il vaso di Pandora del gioco d’azzardo senza adeguati controlli non è stata esattamente un’idea geniale.
Domande e Risposte (FAQ)
1. Che ruolo ha avuto esattamente la Mafia in questa vicenda?
La Mafia non era un attore secondario, ma il motore di una delle due truffe. Nel caso del poker truccato, le famiglie Bonanno, Gambino, Lucchese e Genovese organizzavano le partite, fornivano la tecnologia per truccare (telecamere, mazzieri) e, soprattutto, gestivano la “riscossione crediti”. Quando i giocatori “spennati” (le vittime) non pagavano i debiti, la Mafia interveniva con estorsioni e violenza. L’FBI ha definito l’operazione un classico schema di criminalità organizzata che utilizzava celebrità come Billups per adescare le vittime.
2. In che modo Rozier avrebbe truccato le scommesse? Si tratta di partite truccate?
L’accusa contro Rozier non è di aver perso apposta (come nel caso Jontay Porter), ma di “insider trading” sportivo. Si presume che Rozier, e altri co-cospiratori, avessero accesso a informazioni non pubbliche (ad esempio, un infortunio non ancora dichiarato, una decisione dell’allenatore) che avrebbero quasi certamente influenzato la prestazione di un giocatore. Queste informazioni venivano poi vendute a scommettitori che le usavano per piazzare scommesse sicure, specialmente sulle “prop bet” (scommesse sulle statistiche individuali).
3. Billups era una vittima o un complice?
Secondo l’accusa, Billups era un complice attivo, non una vittima. Non solo partecipava ai giochi sapendo che erano truccati, ma fungeva da “face card”, ovvero l’esca famosa usata per attirare giocatori facoltosi (“fish”) al tavolo. La sua fama rendeva il gioco apparentemente legittimo. Le intercettazioni mostrano che era consapevole della truffa (dovendo a volte “perdere apposta” per non destare sospetti) e, secondo i documenti, ha ricevuto un bonifico da 50.000 dollari per la sua partecipazione a una singola partita truccata.

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