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Economia

Terre rare: gli USA pronti a misure estreme per rompere il monopolio cinese

L’amministrazione USA, tramite il consigliere Peter Navarro, vara un piano di emergenza per le terre rare. Con prezzi minimi garantiti e investimenti miliardari, Washington punta a rompere il dominio della Cina e a costruire una filiera nazionale, coinvolgendo anche big come Apple.

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Per contrastare il dominio della Cina nell’estrazione  e nella raffinazione delle terre rare la presidenza USA è pronta a prendere anche delle decisioni estreme, al livello di quelle prese nel periodo pandemico. 

In un incontro del 24 luglio, mantenuto sino a oggi riservato, con la presenza di Peter Navarro, consigliere commerciale del presidente Donald Trump, e David Copley, funzionario del Consiglio di sicurezza nazionale incaricato della strategia della catena di approvvigionamento, è stato comunicato che  il prezzo minimo per le terre rare garantito all’inizio di questo mese a MP Materials nell’ambito di un investimento multimiliardario del Pentagono “non è un caso isolato” e che sono in corso accordi simili, secondo quanto riferito dalle fonti.

Quindi le aziende americane che vogliono investire per rompere il monopolio cinese nel settore delle terre rare avranno quindi il vantaggio di ottenere un prezzo garantito minimo da parte del governo statunitense, evidentemente per garantire il rendimento dell’investimento effettuato.

Le terre rare, un gruppo di 17 metalli utilizzati per produrre magneti che trasformano l’energia in movimento, e altri minerali critici sono ampiamente utilizzati nel settore elettronico, compresa la produzione di telefoni cellulari e armi.

I funzionari hanno illustrato il desiderio di Trump di aumentare rapidamente la produzione di terre rare negli Stati Uniti – attraverso l’estrazione, la lavorazione, il riciclaggio e la produzione di magneti – in modo da evocare la rapidità dell’Operazione Warp Speed del 2020, che ha sviluppato il vaccino contro il COVID-19 in meno di un anno.

Tabella delle Terre rare

Navarro ha confermato l’incontro a Reuters. Ha affermato che l’amministrazione mira a “muoversi in ‘Trump Time’, ovvero il più rapidamente possibile pur mantenendo l’efficienza” per porre rimedio alle vulnerabilità percepite nell’industria dei minerali critici degli Stati Uniti. Navarro non ha commentato se durante l’incontro abbia menzionato il prezzo minimo.
“Il nostro obiettivo è quello di costruire le nostre catene di approvvigionamento dalle miniere ai prodotti finali per l’intero spettro dei minerali critici, e le aziende riunite alla riunione hanno il potenziale per svolgere un ruolo importante in questo sforzo”.

La Cina, il più grande produttore mondiale di terre rare da oltre 30 anni, ha interrotto le esportazioni a marzo nell’ambito di una disputa commerciale con Washington che ha mostrato alcuni segni di allentamento alla fine del mese scorso, anche se le tensioni più generali permangono.

Oltre al prezzo minimo, Navarro e Copley hanno consigliato ai partecipanti di avvalersi del sostegno finanziario esistente da parte del governo, compresi gli incentivi per miliardi di dollari previsti nella legge fiscale e di spesa approvata da Trump il 4 luglio, secondo quanto riferito dalle fonti.

Apple ha firmato un accordo di fornitura con MP dopo l’investimento del Pentagono questo mese. Durante l’incontro a Washington, Navarro e Copley hanno affermato che Trump vorrebbe vedere più aziende tecnologiche investire nel settore delle terre rare, attraverso investimenti iniziali o acquisizioni, secondo quanto riferito da tutte le fonti.

Divieto di esportazione di magneti?

Mentre i partecipanti hanno chiesto a Navarro di sostenere un divieto di esportazione di apparecchiature contenenti magneti di terre rare per stimolare il riciclaggio interno, Navarro ha risposto che avrebbe insistito in tal senso solo dopo che l’industria statunitense delle terre rare fosse più sviluppata, in modo da non dare prematuramente alla Cina un vantaggio nella disputa commerciale in corso, secondo le fonti.

Alla domanda su un potenziale divieto, Navarro ha detto a Reuters: “Tutte le opzioni politiche sono sul tavolo. Come ama dire il presidente Trump, ‘Vediamo cosa succede’”.

Tra i partecipanti c’erano Phoenix Tailings, che sta costruendo un impianto di lavorazione delle terre rare nel New Hampshire, Momentum Technologies, che ha sviluppato un sistema modulare di riciclaggio di batterie e magneti, Vulcan Elements, che ha costruito un impianto pilota per magneti in terre rare, e le aziende di riciclaggio di terre rare REEcycle e Cyclic Materials.

Quindi l’amministrazione USA è disposta a tutto, o quasi, pur di distaccarsi dalla dipendenza dalle terre rare cinesi. Attualmente Pechino controlla il 90% della raffinazione e lavorazione delle terre rare per la produzione dei magneti, e, ovviamente, avendo già effettuato gli investimenti, ha la possibilità di applicare dei prezzi che sarebbero molto più bassi rispetto a quelli dei nuovi entranti sul mercato che devono effettuare importanti investimenti. Questo viene a costituire un’importante barriera all’entrata sul mercato che rischia di far proseguire il quasi monopolio cinese.


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