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Terre Rare: MP Materials vola sul nuovo asse USA-Arabia Saudita nel settore. Strategia filoamericana o solo petrodollari lungimiranti?
MP Materials e Ma’aden creano il nuovo polo globale delle Terre Rare: L’asse strategico USA-Arabia Saudita sfida il monopolio della Cina e fa volare i titoli in Borsa. Tutti i dettagli tecnici del maxi-accordo

L’annuncio della joint venture tra la statunitense MP Materials e il colosso minerario saudita Ma’aden ha scosso i mercati, facendo registrare un balzo in avanti di oltre il 9% al titolo MP nella giornata di mercoledì e prolungando un rally che, da inizio anno, ha già superato la soglia del 290%. Dietro la speculazione in Borsa, tuttavia, si nasconde una manovra strategica di peso geopolitico notevole: la creazione di un polo di lavorazione e produzione di magneti basati su terre rare all’interno del Regno Saudita.
Questa mossa posiziona il produttore americano nel cuore di uno dei programmi di investimento sui minerali critici a più rapida crescita a livello globale, permettendo a Riad di accelerare la sua candidatura a protagonista nella filiera strategica delle terre rare. Si tratta di un’operazione che va ben oltre la mera logica commerciale, inserendosi nel più ampio disegno di riequilibrio delle catene di approvvigionamento occidentali.
L’architettura dell’alleanza e i dettagli tecnici
L’accordo prevede l’istituzione di un vero e proprio hub integrato nel Golfo. La struttura della partnership è stata congegnata per massimizzare le sinergie, suddividendo i compiti in modo tecnico e funzionale:
- Raffineria e Impianto di Separazione: Le due società fonderanno un impianto che trasformerà materie prime saudite (e alleate) in ossidi di terre rare finiti e, in ultimo, in materiali per magneti ad alta performance.
- Ruolo di Ma’aden: Il colosso saudita assumerà il controllo dello sviluppo della catena di approvvigionamento domestica e dell’alimentazione del complesso.
- Ruolo di MP Materials: L’azienda statunitense fornirà il know-how tecnologico per la lavorazione e l’esperienza nella produzione a valle (downstream) di magneti, creando una piattaforma pienamente integrata per i minerali critici nell’area del Golfo.
In sostanza, mentre l’Arabia Saudita offre la base logistica e l’accesso alle risorse, MP Materials mette sul piatto quella competenza tecnica nella separazione chimica, un tempo monopolio quasi esclusivo dell’Estremo Oriente. L’Arabia è nota per avere importanti riserve di terre rare pronte per essere sfruttate.
La Scommessa sul “Non-Cinese” e il Filo Americano
L’interesse degli investitori per questa mossa non è solo dovuto al potenziale di espansione di MP oltre la sua base di Mountain Pass, ma è ancorato alla necessità pressante di stabilire una rotta di raffinazione alternativa alla Cina. La catena di fornitura occidentale rimane infatti tesa e altamente dipendente da Pechino.
L’espansione di MP in Arabia Saudita si affianca a una serie di accordi che hanno già visto l’azienda profondamente coinvolta nella pianificazione strategica degli Stati Uniti.3 Il contesto è chiaro:
| Elemento Strategico | Implicazione |
| Pianificazione USA (DoD) | MP Materials è stata coinvolta in un accordo con il Dipartimento della Difesa per sostenere la produzione domestica di terre rare e magneti. |
| Rafforzamento Capacità Non-Cinese | Washington ha sostenuto le strutture americane di MP nell’ambito di uno sforzo più ampio per ricostruire la capacità di raffinazione critica al di fuori del controllo cinese. |
| Mercato Bivalente | Questo ruolo ha reso MP uno dei pochi attori in grado di fornire i mercati sia commerciali che della difesa, dall’estrazione alla produzione finale. |
Queste operazioni mostrano come la logica keynesiana di intervento pubblico e pianificazione strategica, spesso vista con sospetto, stia tornando prepotentemente in auge, non per sostenere la domanda, ma per garantire la sicurezza e la resilienza delle filiere produttive essenziali per la transizione energetica e la difesa. L’alleanza con Riad, in quest’ottica, non è che il prolungamento di una strategia dettata dalla necessità geopolitica.
Domande e risposte
Cosa sono esattamente le “Terre Rare” e perché sono così cruciali?
Le Terre Rare sono un gruppo di diciassette elementi chimici fondamentali per la tecnologia moderna. Nonostante il nome, non sono particolarmente rare in natura, ma lo sono in termini di concentrazione economicamente estraibile e soprattutto in termini di lavorazione. Sono indispensabili per la fabbricazione di componenti ad alta tecnologia, dai motori delle auto elettriche eoliche (magneti permanenti) ai sistemi di guida di precisione e ai dispositivi elettronici di consumo. La loro importanza strategica deriva dalla concentrazione quasi monopolistica della loro lavorazione (raffinazione e separazione) in Cina.
Qual è la portata strategica del tentativo di costruire una filiera “non-cinese”?
Attualmente, la Cina controlla la stragrande maggioranza della capacità di raffinazione e separazione globale delle Terre Rare. Questa dipendenza rappresenta una vulnerabilità critica per le economie occidentali, in particolare per i settori della difesa e dell’energia verde, dove il fabbisogno di magneti ad alte prestazioni è in rapida crescita. La creazione di un polo integrato in Arabia Saudita, con tecnologia americana e accesso potenziale a materie prime diversificate, mira a erodere questo monopolio e a fornire una catena di approvvigionamento più sicura e amica (il concetto di friend-shoring).
In che modo questo accordo si inserisce nella Vision 2030 dell’Arabia Saudita?
La “Vision 2030” saudita è il piano di diversificazione economica del Regno, volto a ridurre la dipendenza dal petrolio. L’investimento nei minerali critici si adatta perfettamente a questo obiettivo. Sfruttando la sua posizione strategica, i costi energetici competitivi e il vasto programma di sviluppo industriale, Riad punta a diventare un hub globale non solo per l’energia tradizionale, ma anche per i materiali essenziali della nuova economia green e tecnologica. L’accordo con MP Materials le conferisce rapidamente il know-how necessario per compiere il salto di qualità.







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