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Economia

Tavarez vuole proseguire con la sua politica di risparmi e tagli, fino a completo esaurimento di Stellantis

Tavarez ha dichiarato che continuerà con la sua politica ti taglio delle spese e di puntare sull’elettrico, comunque e in ogni modo. però, continuando così, sta distruggendo il gruppo Stellantis, i cui valori si sono dimezzati nell’arco di alcuni mesi. Su questa strada si va verso la chiusura complessiva

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Alcuni accusano Tavarez, CEO di Stellantis, di aver esagerato nel tagliare i costi. Lui ritiene di non avere scelta e che quindi anndrà avanti. La scorsa settimana,  visitando lo storico stabilimento PSA di Sochaux, il più grande in Francia con quasi 6.000 dipendenti, Carlos Tavares ha respinto le critiche alla sua strategia di tagli e licenziamenti.

A suo avviso, il gigante franco-italiano-americano è riuscito a passare con successo a un’industria automobilistica elettrificata. La trasformazione dello stabilimento di Sochaux in “soli 5 anni”, che produce 840 SUV Peugeot 3008 e 5008 al giorno, di cui il 30% elettrici, è un esempio, anche se poi non è chiaro chi compri questi mezzi elettrici. D’ora in poi, il dirigente con la consolidata reputazione di “killer dei costi” afferma di voler continuare su questa strada.

Se facciamo grandi sforzi sui costi, è solo per servire i nostri clienti, che vogliono acquistare veicoli elettrici allo stesso prezzo dei veicoli a combustione interna”, afferma. A suo avviso, l’azienda non ha altra scelta. “Altrimenti metteremmo a rischio il futuro dell’azienda”, ha avvertito.

Carlos Tavares afferma che nel settore elettrico Stellantis sta affrontando “ costi aggiuntivi del 40% ‘ legati alle ’ normative ‘ – con l’obiettivo europeo di non vendere più veicoli a combustione entro il 2035 – a cui si aggiunge la ’ ipercompetizione ” della Cina. Tutto ciò giustifica la prosecuzione della crociata contro i costi. “Il management non ha paura di essere impopolare ‘, ha detto, ammettendo che questa politica a volte porta a ’ gaffe ‘ o ’ tensioni ”.

“Un serio avvertimento”

Come le sue controparti nel Vecchio Continente, Stellantis sta attualmente soffrendo di un forte calo delle vendite, segnato dal disincanto dei consumatori nei confronti delle auto elettriche, proprio quelle che Tavarez vuole spingere a ogni costo.

In Francia, secondo la Plateforme Automobile (PFA), il costruttore ha visto le sue immatricolazioni crollare del 14% a settembre, fino a 47.500 unità. In Italia è passata dal 38% al 30% e le cose vanno anche peggio in Europa

Oltre alle difficoltà in Europa, Stellantis ha subito gravi battute d’arresto negli Stati Uniti, un mercato considerato la “macchina da soldi” del gruppo. Del resto Chrysler ha solo due modelli in produzione negli USA, RAM  e Dodge non rinnovano i modelli da molti, troppi anni. A furia di tagliare si stancano anche i clienti.

Lunedì Stellantis ha lanciato un profit warning sui suoi risultati annuali, dichiarando di aspettarsi un margine operativo compreso tra il 5,5% e il 7%. “È un avvertimento serio”, ha dichiarato giovedì Carlos Tavares. Va detto che questo è ben lontano dall’obiettivo di“un margine a due cifre”, che l’amministratore delegato aveva ribadito due mesi prima…

Mentre altri costruttori europei, tra cui Renault, si battono affinché Bruxelles riveda le sue norme, nel timore di incorrere in pesanti multe se non venderanno abbastanza auto elettriche il prossimo anno , Carlos Tavares vuole che rimangano invariate.Abbiamo bisogno di stabilità normativa”, ha sottolineato. Secondo lui, è fuori questione toccarla quando l’industria ha investito così tanto nelle auto elettriche. “Sono alla fine della pista, sto tirando indietro la cloche e stiamo decollando”, ha aggiunto, dicendosi fiducioso che Stellantis rispetterà gli obiettivi di Bruxelles. Sembrano le parole di un pilota prima di schiantarsi con l’aereo contro le recinzioni. 

Intanto le quotazioni di Stellantis affondano rapidamente come il Titanic, e ormai sono meno della metà di quello che erano solo qualche mese fa:

Anche gli azionisti rischiano di restare con un pugno di mosche a furia di risparmi e tagli che sono ottimi quando le prospettive sono di crescita e dviluppo, ma che conducono alla chiusura, se non al fallimento, quando sono effettuate in momenti di grande evoluzione dei mercati e dei consumatori.  Però questi stessi azionisti continuano a confermare la loro fiducia nell’attauale dirigenza, quindi, come direbbe il Sommo Poeta “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso“.

Tavares parla del ritiro, ma prima gli lasceranno finire la demolizione

Carlos Tavares non si è espresso sul futuro dei sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici in Francia e in Europa, né su un possibile inasprimento del “malus auto”, che preoccupano l’industria d’oltralpe. Ha solo espresso un certo pessimismo in questi tempi di rigore di bilancio. “Oggi è difficile aumentare la pressione fiscale per finanziare lo stimolo della domanda”, ha dichiarato.

Quindi, da quello che si capisce, Tavarez non cambierà nulla e andrà avanti così sino alla fine del suo mandato come CEO, nel 2026, dopo di che ha espresso la disponibilità ad andarsene. Nei due anni futuri la sua politica sparagnina e puntata sull’elettrico potrà continuare a fare tranquillamente danni, sia nel settore della auto a combustione interna, sia in quello delle auto ibride, sia in quello delle elettriche BEV.

La sua permanenza, super pagata, lascerà un bel cumulo di macerie e niente altro, anche nelle tasche degli azionistici che lo hanno scelto e che lo difendono, immobili come cervi di fronte a un TIR che sta per investirli. 

Vittorio Ghidella, amministratore di qualità e visione infinitamente superiore a quella di Tavarez, l’uomo del salvataggio e rilancio FIAT (per fare dei nomi suoi sono Uno, il motore FIRE, Ritmo, Panda, Lancia Delta etc etc). per uno screzio personale con la Romiti. Tavarez inveece si porta a casa decine di milioni di Euro di compenso. Nulla indica più di questo caso la decadenza dell’imprenditoria europea.

 


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