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Tasse e tagli alla cassa integrazione: l’allegro programma di Gualtieri per l’Italia

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Come riporta La Verità (nomen omen) i viaggi di Gualtieri in Europa sono stati poco produttivi e non hanno portato a casa che degli zero virgola qualcosa per il bilancio italiano. Del resto è noto che “Chi agnello si fa, il lupo se lo mangia” e Gualtieri, che di economia ne sa quanto la Parietti, era ovino sin dalla partenza.

Secondo quanto prevede il MEF  il deficit  2021 aggiornato arriverà al 5,7%, mentre il ricorso di scostamento ulteriore autorizzato a fine a luglio è di un altro 0,4%, per cui si parla di briciole rispetto al calo del PIL 2020 che sfiora le due cifre. Del resto è lo stesso ministero ad informarci che, data la sottomissione continua alla UE e l’incapacità di prospettare cammini diversi da quelli imposti da Domnbrovskis, e dato che il Recovery non sarà rilevante (e comunque sarebbe debito).

«Nel triennio di previsione è attesa una marcata riduzione dell’indebitamento netto a legislazione vigente, che scenderà al -5,7% del Pil nel 2021, al -4,1% del Pil nel 2022 e al -3,3% nel 2023» «Il deficit primario sarà progressivamente riassorbito, collocandosi al -2,4% del Pil nel 2021, al -0,9 nel 2022 e al -0,1% nel 2023, grazie alla dinamica delle entrate più sostenuta rispetto a quella della spesa primaria».

“Dinamica più sostenuta delle entrate” significa, tradotto in Italiano più tasse, e quindi il governo punta a recuperare dal 2021 al 2023  quel 8% di tasse che non ha incassato nel 2020% causa crisi. questo si verrà ad unire alla tassazione aggiuntiva per “Mezzi propri” voluta dalla Commissione, prima sulla plastica , poi su transazioni finanziarie, carbonio ed altro, realizzando una stratta fiscale pro-ciclica devastante per imprese e famiglie e preparatrice di un impoverimento collettivo “Alla Monti” che stritolerà il nostro sistema produttivo e  sociale. 

Non è finita: bisogna demolire progressivamente anche le politiche del lavoro, ma facendo finta di fare l’esatto opposto. Il MEF ci informa che. «I principali obiettivi della politica di bilancio per il 2021-2023 sono, nel breve termine, sostenere i lavoratori e i settori produttivi più colpiti dalla pandemia fintanto che perdurerà la crisi da Covid-19»,  quindi in un momento lirico :  «un ampio programma di investimenti e riforme; un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi, coordinandola con l’introduzione di un assegno universale per i figli; assicurare un miglioramento qualitativo della finanza pubblica, spostando risorse verso gli utilizzi più opportuni a garantire un miglioramento del benessere dei cittadini».

Tutto bellissimo, peccato che la cassa integrazione prevista in pagamento scenda da 26,6 miliardi nel 2020 a 2,6 miliardi nel 2021 a 700 milioni nel 2023. Si passa ad un decimo dello stanziamento in un anno, come se il 2021 fosse un anno perfetto, senza nessun problema di riconversione industriale! Tra l’altro i pochi soldi stanziati per le partite IVA si esauriranno nel 2020, e non è previsto nessun aiuto per queste categorie nei prossimi anni.

Quindi:

  • o il MEF mente sapendo di mentire e pone delle cifre irrealistiche sapendo che non le rispetterà e che queste saranno foriere di ulteriore debito (e quindi tasse, visti i vincoli europei);
  • o il MEF è pieno di sprovveduti che credono che l’economia si riprenderà con un salto in alto da record nel 2021 e spera che tutti siano colti da altrettanta superficialità

La soluzione potrebbe essere una via di mezzo: una macchina astuta guidata da un ministro improvvido. Il problema è che gli effetti del combinato disposto Crisi economica+Green Deal+Vincoli di bilancio lo pagheranno gli italiani, per i quali si prospettano tempi durissimi, un trionfo di quella che Bini Smaghi chiamava “La durezza del vivere”. Si potrebbe evitare tutto questo? Non con il duo Conte  – Gualtieri alla guida. Intanto r imboccatevi la mascherina.


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