Difesa
Talisman Sabre 25: conclusa la maxi-esercitazione a guida USA nell’Indo-Pacifico
Con oltre 35.000 soldati, 19 nazioni e nuove tecnologie missilistiche come HIMARS e SM-6, l’esercitazione guidata da USA e Australia non è solo addestramento, ma un chiaro segnale di deterrenza e coesione in una delle aree più strategiche del pianeta.

Si è da poco conclusa “Talisman Sabre 25“, una delle più imponenti esercitazioni militari mai condotte nell’Indo-Pacifico, che ha visto la partecipazione di oltre 35.000 soldati provenienti da 19 nazioni. L’evento, guidato dal comando statunitense più strategico, l’INDOPACOM, ha rappresentato una significativa dimostrazione di forza e interoperabilità tra gli Stati Uniti e i loro principali alleati in una delle aree geopoliticamente più cruciali del pianeta.
Le dimensioni di Talisman Sabre 25
“Talisman Sabre” è la più grande esercitazione bilaterale tra le forze armate americane e australiane, ma l’edizione di quest’anno ha superato ogni precedente per dimensioni e complessità. L’obiettivo primario era rafforzare la capacità di operare congiuntamente, affinando le tattiche e le procedure in uno scenario che simula le sfide della regione. Hanno preso parte all’addestramento contingenti provenienti da nazioni chiave come Giappone, Francia, Corea del Sud, Regno Unito e anche partner NATO come la Germania.
L’ammiraglio David Johnston, capo della Forza di Difesa Australiana, ha sottolineato l’importanza dell’evento: “L’esercitazione Talisman Sabre riflette un impegno condiviso verso relazioni durature tra alleati e partner fidati, e per un Indo-Pacifico pacifico, stabile e sovrano“.
Innovazioni tattiche e tecnologiche
L’edizione 2025 ha segnato diverse “prime volte” di notevole importanza tecnologica e tattica. L’esercito australiano ha impiegato per la prima volta il suo sistema di artiglieria M142 HIMARS (High Mobility Artillery Rocket System) equipaggiato con il Precision Strike Missile (PSM), un missile di precisione a lungo raggio.
Da parte loro, le forze armate statunitensi hanno raggiunto un altro primato, colpendo con successo un bersaglio marittimo con un missile antinave SM-6 lanciato da una postazione terrestre, una capacità fondamentale per il controllo delle aree costiere.
L’esercitazione ha avuto anche una forte componente di operazioni speciali. Navy SEALs americani, elicotteristi del 160° reggimento “Night Stalkers”, commando australiani e Royal Marines britannici hanno condotto complesse operazioni di abbordaggio e neutralizzazione di navi nemiche. Inoltre, paracadutisti della 11ª Divisione Aviotrasportata statunitense hanno effettuato un lancio a lungo raggio simulato, affiancati da paracadutisti francesi e tedeschi.
Un’alleanza sempre più ampia in mare
Le operazioni anfibie su larga scala hanno visto la partecipazione di truppe statunitensi, australiane, giapponesi, francesi, sudcoreane e britanniche. Il Regno Unito ha contribuito con il suo gruppo da battaglia guidato dalla portaerei HMS Prince of Wales. Per la prima volta nella storia dell’esercitazione “Talisman Sabre”, una portaerei non americana ha partecipato attivamente, a testimonianza del crescente impegno degli alleati europei nella regione.
“Nel corso dell’esercitazione di quest’anno, abbiamo raggiunto traguardi notevoli, affinando le capacità operative congiunte, integrando tecnologie all’avanguardia e migliorando la nostra capacità di condurre senza soluzione di continuità complesse operazioni terrestri, aeree, anfibie e marittime”, ha dichiarato l’ammiraglio della U.S. Navy Samuel J. Paparo, comandante dell’U.S. Indo-Pacific Command (INDOPACOM).
Il significato geopolitico
L’Australia si conferma uno degli alleati più stretti e leali di Washington. Con una lunga storia di cooperazione militare, da ultimo nelle missioni in Afghanistan, Iraq e Siria, Canberra sta potenziando le proprie forze armate per far fronte alle nuove sfide strategiche.
Nel contesto delle crescenti tensioni con Pechino, l’INDOPACOM rimane il comando di combattimento più importante per gli Stati Uniti. Esercitazioni come “Talisman Sabre 25” non sono solo un’opportunità di addestramento, ma anche un chiaro messaggio di deterrenza e coesione inviato a potenziali avversari. “Questi risultati riflettono la spiccata professionalità della forza combinata e il nostro impegno condiviso per promuovere la sicurezza, la libertà e la prosperità in tutto l’Indo-Pacifico”, ha concluso l’ammiraglio Paparo. Il fatto di aver messo in mostra così tante forze, provenienti da così diversi, e distanti, paesi, aveva come finalità quella di impressionare.
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