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Difesa

Invasione di Taiwan, il fattore Trump: l’imprevedibilità del Presidente USA è un’arma a doppio taglio contro la Cina

Un attacco cinese a Taiwan è improbabile, ma non impossibile. Un nuovo report IISS individua nell’imprevedibilità di Trump il fattore chiave: può essere un deterrente, ma anche la scintilla di una guerra per un errore di calcolo.

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Un attacco dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) cinese a Taiwan è considerato “improbabile nel breve termine” ma “non impossibile”, secondo un rapporto dell’International Institute for Strategic Studies (IISS) di Londra, pubblicato in occasione dell’edizione 2025 dell’Asia-Pacific Regional Security Assessment. Il documento, rilasciato in vista del Shangri-La Dialogue di Singapore, summit annuale sulla difesa co-organizzato dall’IISS, evidenzia come l’imprevedibilità di Donald Trump, tornato alla Casa Bianca, possa rappresentare un fattore di deterrenza, ma anche un rischio per errori di calcolo e comunicazioni tra Stati Uniti e Cina.

Una relazione USA-Cina al minimo storico

Il rapporto descrive il rapporto tra Washington e Pechino come “più teso che mai nel XXI secolo”, segnato da una “profonda sfiducia reciproca” e dalla mancanza di meccanismi di dialogo efficaci. Le tensioni, alimentate da divergenze su commercio, tecnologia e Taiwan, hanno raggiunto un punto critico.

Nonostante alcuni miglioramenti tattici sotto l’amministrazione Biden, come la ripresa del dialogo militare e l’accordo sull’esclusione dell’intelligenza artificiale dalle decisioni nucleari, l’IISS ritiene che questi passi non altereranno la traiettoria strategica delle due potenze durante il secondo mandato di Trump.

Taiwan al centro delle tensioni

Il rapporto sottolinea come la modernizzazione militare cinese, caratterizzata da una rapida espansione dell’arsenale nucleare e da tecnologie dual-use, sia una fonte di preoccupazione per gli Stati Uniti. A ciò si aggiunge l’intelligence USA secondo cui il presidente Xi Jinping avrebbe ordinato al PLA di prepararsi per un’eventuale conquista di Taiwan entro il 2027. Le esercitazioni militari cinesi sempre più frequenti e su larga scala nello Stretto di Taiwan suggeriscono una strategia di “salami slicing” per la riunificazione.

Pechino considera Taiwan parte integrante della Cina, da riunificare anche con la forza se necessario. Gli Stati Uniti, pur non riconoscendo Taiwan come stato indipendente, si oppongono a qualsiasi cambiamento forzato dello status quo e sono legalmente obbligati a fornire armamenti per la sua difesa. Secondo l’IISS, la Cina interpreta il sostegno militare USA a Taiwan e ai suoi alleati regionali come una strategia di contenimento volta a ostacolare il “legittimo”崛起 (risveglio) cinese.

Lancio di missile ipersonico antinave della Repubblica Di Cina / Taiwan

L’imprevedibilità di Trump come fattore chiave

L’imprevedibilità di Trump potrebbe fungere da deterrente contro un’azione militare cinese, ma aumenta anche il rischio di errori di percezione e comunicazione, data la scarsità di canali diplomatici e militari efficaci tra le due potenze. Durante il suo primo mandato (2017-2021), Trump ha posto l’Indo-Pacifico al centro della strategia USA, riconoscendo la coercizione cinese come una minaccia agli interessi americani e regionali. Tuttavia, la sua insoddisfazione per gli squilibri nelle alleanze e il peso finanziario degli Stati Uniti nella regione potrebbe portare a una revisione delle relazioni con partner chiave come Corea del Sud, Giappone e Taiwan.

Nonostante ciò, il rapporto sottolinea che gli Stati Uniti continueranno a considerare la Cina un avversario quasi alla pari, mantenendo l’Asia-Pacifico come priorità strategica. Le relazioni politiche con Giappone, Corea del Sud e Taiwan forniscono un supporto strategico cruciale e un effetto deterrente in vari scenari regionali.

La minaccia della triade Cina-Russia-Corea del Nord

L’IISS dedica attenzione anche al rafforzamento della partnership tra Cina, Russia e Corea del Nord, che rappresenta una sfida crescente per la sicurezza in Asia nord-orientale, in particolare per il Giappone, alleato degli USA. Dalla visita di Xi Jinping a Vladimir Putin nel febbraio 2022, poco prima dell’invasione russa dell’Ucraina, le relazioni tra Cina e Russia si sono intensificate, con 102 esercitazioni militari congiunte tra il 2003 e il 2024, di cui quasi un quarto dopo l’inizio del conflitto ucraino.

Un’eventuale alleanza trilaterale tra Cina, Corea del Nord e Russia complicherebbe la pianificazione della difesa giapponese, già alle prese con un aumento della spesa militare (dal 1% al 2% del PIL) e l’adozione di una strategia di “negazione proattiva” per contrastare le minacce missilistiche di Cina e Corea del Nord.

Prospettive future

Il rapporto conclude che, nonostante la tradizionale avversione al rischio di entrambe le parti, un conflitto su larga scala su Taiwan rimane improbabile nel breve termine, ma non può essere escluso. La domanda cruciale per i prossimi anni è se Stati Uniti e Cina riusciranno a trovare margini di manovra tattica senza compromettere i loro obiettivi strategici, e se Taiwan finirà per essere il principale campo di battaglia di questa rivalità.

L’imprevedibilità di Trump, unita alla sua visione critica delle alleanze tradizionali, potrebbe rafforzare la deterrenza americana, ma al costo di una maggiore instabilità. Intanto, la polarizzazione della sicurezza in Asia nord-orientale, con Cina, Russia e Corea del Nord da un lato e Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud dall’altro, aumenta i rischi strategici per la regione.


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