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Svolta Politica nei Paesi Bassi: Wilders e la Nuova Coalizione Sfidano l’UE

Il nuovo governo olandese parte con un’impostazione che è quasi all’opposto del precedente e che creerà grossi problemi alla politica di Bruxxellesa

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Un po’ di rivoluzione nei Paesi Bassi: il partito di Geert Wilders, gruppo ID in Europa, come Lega e Rassemblement National, sta per entrare a far parte del governo olandese, e le onde d’urto non tarderanno a colpire la macchina dell’Unione Europea a Bruxelles. Certe tattiche di discriminazione politica non saranno più possibili.

Dopo sei mesi di lotte e trattative dolorose, i Paesi Bassi hanno finalmente un accordo di governo per una nuova coalizione di destra. Wilders non è riuscito a diventare direttamente primo ministro, ma ha suggerito il nome di Ronald Plasterk, ex laburista, che, dopo un incidente diplomatico con un leader della futura coalizione, sembra aver ottenuto l’appoggio di tutti i partiti.

Wilders quindi è dovuto diventare un po’ più moderato per permettere la formazione del nuovo governo. Ha anche ammorbidito alcune delle sue politiche anti-Islam più dure e la sua precedente proposta di un referendum sull’uscita dall’UE, nel tentativo di raggiungere un accordo per condividere il potere con altri partiti.

Se l’accordo di coalizione sarà confermato, il nuovo governo sarà composto dal Partito per la Libertà (PVV) di Wilders, dal Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD, RE) di centro-destra, dal Movimento populista di destra degli agricoltori e dei cittadini (BBB) e dal centrista Nuovo Contratto Sociale (NSC- PPE).

Il nuovo governo è un duro colpo per l’establishment di Bruxelles

La macchina burocratico-socialista di Bruxelles rischia di ricevere un duro colpo. Il grattacapo più immediato per l’establishment dell’Unione Europea sarà probabilmente il nuovo piano migratorio olandese. La coalizione vuole avere la “politica di asilo più severa di sempre” attraverso una legge che tratta l’immigrazione come una crisi. Vuole scegliere di non aderire ad alcune regole dell’UE in materia di migrazione, ponendo L’Aia in rotta di collisione con Bruxelles, che ha appena concordato un nuovo patto in materia di migrazione e asilo.

Una seconda questione spinosa è l’allargamento del blocco di 27 Paesi. L’Olanda era già uno degli attori più severi nell’UE, sostenendo che i Paesi dovrebbero muoversi verso l’adesione all’Europa sulla base di riforme interne, non di considerazioni geopolitiche. La nuova coalizione si concentrerà ancora di più su questo processo basato sul merito. Quindi paesi come quelli balcanici o l’Ucraina avranno vita difficile.

In generale poi la politica di “Cordono sanitario” applicata in Parlamento al gruppo ID diventa impossibile, con ora due partiti in posizione di governo.

In economia vedremo scintille e addio politiche climatiche

L’euroscetticismo e la frugalità fiscale di Wilders legheranno le mani al nuovo Primo Ministro olandese e ai diplomatici olandesi nell’UE – che hanno la reputazione di essere superiori al peso della loro nazione nella stanza dei negoziati. Quindi il concetto di “Debito comune”, tanto caro ai socialisti, avrà vita durissima, ancora di più che rispetto all’epoca Rutte. La differenza con il governo precedente è che questa volta non si concederanno compromessi per non rompere l’unità europea, che avrò un peso minimo.

Inoltre sicuramente i Paesi Bassi vorranno un bilancio europeo leggero. Il sogno del presidente francese Macron di allargare i bilancio e creare fondi a debito comune per la difesa non potranno partire.

Queste discussioni saranno al centro dei prossimi negoziati sul nuovo bilancio pluriennale dell’UE, che entrerà in vigore nel 2028. L’ultima volta, i colloqui sono culminati in un vertice maratona di cinque giorni dei leader. Date le attuali sfide dell’UE – dalla difesa alla transizione verde – i colloqui si preannunciavano già più difficili, e questo prima della richiesta dei Paesi Bassi di versare meno fondi.

Sotto Rutte  e con i socialisti di Timmermans i Paesi Bassi erano stati all’avanguardia delle politiche climatiche, con l’imposizione di divieti assurdi e l’appoggio delle misure europee più assurde. Il partito BBB è nato proprio in opposizione alle politiche estremiste ambientaliste contro l’agricoltura di Rutte, che avevano portato a forti proteste fra gli imprenditori agricoli, per cui siamo certi che il nuovo governo cambierà questa posizione in modo radicale.


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