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Svolta nei cieli di Israele: arriva “Iron Beam”, il Laser che abbatte i droni al costo di un caffè
Addio ai missili da 100.000 dollari: il nuovo sistema da 100kW abbatte droni e mortai al costo di pochi centesimi. Una rivoluzione tecnica ed economica per la difesa aerea contro la minaccia iraniana.

Israele è pronto a schierare il suo primo sistema operativo di difesa aerea laser ad alta potenza entro la fine dell’anno. Lo ha confermato il Ministero della Difesa, segnando un cambiamento significativo, e forse definitivo, nel modo in cui il Paese affronta le minacce aeree, dai droni ai razzi.
Il sistema, battezzato Iron Beam (“Raggio di Ferro”), ha completato i test operativi a settembre e si appresta a diventare il primo intercettore laser pronto al combattimento al mondo. Non stiamo parlando di fantascienza, ma di una solida realtà industriale sviluppata dalla Rafael Advanced Defense Systems (già nota per il sistema Trophy e i missili Spike), capace di distruggere bersagli in pochi secondi.
L’economia della difesa: perché il Laser cambia tutto
Gli analisti della difesa, e chiunque abbia un occhio ai bilanci, sanno che il vero vantaggio di Iron Beam non è solo tecnologico, ma economico.
Fino ad oggi, l’equazione era finanziariamente insostenibile: per abbattere un drone o un razzo “stupido” ed economico, si utilizzavano missili intercettori del sistema Iron Dome con un costo variabile tra i 10.000 e i 100.000 dollari a lancio.
Con il laser, la musica cambia drasticamente:
Costo per ingaggio: Pochi centesimi (il costo dell’elettricità).
Logistica: Nessuna munizione da stoccare, trasportare o riordinare.
Autonomia: Il “caricatore” è virtualmente infinito, finché c’è energia.
Ecco un rapido confronto tra i sistemi in gioco:
| Caratteristica | Iron Dome (Missile) | Iron Beam (Laser) |
| Costo per colpo | $10k – $100k | Pochi centesimi |
| Bersagli ideali | Razzi, Missili balistici | Droni, Mortai, Razzi a corto raggio |
| Logistica | Complessa (ricarica fisica) | Semplice (generazione elettrica) |
| Limitazioni | Scorte finite | Linea di vista diretta |
Il tallone d’Achille: la minaccia dei droni
Perché inserire un quinto strato difensivo se esistono già Iron Dome, David’s Sling e i sistemi Arrow? Perché, per quanto eccellenti (con tassi di intercettazione del 90-95% contro i razzi), questi sistemi faticano contro la nuova piaga dei cieli: i droni lenti e a bassa quota.
Funzionari israeliani ammettono che contro gli UAV (Unmanned Aerial Vehicles), l’efficacia dei sistemi tradizionali a volte scende intorno al 50%.
La minaccia principale arriva dai droni di fabbricazione iraniana Shahed, utilizzati massicciamente da Hezbollah e altri gruppi filo-iraniani:
Shahed-136: Munizione vagante (“kamikaze”), corpo in fibra di carbonio, difficile da vedere per i radar classici.1
Shahed-149: Può sganciare fino a 13 bombe.2
Shahed-191: Armato con missili di precisione.3
Questi droni hanno colpito diverse comunità, arrivando persino a minacciare la residenza del Primo Ministro a Cesarea. Il nuovo laser da 100 kilowatt è progettato esattamente per coprire questo vuoto: ingaggiare bersagli piccoli, lenti e vicini al suolo che sfuggono ai radar tradizionali.
Integrazione operativa
Il sistema non opererà da solo. Iron Beam dispone di un proprio radar, sensori elettro-ottici e computer di controllo del fuoco, ma sarà integrato nell’architettura di difesa aerea multistrato di Israele. Una versione a bassa potenza era già stata testata “sul campo” nell’ottobre 2024, intercettando con successo decine di droni.
Ora, con l’entrata in servizio della versione ad alta potenza, Israele scommette sulla tecnologia per ripristinare non solo la sicurezza dei cieli, ma anche la sostenibilità economica della propria difesa.
Domande e risposte
Qual è il vantaggio economico reale di Iron Beam rispetto ai sistemi attuali?
Il vantaggio è enorme. Mentre un missile intercettore Tamir (usato dall’Iron Dome) può costare decine di migliaia di dollari per ogni singolo lancio, un colpo di laser costa essenzialmente quanto l’energia elettrica necessaria a generarlo, ovvero pochi centesimi o dollari. Questo permette di contrastare armi “povere” come i droni o i mortai senza esaurire le riserve finanziarie e le scorte di munizioni costose, rendendo la difesa sostenibile sul lungo periodo anche in conflitti prolungati.
Perché i sistemi attuali come Iron Dome non sono sufficienti contro i droni?
I sistemi come Iron Dome sono ottimizzati per intercettare razzi e missili balistici che seguono traiettorie prevedibili e veloci. I droni moderni, come gli Shahed iraniani, volano spesso a bassa quota, sono lenti e costruiti con materiali (come la fibra di carbonio) che hanno una bassa traccia radar. Questo li rende difficili da agganciare per i radar tradizionali. Il laser utilizza sensori elettro-ottici e termici che permettono di “vedere” e bruciare questi bersagli in pochi secondi, coprendo le lacune dei missili.
Chi produce questo sistema e quando sarà operativo?
Il sistema è sviluppato principalmente dalla Rafael Advanced Defense Systems, una delle tre grandi aziende della difesa israeliana, nota per il sistema di protezione attiva Trophy e i missili Spike.5 Iron Beam ha completato i test operativi a settembre e il Ministero della Difesa israeliano ha confermato che sarà integrato nelle forze operative entro la fine dell’anno corrente, diventando il primo sistema laser ad alta potenza al mondo in servizio attivo di combattimento.6









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