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Svolta in Svezia: l’industria pesante (Volvo, Saab) investe nel nucleare SMR

Svolta pragmatica in Svezia: l’industria pesante, incluse Volvo e Saab, investe direttamente nei mini-reattori nucleari (SMR) per garantirsi energia stabile e “fossil-free”

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La Svezia, spesso vista come il faro dell’ambientalismo europeo, sta per compiere una svolta pragmatica piuttosto interessante sulla sua politica energetica. I giganti industriali del paese, tra cui Volvo Group, Saab e Alfa Laval, hanno deciso di investire direttamente nello sviluppo di reattori nucleari modulari di piccole dimensioni (SMR).

La mossa avviene tramite un accordo con Vattenfall, il colosso energetico statale. L’organizzazione che raggruppa le industrie, Industrikraft, diventerà azionista con una quota del 20% di Videberg Kraft AB, la nuova società creata da Vattenfall proprio per sviluppare i nuovi impianti.

Sul tavolo c’è un investimento iniziale da parte di Industrikraft di 42 milioni di dollari (circa 400 milioni di corone svedesi). Non si tratta solo di finanza: l’industria porterà anche “risorse e capacità nell’esecuzione dei progetti e nella selezione delle tecnologie”. Un chiaro segnale che l’industria pesante svedese vuole garantirsi energia stabile e a costi prevedibili. Anche il governo svedese ha annunciato l’intenzione di entrare come azionista nella nuova società.

La svolta “Fossil-Free”

Questa mossa segna una netta inversione di tendenza. La Svezia aveva votato per l’eliminazione graduale del nucleare nel 1980, decisione poi ribaltata dal Parlamento nel 2010. Nonostante ciò, quattro reattori datati sono stati chiusi cinque anni dopo (oggi ne restano in funzione sei).

Il vero colpo di teatro è stato politico. Per consentire questo sviluppo, Stoccolma ha modificato la sua politica energetica: l’obiettivo non è più il “100% di elettricità rinnovabile” entro il 2040, ma il “100% di elettricità fossil-free” (libera da fossili).

Un aggiustamento semantico che cambia tutto, aprendo la porta alla costruzione di nuove centrali nucleari, considerate ora uno strumento chiave per la decarbonizzazione. A fine 2023, il Parlamento ha approvato una nuova legge che rimuove il limite precedente di 10 reattori sul territorio nazionale.

Vattenfall si sta già muovendo per la selezione dei fornitori. La rosa dei candidati per gli SMR da costruire sulla penisola di Värö (costa occidentale) si è ristretta a due nomi:

  • GE Vernova (Stati Uniti) con i reattori modulari gevernova.com/nuclear/carbon-free-power/bwrx-300-small-modular-reactor da 300 MW
  • Rolls-Royce SMR (Regno Unito) con i propri reattori nucleari modulari,

Questa soluzione permetterà alla Svezia di combinare energia senza fossili con fonti stabili, cosa che il resto d’Europa fa molto fatica a raggiungere.

Reattore Modulare General Electric BWRX 300

Domande e risposte

Cosa sono esattamente gli SMR (Small Modular Reactors)? Gli SMR sono reattori nucleari di nuova generazione, molto più piccoli di quelli tradizionali. Il termine “modulare” indica che i loro componenti principali possono essere costruiti in fabbrica e poi assemblati sul sito. Questo processo dovrebbe ridurre i costi e i tempi di costruzione. Sono considerati più flessibili e possono essere utilizzati per alimentare specifiche aree industriali o comunità remote, offrendo energia di base a basse emissioni di carbonio.

Perché aziende come Volvo e Saab investono direttamente nel nucleare? Per la sicurezza energetica. L’industria pesante (siderurgia, automotive, difesa) è “energivora”: necessita di enormi quantità di energia affidabile, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Le fonti rinnovabili intermittenti, come l’eolico e il solare, non possono garantire questa stabilità da sole. Investendo direttamente, l’industria svedese si assicura una fornitura di energia “di base” a basse emissioni, fondamentale per restare competitiva a livello globale.

La Svezia non era contraria al nucleare? Lo è stata. Nel 1980 un referendum portò alla decisione di eliminare gradualmente il nucleare. Tuttavia, la crisi climatica e la necessità di sicurezza energetica hanno cambiato le priorità. Nel 2010 il Parlamento ha annullato quella decisione. Il passaggio recente dall’obiettivo “100% rinnovabili” a “100% fossil-free” è la mossa politica che legittima pienamente il ritorno all’atomo, includendolo tra le fonti pulite necessarie per abbandonare carbone e gas.

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