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Energia

Svizzera, svolta sul nucleare: il governo propone la fine del divieto per nuove centrali

Di fronte alla crescente domanda energetica e agli obiettivi climatici, il governo svizzero presenta un progetto di legge per superare lo stop al nucleare del 2018. Una controproposta all’iniziativa popolare “Stop al blackout” che apre a nuovi reattori, ma con il via libera del parlamento e degli elettori.

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Il governo svizzero ha presentato un progetto di legge per porre fine al divieto di costruire nuove centrali nucleari, ribaltando la politica adottata nel 2018 per eliminare gradualmente questa tecnologia.

Il piano, una controproposta all’iniziativa popolare “Stop al blackout”, consentirebbe alle aziende di richiedere licenze per la costruzione di reattori, previa approvazione del parlamento e conferma in un eventuale referendum.

L’iniziativa popolare, invece, vuole che il cambiamento sia sancito dalla Costituzione, il che sarebbe più difficile da ottenere rispetto a una modifica legislativa.

L’abolizione del divieto segnerebbe un cambiamento importante nella politica energetica della Svizzera. I sostenitori sostengono che il nucleare sarà necessario insieme alle energie rinnovabili per soddisfare la crescente domanda di elettricità, ridurre le emissioni e stabilizzare la rete.

I critici ribattono che i nuovi reattori comportano costi elevati, problemi di smaltimento dei rifiuti e potenziali resistenze da parte dell’opinione pubblica. La vicina Germania è uscita completamente dal nucleare nel 2023.

“L’abolizione del divieto non significa necessariamente che saranno costruite nuove centrali nucleari”, ha affermato un portavoce della società svizzera Axpo Holdings AG. L’azienda, che gestisce il 60% della capacità nucleare della Svizzera, ha dichiarato che, sebbene possa lavorare a nuovi progetti di costruzione, al momento non ha intenzione di costruire o investire in nuovi progetti.

“Una società come Axpo non può sostenere da sola i rischi normativi e finanziari. È necessaria una qualche forma di condivisione del rischio”, ha aggiunto il portavoce.

Il governo sta esortando gli elettori a respingere l’iniziativa “Stop al blackout”, sostenendo che una modifica legislativa è più rapida ed evita l’incertezza di un emendamento costituzionale. I legislatori hanno tempo fino ad agosto 2026 per decidere su entrambe le proposte. A meno che l’iniziativa non venga ritirata, gli elettori avranno l’ultima parola in un referendum.

Attualmente la Svizzera gestisce 3 centrali nucleari attive con 4 reattori nucleari. Si tratta di impianti piuttosto vecchi, coin una potenza complessiva di circa 2,8 GW: Era prevista la progressiva dismissione, ma, di fronte alla crisi energetica, il governo ha deciso di cancellarne la chiusura e di mantenerli attivi con i dovuti aggiornamenti.

Nonostante questo si tratta di impianti vecchi che, prima o poi, dovranno essere dismessi e sostuiti con nuovi impianti che l’abolizione del divieto del 2017 renderà possibile.

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