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Svizzera: il 28 novembre votano referendum sul Covid-pass. Un esempio di democrazia

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Pare che, ai confini dell’Italia, sia possibile una consultazione popolare, un referendum, sulle politiche relative al covid-19 di un governo nazionale. Una cosa stupefacente, incredibile, per chi abita da “Trieste in giù”.

Che succede nella Federazione Elvetica? Il 28 novembre si terranno tre referendum dei quali il più interessante è quello per cancellare le modifiche alla legge Covid-19 locale approvate con un altro referendum il 13 giugno 2021. Come spiega il sito federale informativo, con questa norma, il Parlamento ha esteso gli aiuti finanziari a chi aveva ricevuto un sostegno troppo limitato o non ne aveva ricevuto nessuno. Il sistema di tracciamento dei contatti è stato ulteriormente sviluppato al fine di interrompere le catene di contagio ed è stato stabilito che la Confederazione avrebbe promosso i test COVID-19 e ne avrebbe coperto i costi. Inoltre, il Parlamento ha istituito la base legale per il certificato COVID che aveva chiesto di rilasciare alle persone guarite, vaccinate o sottoposte a test, al fine di agevolare i viaggi all’estero e consentire lo svolgimento di determinati eventi.

Praticamente la norma del marzo 2021, confermata con referendum, poneva la base per l’emissione di certificati Covid-19 svizzeri. Ora un comitato per il no vuole cancellare questa legge, ovviamente per la parte dei certificati.

Che dice il comitato per l’abolizione? Il problema è molto simile a quello vissuto in Italia, e lo presentiamo con le stesse parole dei promotori:

Molte delle norme attualmente vigenti nella legge Covid-19 comportano che le persone che non possono o non vogliono essere vaccinate sono escluse da molti ambiti della vita quotidiana. Ciò colpisce in modo particolarmente duro gli studenti ai quali, senza un certificato Covid, viene negato l’accesso a università e scuole superiori, nonché i dipendenti i cui datori di lavoro ri-chiedono tale certificato sul posto di lavoro con la minaccia di licenziamento se non adempiono a tale richiesta. A questo proposito non si tiene conto del fatto che il certificato Covid è già di per sé incostituzionale e che sempre più studi dimostrano che le persone vaccinate possono trasmettere il virus Sars-Cov2 allo stesso modo delle persone non vaccinate: proprio nei Paesi in cui la copertura vaccinale è molto elevata, il numero di casi sono in forte aumento.
Da qualche tempo, la Confederazione non ha quindi più parlato del suo obiettivo auto-dichiarato di raggiungere un’«immunità di gregge», ma solo del fatto che la vaccinazione ha lo scopo di proteggere dai decorsi gravi. A questo proposito, tuttavia, l’UFSP (così come il Robert-Koch-Institut) ha dovuto ammettere che i contagi da vaccino sono superiori a quanto precedentemente ipotizzato e che sono stati sottostimati. Tuttavia, ciò non sorprende, tanto più che l’UFSP non registra nemmeno lo stato vaccinale di coloro che risultano positivi e, di conseguenza, i contagi da vaccino, per cui non esiste alcun controllo sulla riduzione della protezione delle vaccinazioni tanto decantate contro il Sars-Cov227. Per concludere, un No alla legge Covid non ha effetti negativi su nessuno, mentre un Sì danneggerebbe in molti modi tutta la nostra società.
Da qui il seguente appello a tutti i vaccinati, guariti e non vaccinati:

  • Chi non vuole essere limitato nella vita e nella libertà di movimento,
    chi non è disposto a farsi somministrare un vaccino a mRNA/vettore – la cui omologazione è tuttora temporanea – ogni pochi mesi e sotto la pressione del governo,
  • chi non vuole essere responsabile dell’esclusione di altre persone dalla vita pubblica e sociale o addirittura del fatto che queste persone perdano il lavoro e quindi il loro sostentamento a causa dell’obbligo di un certificato,
  • chi vuole difendere i diritti fondamentali di tutti i cittadini in Svizzera e
    chi vuole porre fine a questa società a due classi e alla divisione della comunità provocata dal Consiglio federale, il 28 novembre 2021voterà:

NO alla modifica del 19 marzo 2021 della legge Covid-19!

Ovviamente il governo federale sostiene una visione opposta, che senza il certificato covid-19 vi sarebbe un blocco della libertà di movimento dei cittadini elvetici, soprattutto verso l’estero, oppure che vi sarebbero forti limitazione alle attività anche in Svizzera, affermazione che vengono contestate dalla controparte.  Comunque è veramente esemplare come, in modo molto civile, un popolo possa venir chiamato a pronunciarsi su una questione così importante, il tutto senza gli spettacoli indecorosi e disinformativi che siamo costretti a sorbirci spesso qui in Italia.

 


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